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Un omaggio alla grande signora della danza contemporanea svizzera

Nata nel 1940 a Buenos Aires, Noemi Lapzeson si è stabilita nel 1980 a Ginevra. Gregory Batardon

Noemi Lapzeson, ginevrina di origine argentina, ha ricevuto giovedì il Gran premio svizzero di danza 2017, attribuito dall'Ufficio federale della cultura (UFC). Un buon pretesto per dare un breve sguardo alla storia di una coreografa che ha eccelso sia in Svizzera che all'estero. 

Noemi Lapzeson dice di essere spesso tradita dalla sua memoria. Di dimenticare a volte il numero di rappresentazioni che ha creato, il titolo di alcune sue coreografie e i numerosi premi che ha ricevuto. Dobbiamo veramente crederle quando mette in dubbio la sua memoria? No, diciamo piuttosto che è la sua modestia a farla parlare in questo modo. Per lei, tutta la gloria è vanità. A 77 anni, la sua parola chiave è la semplicità. Le sue coreografie toccano l’essenziale, un’espressione corporea che unisce l’emozione e la ricerca del significato.

Il teatro, la musica e il cinema hanno alimentato la sua riflessione. Arriva con una videocassetta in mano. “È un film di Luis Buñuel, ‘Le Journal d’une femme de chambre’. Mi piace molto questo cineasta, come mi piace Vittorio De Sica”, indica Noemi Lapzeson, incontrata a Ginevra alla Maison des arts du Grütli. Un luogo simbolico per questa instancabile artista: qui aveva il suo studio di danza, in cui decine di studenti sono venuti a seguire le sue lezioni. Alla fine degli anni ’80 vi aveva istallato anche l’amministrazione della sua compagnia. 

Altri sviluppi

Infanzia argentina 

Erano gli anni fasti, in cui si produsse una metamorfosi del paesaggio coreografico della Svizzera romanda. Va ricordato che è stata Noemi Lapzeson a introdurvi la danza contemporanea. Nel 1986 ha creato a Ginevra l’Association pour la danse contemporaine (ADC), un vero e proprio alveare per le avanguardie dell’epoca e per i giovani creatori di oggi, che ha irradiato le loro opere anche nella Svizzera tedesca, in Francia e Belgio. 

Al caffè del Grütli, dove la incontriamo, Noemi Lapzeson parla con la gente. “Conosco ancora molte persone qui”, dice. Nostalgica? “No, assolutamente”, risponde. “Mi rendo conto, tuttavia, che appartengo a un’epoca passata. Oggi non faccio parte di questo mondo, ostinatamente legato ai piccoli schermi che uccidono la cultura”.

Gli altri Premi svizzeri di danza 2017 

Claudio Prati e Ariella Vidach, fondatori della compagnia AiEP (Premio speciale di danza). 

Martha Krummenacher e Tamara Bacci (Danzatori eccezionali). 

József Trefeli & Gábor Varga, Marco Berrettini, Thomas Haubert e Yasmine Hugonnet (Creazione attuale di danza). 

Kiriakos Hadjiioannou (June Johson Dance Prize).

Torniamo dunque indietro nel tempo, fino al tempo dell’infanzia che la memoria non tradisce mai. A Buenos Aires, Noemi frequenta una scuola materna che insegna la ritmica secondo il metodo del pedagogo svizzero Jacques Dalcroz. Provvidenziale, Dalcroz! Perché, da allora, l’esistenza di Lapzeson è ormai posta sotto il segno della danza. Ciò che impara a scuola e a casa, lo farà fruttare più tardi nella sua vita professionale. 

Destino curioso 

“Mia madre, di professione fisica, amava Bach e suonava regolarmente la sua musica. Ho fatto i miei primi movimenti di danza con lei. Mio padre, da parte sua, mi ha trasmesso il suo amore per il cinema e le lettere. Leggo molto e ho spesso associato le mie creazioni alle note di grandi compositori e ai pensieri di grandi scrittori, come Heiner Müller e Roberto Juarroz, che mi ha ispirato il nome alla mia compagnia, Vertical danse. Ai miei genitori devo tutto, e alla mia insegnante un sacco di gratitudine. È stata lei a dirmi un giorno: se vuoi ballare, devi andare da qualche altra parte”, ricorda. 

A 16 anni ha quindi lasciato Buenos Aires per New York. Studente alla Juillard School e poi ballerina presso il Martha Graham’s Center, Noemi è si è trovata sulla buona strada per una brillante carriera internazionale. È arrivata a Ginevra nel 1980 per seguire un uomo, uno svizzero-tedesco, padre di sua figlia. 

È l’appuntamento con il successo. I suoi ex allievi sono diventati eccellenti ballerini, come Marcela San Pedro. Il Gran premio svizzero di danza, assegnatole giovedì dal consigliere federale Alain Berset, rende omaggio a questa grande signora. Impressionata, la coreografa dichiara: “Questo premio arriva quando ho smesso di lavorare più di un anno fa. Destino curioso!”.

Noemi Lapzeson 

Nata a Buenos Aires nel 1940. 

Residente a Ginevra dal 1980.  

1956: allieva presso la Juillard School di New York. 

1958: frequenta i corsi del Martha Graham Center of Contemporary Dance. 

1962: viene ingaggiata presso la compagnia di Martha Graham come solista. 

1969: si trasferisce a Londra, dove fonda la London Contemporary Dance Company and School. Allo stesso tempo, insegna danza a Toronto. 

1986: fonda a Ginevra l’Associazione per la danza contemporanea (ADC). 

1989: crea la propria compagnia, Vertical Danse. 

Le sue opere più recenti: “Madrugada”, “Larmes”, “Amour baroque/Monteverdi” e la sua ultima coreografia “Variations Goldberg”, creata nel 2015.

Traduzione di Armando Mombelli

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