L'onda anomala che nel 2004 colpì il sud-est asiatico è ancora in tutte le memorie. Seppur in dimensioni minori, un fenomeno simile può avvenire anche nei laghi.
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tvsvizzera.it/mar con RSI (TG dell'11.9.2018)
Nel 563 d.C. un’onda enorme attraversa il Lago Lemano, terminando la sua corsa a Ginevra e distruggendo diversi villaggi. Nel 1687 il fenomeno si ripete nei pressi di Brunnen, nel lago dei Quattro cantoni.
Ed è proprio in questa zona che i ricercatori del Politecnico federale di Zurigo sono al lavoro per sondare il fondale del lago e determinare cosa successe tre secoli e mezzo fa.
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Un monaco benedettino riporta nel suo diario che il lago si sollevò improvvisamente e che un’onda alta cinque metri inondò la pianura per quasi un chilometro, uccidendo una decina di persone.
Analizzando i sedimenti del lago, oggi i ricercatori ne sanno un po’ di più: la forte pioggia caduta in quei giorni nella regione causò uno scoscendimento sottomarino, che creò l’onda. Nel Lemano si verificò la stessa cosa, ma probabilmente – secondo i risultati di una ricerca di qualche anno fa – la frana fu di dimensioni ben più grandi e l’onda raggiunse addirittura i 13 metri.
“La fisica dell’onda è analoga allo Tsunami marino – spiega il geologo Flavio Anselmetti. Nell’oceano sono i movimenti delle placche tettoniche e il terremoto che spostano l’acqua, qui sono gli scoscendimenti di materiale”.
La ricerca non è solo a fini storici. “L’obiettivo è capire quanto materiale è ancora instabile, sia sulle pendici delle rive, sia nel lago e cosa poi provoca il distaccamento dei detriti e dei sedimenti. Questo ci permetterà di calcolare la dimensione dell’onda che si verrebbe a creare”, sottolinea Anselmetti.
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