Ex dirigente di UBS Weil affronta tribunale USA
Il processo per evasione fiscale dell'ex top manager dell'UBS, Raoul Weil, si apre martedì 14 ottobre in Florida. Weil è accusato di aver architettato un sistema per raggirare l'erario statunitense, l'Internal Revenue Service (IRS), cui sarebbero stati sottratti 20 miliardi dollari (oltre 19 miliardi di franchi).
Weil è il più alto dirigente della grande banca svizzera finora mai presentatosi alla sbarra negli Stati Uniti. Se giudicato colpevole, rischia una pena detentiva di cinque anni e una multa salata. A differenza di altri bancari arrestati dalle autorità americane, Weil ha scelto di affrontare il tribunale e contestare le accuse, invece di patteggiare un accordo extragiudiziale con il Dipartimento di Giustizia (DoJ).
Tra coloro che hanno negoziato un’intesa con il DoJ per garantirsi l’impunità, c’è in particolare l’ex subalterno di Weil presso l’UBS, Martin Liechti, il quale si appresta a testimoniare contro il suo ex superiore durante il processo. Liechti, ex capo della gestione patrimoniale dell’UBS per le Americhe, è stato arrestato negli Stati Uniti alla fine di aprile del 2008 in quanto testimone materiale del raggiro, ma è stato rilasciato e nell’agosto dello stesso anno ha potuto rientrare in Svizzera.
Anche un ex alto dirigente dell’ormai defunta Neue Zürcher Bank si è consegnato alle autorità statunitensi la scorsa settimana allo stesso scopo. L’accusa ha riunito una sessantina di testimoni contro Weil e una montagna di prove documentali che costituiscono diversi milioni di pagine.
Weil sembra determinato ad affrontare la colossale giustizia statunitense che ha piegato intere banche. In casi precedenti di vertenze con il DoJ, l’UBS e il Credit Suisse sono state costrette a pagare enormi multe, mentre la banca Wegelin è stata scorporata e dissolta. Anche altre due banche svizzere sono crollate sotto il peso dei procedimenti penali americani. Le continue indagini del DoJ hanno inoltre inferto un colpo fatale al tradizionale segreto bancario svizzero.
Raoul Weil “è impaziente di esercitare il suo diritto di confrontarsi con l’accusa in un tribunale, davanti a un giudice e una giuria equi ed imparziali, dove si aspetta di essere assolto”, ha affermato in gennaio il suo avvocato, Aaraon Marcu, quando il suo cliente si è dichiarato non colpevole.
Scheletri negli armadi
Stephen Kohn, responsabile del Centro nazionale dei whistleblower, con sede a Washington, è preoccupato dal fatto che un accordo con Weil possa ancora essere raggiunto prima della conclusione del processo. Kohn, che ha rappresentato l’ex collaboratore dell’UBS trasformatosi in informatore Bradley Birkenfeld, pensa che influenti conoscenti di Raoul Weil che detenevano conti presso l’UBS potrebbero fare leva su di lui.
“Se a Weil fossero state offerte le stesse condizioni di patteggiamento che a Martin Liechti, sono sicuro che avrebbe accettato subito”, ha detto a swissinfo.ch. “Se le autorità statunitensi trovano una soluzione durante il processo, speriamo che non vada a scapito dei contribuenti americani”.
“Le prove indicano in modo schiacciante Weil quale perno di un sistema internazionale di riciclaggio fiscale che è costato miliardi agli Stati Uniti. Tutti trarrebbero beneficio se Weil rivelasse completamente tutti i fatti relativi a pratiche bancarie svizzere illegali, non solo negli Stati Uniti ma in tutto il mondo”.
Kohn è incoraggiato dall’apparente inasprimento della posizione del DoJ da quando l’UBS è stata multata con 780 milioni dollari nel 2009. Il Credit Suisse è stato costretto a pagare tre volte tanto all’inizio di quest’anno, in parte perché non ha cooperato come la banca concorrente.
Diritti contrapposti
Un decreto d’accusa emesso quest’estate dal Ministero pubblico della Confederazione nei confronti dell’ex dipendente dell’UBS Renzo Gadola ha messo in evidenza le contraddizioni tra il diritto svizzero e quello degli Stati Uniti in materia di procedimenti per evasione fiscale.
Secondo il settimanale Schweiz am Sonntag, la Procura federale elvetica ha stabilito che Gadola aveva commesso un delitto di spionaggio economico fornendo agli investigatori americani informazioni sui conti di due clienti USA dell’UBS.
Gadola, che ha lavorato per l’UBS tra il 2005 e il 2009, era stato arrestato a Miami nel 2010, con l’accusa di avere incitato clienti che avevano depositato su conti all’UBS soldi sottratti al fisco statunitense a trasferire i loro averi presso piccole banche invece di autodenunciarsi all’erario USA. È stato rilasciato un anno dopo, dopo essersi dichiarato colpevole e aver collaborato con le autorità statunitensi.
Nel luglio di quest’anno, il Ministero pubblico della Confederazione ha comminato a Gadola una multa di 6’000 franchi e gli ha imposto il pagamento di 7’117 franchi di spese procedurali. Il pagamento della multa è stato sospeso condizionalmente per due anni.
Le argomentazioni di Weil nel tribunale di Fort Lauderdale, in Florida, saranno seguite da vicino da entrambe le sponde dell’Atlantico. Se ingaggiasse una battaglia, il 54enne potrebbe diventare un sorta di eroe per le banche svizzere che hanno a lungo avuto una funzione di caveau negli Stati Uniti, secondo la giornalista Zoé Baches della Neue Zürcher Zeitung.
“Weil potrebbe diventare una specie di figura simbolica per la piazza finanziaria svizzera, anche se non ha aspirato esattamente a questo ruolo”, ha scritto in un commento.
Ma rimane anche la possibilità che la strategia di difesa di Weil sia di gettare la colpa sulle spalle di altri alti dirigenti bancari.
Testimoni che hanno paura
Nei mesi che hanno preceduto il processo vi sono state molte battaglie legali sul tipo di prove che possono essere presentate in tribunale. Weil ha segnato una vittoria importante la scorsa settimana, quando il presidente della corte ha detto che avrebbe ammesso come prove le testimonianze di tre persone citate dalla difesa ascoltate in video collegamento da Londra. I testimoni, i cui nomi non sono ancora stati resi noti, non vogliono recarsi negli Stati Uniti per paura di essere arrestati.
Il gruppo di legali di Weil ha voluto che la testimonianza fosse trasmessa da Zurigo, in presenza di un magistrato svizzero, per assicurarsi che il testimone non abbia infranto le leggi sul segreto bancario elvetico. Il giudice ha stabilito che questo potrebbe limitare in modo intollerabile la prova e interferire con l’interrogatorio.
A seguito di una mozione dei legali di Weil per chiudere il caso basandosi sul fatto che rappresenterebbe un processo iniquo, i testimoni sono stati autorizzati a deporre da Londra. Gli Stati Uniti hanno garantito ai testimoni un passaggio sicuro da e per l’Inghilterra ai fini processuali.
Ciò non è stato il caso per Weil. Incriminato nel 2008 e dichiarato latitante dalla giustizia degli Stati Uniti all’inizio del 2009, l’ex direttore della divisione Global Wealth Management & Business Banking dell’UBS è stato arrestato in un albergo a Bologna nell’ottobre 2013, mentre si trovava in viaggio d’affari in Italia, e poi estradato negli Stati Uniti.
In attesa del processo in Florida, lo svizzero è stato scarcerato contro il versamento di una cauzione di 10 milioni di dollari ed è stato posto in libertà vigilata. Oltre al domicilio coatto presso amici nel New Jersey, gli è stato imposto un braccialetto elettronico affinché le autorità possano controllare i suoi spostamenti.
Il processo dovrebbe durare da due a quattro settimane.
Una carriera bancaria
Prima che sorgessero i problemi tra le banche svizzere e la giustizia americana, lo svizzero Raoul Weil, 54 anni, aveva fatto carriera all’UBS.
Dal 2002 al 2007 ha diretto la divisione di gestione patrimoniale internazionale della grande banca elvetica.
Nel luglio 2007 è stato promosso a presidente e CEO della gestione patrimoniale internazionale e della banca d’affari.
Nel novembre 2008, è stato incriminato in Florida per il suo presunto ruolo nell’aiuto ai clienti americani dell’UBS ad evadere le tasse negli Stati Uniti.
Secondo l’accusa, la banca avrebbe aiutato circa 17mila clienti americani a nascondere un totale di circa 20 miliardi di dollari.
Weil ha divorziato dall’UBS qualche mese dopo, quando è stato dichiarato latitante da un tribunale della Florida.
Nel 2010, è entrato a far parte del gruppo privato Reuss, con sede nel cantone di Svitto, prima come consulente e poi come direttore nel 2013.
(Traduzione dall’inglese: Sonia Fenazzi)
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