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Gli alti e bassi del WEF di Davos in cifre

gente al wef
Il fondatore del World Economic Forum Klaus Schwab, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la First Lady ucraina Olena Zelenska e il presidente della Confederazione Alain Berset posano per una foto durante il 53° incontro annuale del WEF a Davos, il 17 gennaio 2023. Keystone

Durante i cinque giorni del Forum economico mondiale (WEF) migliaia di persone si sono recate a Davos per discutere di come "migliorare lo stato del mondo". Ecco una selezione delle cifre più significative dell'appuntamento di quest'anno.

Le strette di mano sono tornate con pieno vigore all’edizione 2023 del Forum economico mondiale di Davos (WEF). Tanto che il servizio del centro congressi che si occupa degli oggetti smarriti si è ritrovato sommerso dai guanti persi. La pandemia di Covid è sembrata essere alle spalle, anche se le persone partecipanti sono state obbligate a sottoporsi a un test salivare all’inizio dell’evento. Poche indossavano una mascherina. La maggior parte ha utilizzato il codice QR, reso popolare dalla pandemia, per scambiarsi biglietti da visita digitali.

A volte, il miglior modo per presentare i momenti salienti e quelli meno piacevoli del WEF è tramite i numeri. Ecco alcuni di quelli che ci hanno colpito di più.

82

È l’età di Klaus Schwab, fondatore e presidente del WEF. Mentre accoglieva calorosamente le élite economiche e politiche mondiali sulla “Montagna incantata” insieme al presidente svizzero Alain Berset, un numero imprecisato di dipendenti del WEF si è rivolto al GuardianCollegamento esterno per esprimere le proprie preoccupazioni nei confronti dell’uomo che è stato al timone dell’evento negli ultimi 52 anni. La questione della successione di Schwab sembra essere scomoda e avvolta nel mistero.

“Klaus sceglie i suoi leader con gli stessi criteri con cui Putin sceglie i deputati per la Duma di Stato: lealtà, scaltrezza, sex appeal”, ha dichiarato il gruppo.

2/3

Quasi due terzi dei circa 50 capi economisti del settore privato e pubblico che hanno partecipato a un sondaggio del WEF ritengono probabile una recessione globale nel 2023; il 18% – più del doppio rispetto al precedente sondaggio condotto nel settembre 2022 – la considera estremamente probabile.

Solo un terzo delle persone intervistate sostiene che una recessione globale è improbabile quest’anno. Tutte sono comunque dell’avviso che nel 2023 ci sarà una crescita molto contenuta, con o senza recessione. Per la Svizzera, la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) prevede un tasso di crescita dello 0,7% nel 2023, in calo rispetto al 2,1% del 2022.

8%

L’ONG svizzera Public Eye ha snocciolato i numeri e ha concluso che il settore delle materie prime in Svizzera contribuisce per oltre l’8% al Prodotto interno lordo, contro il 3,8% in passato, grazie agli extra-profitti generati dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina. L’organizzazione ha esortato il Governo e il Parlamento svizzeri a garantire un’equa distribuzione dei profitti eccezionali realizzati in tempi di crisi, in un periodo in cui milioni di persone stanno soffrendo a causa degli alti prezzi di energia e cibo.

“Un aumento di dieci volte dei profitti in un periodo di crisi, come nel caso di Glencore, è chiaramente illegittimo”, ha dichiarato Public Eye in un rapporto pubblicato durante il WEF. “Di conseguenza, come già successo nell’UE e in vari altri Paesi, è necessario introdurre una tassa speciale sugli extra-profitti conseguiti durante la crisi da società energetiche e di materie prime con sede in Svizzera”.

I pochi dirigenti del settore petrolifero e del gas che hanno partecipato alle tavole rotonde pubbliche del WEF sostengono l’idea di un’aliquota fiscale sui profitti supplementari. In generale, però, chi è responsabile di aziende petrolifere sostiene che misure di questo tipo nuocciono agli investimenti nelle energie rinnovabili e minano la crescita economica. Queste argomentazioni non fanno breccia sugli attivisti e le attiviste per il clima quali Greta Thunberg. La ragazza svedese si è presentata a Davos accusando il WEF di essere un raduno di persone che sono responsabili della crisi climatica, ovvero quelle che investono nelle energie fossili.

“Queste persone si spingeranno il più lontano possibile e fino a quando potranno farla franca continueranno a investire nei combustibili fossili e a sacrificare la gente per il proprio tornaconto”, ha detto Thunberg a margine del WEF.

Il rumore dei cannoni di neve artificiale intorno alla città più alta d’Europa ha ricordato la posta in gioco della crisi climatica. A Davos, anche l’amore del mondo per le automobili è stato evidente, con veicoli navetta elettrici, autisti e autiste Uber, taxi, limousine private e mezzi che hanno intasato le strade.

Al Gore, presidente e cofondatore della Generation Investment Management, ha avvertito: “La crisi [climatica] continua a peggiorare a una velocità maggiore di quella con cui riusciamo ad attuare delle soluzioni: le emissioni continuano ad aumentare”.

87%

Nella nuova era del lavoro ibrido, la maggior parte delle persone impiegate (87%) dichiara di essere più produttiva. Gli indicatori della produttività quali le ore di lavoro svolto, le riunioni a cui si partecipa e altre metriche relative all’attività raccolte in tutto il mondo da Microsoft lo confermano. Ma ciononostante, l’85% dei/delle dirigenti aziendali non vede il duro lavoro del proprio personale ed è in preda alla “paranoia della produttività”, facendo capo sempre più spesso alla tecnologia per monitorare l’attività quando invece dovrebbe valutare l’impatto.

23,84 trilioni di dollari

I cyberattacchi sono aumentati durante la pandemia, poiché la rapida adozione di dispositivi connessi è diventata fondamentale per il lavoro, l’istruzione e l’assistenza sanitaria. Nonostante la minaccia costante, i protocolli di sicurezza sono molto indietro rispetto al crescente costo per l’economia globale causato dagli attacchi informatici, che si prevede aumenterà da 8,44 trilioni di dollari (7,7 trilioni di franchi) nel 2022 a 23,84 trilioni di dollari entro il 2027. Secondo il nuovo rapportoCollegamento esterno del WEF (State of the Connected World 2023), solo il 4% degli esperti e delle esperte in tutto il mondo è “convinto” che i dispositivi connessi siano adeguatamente sicuri.

2%

Secondo il WEF, solo il 2% degli 810 miliardi di dollari spesi in donazioni filantropiche è stato destinato alla riduzione delle emissioni. Il WEF ha lanciato una nuova iniziativa, la Giving to Amplify Earth Action, per far leva sul capitale filantropico e contribuire a riunire i 3’000 miliardi di dollari necessari ogni anno per far fronte al cambiamento climatico e alla perdita di ambienti naturali.

Nel frattempo, una ricerca condotta da South Pole, con sede a Zurigo, ha rilevato che su circa 60’000 aziende globali analizzate, solo 1’075 – meno del 2% – hanno un obiettivo aziendale di “neutralità climatica”. “Chi fissa degli obiettivi viene criticato e gli viene chiesto di fare di più”, ha detto durante il WEF Magdi Batato, vicepresidente esecutivo di Nestlé responsabile delle operazioni.  “Chi non lo fa, la fa franca”.

2’600 franchi

Il settimanale Schweiz am Wochenende ha rilevato che durante il WEF un monolocale con tre letti a Davos costa 2’600 franchi svizzeri al giorno. Con le spese di servizio e di pulizia, si arriva a 15’000 franchi per i cinque giorni dell’evento. In febbraio, lo stesso studio viene affittato a 150 franchi al giorno.

5’000

Il Parlamento svizzero ha rinnovato l’autorizzazione a dispiegare 5’000 membri dell’esercito svizzero per garantire la sicurezza delle circa 3’000 persone partecipanti al WEF per il periodo 2022-2024.

Traduzione e adattamento dall’inglese di Luigi Jorio


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