Ginevra investe nella finanza verde
Una società, con sede a Ginevra, sta investendo in tecnologia per migliorare la durata delle batterie dei telefoni cellulari. Un esempio di finanza verde, il tipo di investimenti in energie pulite di cui il mondo ha bisogno per scongiurare i cambiamenti climatici.
La società ginevrina Quadia sostiene finanziariamente delle aziende che hanno un “impatto significativo”. Tra queste la Cavendish Kinetics che sta cercando di estendere la durata della batteria dei cellulari, rendendo più efficace l’elaborazione dei dati.
Oggigiorno gli utenti di telefonia mobile sono confrontati con l’inconveniente di dover ricaricare troppo spesso i loro apparecchi. Guillaume Taylor, managing director di Quadia, è convinto che in futuro apprezzeranno sempre più gli sviluppi tecnologici per il loro valore ambientale.
Secondo la segretaria esecutiva della Convenzione sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite, Christiana Figueres, ogni anno sarebbero necessari 1’000 miliardi di dollari in investimenti in energie pulite per evitare che le temperatura del pianeta aumenti di oltre 2 gradi Celsius.
Ginevra è ben posizionata per svolgere un ruolo di primo piano nel campo della finanza verde. In dicembre, durante il vertice sui cambiamento climatici tenuto a Lima, in Perù, la ministra svizzera dell’ambiente, Doris Leuthard, ha dichiarato che la finanza verde potrebbe offrire opportunità alle società finanziarie ginevrine che si occupano di sviluppo sostenibile.
“È tutta una questione economica”, afferma Taylor, ex gestore di patrimoni presso una banca privata. Al centro della strategia di Quadia vi è il mantenimento della produttività e nel contempo la riduzione dell’impatto ambientale delle attività economiche. La società è un membro fondatore di Sustainable Finance di Ginevra, un’associazione di professionisti degli investimenti che raggruppa oggi 250 membri.
UNFCCC
Dall’8 al 13 febbraio prossimi Ginevra ospita una conferenza della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), adottata nel 1992 nel corso del Vertice della Terra di Rio de Janeiro e ratificata finora da 196 membri, ossia quasi tutti i paesi del mondo.
L’UNFCC, il cui segretariato è basato a Bonn, ha aperto la strada alla firma, nel 1997, del protocollo di Kyoto per la riduzione dei gas ad effetto serra.
La conferenza di Ginevra dell’UNFCC è destinata ad essere una sessione di negoziazione per preparare il prossimo vertice sul clima, in programma in dicembre a Parigi, il cui obbiettivo principale è di concludere un accordo internazionale vincolante per ridurre le emissioni di CO2 e prevenire i cambiamenti climatici.
Pure in discussione a Parigi saranno le questioni legate al finanziamento degli sforzi internazionali per lottare contro il surriscaldamento del pianeta e, in particolare, i contributi che i singoli paesi membri sono disposti a devolvere.
Il valore di aria e acqua
“La crescita del PIL è veramente la base di ogni cosa?”, si chiede Taylor. A suo avviso bisognerebbe attribuire un valore monetario anche ai beni ambientali, come l’aria, l’acqua e la natura, dai quali noi tutti dipendiamo.
“La crescita economica non significa nulla se si sta distruggendo l’ambiente. Dobbiamo ridefinire ciò che rientra nel concetto di crescita economica, i punti di riferimento che utilizziamo e il valore quantitativo dei nostri indicatori”, aggiunge Taylor, per il quale se la finanza può essere la “fonte” di molti problemi legati alla crescita, “potrebbe esserne anche l’antidoto, la soluzione”.
I fondi impiegati da Quadia provengono sempre più da persone giuridiche. Un numero crescente di grandi istituti finanziari, stabilitisi a Ginevra o a Zurigo, dispone ormai di consulenti o reparti che si dedicano alla finanza verde.
“La finanze verde è molo importante per il settore bancario svizzero”, ritiene Anton Hilber, responsabile del dossier cambiamenti climatici presso la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC). A suo avviso, il governo è “molto contento” di come il settore bancario stia orientando la sua strategia verso la finanza sostenibile, date le sfide che attendono il settore.
Opportunità per Ginevra
Anche per Bertrand Gacon, presidente della Sustainable Finance, Ginevra dispone di grandi opportunità nel campo della finanza verde. La città sul Lemano aveva puntato sulla sua grande esperienza nelle attività finanziarie e sulla presenza di numerose organizzazioni internazionali, quando si era candidata per ottenere la sede del Fondo verde per il clima. A spuntarla era stata però la città di Incheon.
Tra le istituzioni basate a Ginevra che incoraggiano la finanza sostenibile vi è l’Iniziativa finanziaria del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), un partenariato pubblico-privato tra le Nazioni unite e il settore finanziario. L’anno scorso a Davos, l’organizzazione ha lanciato uno studio di 15 mesi che servirà a ridefinire il quadro normativo per integrare meglio i cambiamenti climatici nella finanza. L’Iniziativa finanziaria dell’UNEP viene tra l’altro sostenuta dalla DSC.
In uno studio del 2013, il più recente a tutt’oggi, il volume della finanza sostenibile in Svizzera è stato valutato a 57 miliardi di franchi. (I prossimi dati sono attesi per maggio). Rimane tuttavia difficile accertare gli importi esatti di queste attività finanziarie, dal momento che non esistono obblighi d’informazione e molte aziende preferiscono non comunicare i loro dati.
Hilber spera che i paesi partecipanti alla prossima Conferenza delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici, in programma in dicembre a Parigi, s’impegnino a investire 100 milioni di dollari all’anno per finanziare la lotta contro il surriscaldamento del pianeta, come promesso nel 2009.
L’esperto della DSC non prevede invece che si possa giungere ad un accordo vincolante per ridurre le emissioni di CO2” e di altri gas ad effetto serra. “Al centro dei negoziati vi saranno gli impegni che ogni paese è disposto a fornire per prevenire i cambiamenti climatici e gli sforzi del settore privato per promuovere nuove tecnologie”.
Traduzione e adattamento Armando Mombelli
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