Il 2008 sarà un altro anno difficile per UBS
L'esercizio in corso si annuncia ancora problematico per l'istituto bancario elvetico: nel settore dei crediti ipotecari a rischio statunitensi, l'UBS è ancora esposta per quasi 30 miliardi di franchi.
La banca, che giovedì ha confermato la perdita netta di circa 4,4 miliardi di franchi nel 2007, ha annunciato una riorganizzazione nel settore dell’«Investment Banking».
Il 2007 è stato un anno nero per UBS (Unione di banche svizzere), il maggiore istituto finanziario del paese.
Come annunciato a gennaio, la società ha chiuso l’esercizio con una perdita netta di 4,384 miliardi di franchi (contro i quasi 12 miliardi di utili registrati nel 2006). Un calo dovuto soprattutto allo scarso rendimento dell’unità Investment Banking.
Nel solo quarto trimestre – indica in una nota – la perdita si è attestata a 12,451 miliardi. Lo stesso periodo di un anno prima si era al contrario caratterizzato da un utile netto di 3,407 miliardi.
«Il 2007 è stato uno degli anni più difficili della nostra storia», ha affermato giovedì Marcel Rohner, presidente della direzione di UBS. Le perdite, principalmente legate all’improvviso deterioramento del mercato immobiliare statunitense, «mettono in ombra la solida crescita delle altre unità d’affari», ha aggiunto.
Problemi che sembrano non essere finiti. Come si legge nel comunicato di UBS, il 2008 si annuncia infatti «difficile». Al termine delle contrattazioni, il titolo UBS alla Borsa svizzera è sceso giovedì dell’8,3% a 37,46 franchi.
Una posizione a rischio
A fine dicembre l’esposizione di UBS nel settore dei subprime – i crediti ipotecari americani ad altro rischio (vedi a fianco) – era pari a 27,6 miliardi di dollari (29,7 miliardi di franchi), a fronte dei 38,8 miliardi di tre mesi prima.
L’ampiezza di tale esposizione è vista con molta inquietudine dagli esperti del settore. Alcuni temono che possa generare ulteriori deprezzamenti. A preoccupare è poi l’assenza di previsioni concrete per il 2008.
Rohner si vuole ciò nonostante rassicurante. «La parte di esposizione nei subprime è continuamente calata da gennaio a febbraio», ha detto senza però fornire precisazioni, vista l’incertezza che regna sui mercati finanziari.
Il CEO della banca non ha nascosto che se la situazione dovesse continuare a deteriorarsi, saranno prese in considerazione delle nuove soppressioni di posti di lavoro. A causa della crisi delle ipoteche negli USA il gruppo ha già cancellato 1’500 impieghi nel settore degli investimenti.
Nuove ristrutturazioni
Per scongiurare ulteriori risultati negativi, UBS ha annunciato di aver realizzato numerosi cambiamenti nell’ambito della gestione del rischio.
Nell’Investment Banking – rende noto UBS – le novità includono «un ridimensionamento generale nei limiti di rischio di mercato, nel credito per i portafogli ad alto rischio e nel numero di soggetti autorizzati all’approvazione».¨
A capo dell’unità è stato nominato mercoledì lo svedese Jerker Johansson, il quale prende il posto di Huw Jenkins, dimessosi l’autunno scorso dopo l’annuncio degli effetti dei subprime sui conti della banca.
Al fine di rafforzare le attività a diretto contatto con la clientela e di ottimizzare la cooperazione all’interno della banca, segnala ancora UBS, nel mese di gennaio si è dato inizio alla ristrutturazione del segmento FICC (“Fixed income, Currencies and Commodities”).
Per ridurre il rischio e l’utilizzo del bilancio, la banca procederà inoltre all’abbandono di alcune attività di credito negli Stati Uniti, in Europa e in Asia.
Il prossimo appuntamento per UBS è l’assemblea generale straordinaria del 27 febbraio. Gli azionisti dovranno tra le varie cose esporre la loro opinione in merito al piano di ricapitalizzazione di 13 miliardi di franchi.
swissinfo e agenzie
L’UBS è nata nel dicembre 1997 in seguito alla fusione tra la Società di banche svizzere e l’Unione di banche svizzere.
È oggi la più grande banca elvetica e la settima al mondo in ambito di capitalizzazione borsistica.
Nel 2000, la prima grande acquisizione di UBS è stato il gruppo Paine Webber. Questa operazione ha colmato un vuoto strategico e regionale negli affari di gestione del patrimonio della banca elvetica.
Per contro, le acquisizioni degli “hedge founds” Long Term Capital Managemet e Dilllon Read Capital Management si sono rivelate disastrose. Entrambe sono fallite.
Nel luglio del 2007, due mesi dopo il crollo di Dillon Read, il direttore generale di UBS, Peter Wuffli, si è ritirato con effetto immediato senza fornire chiaramente le ragioni della sua partenza.
In ottobre, UBS annunciava già una perdita legata ai subprime di 4,2 miliardi di franchi e la soppressione di 1500 impieghi.
L’esercizio 2007 di UBS si è chiuso con una perdita netta di 4,384 miliardi di franchi. Nel 2006 la banca aveva al contrario registrato un utile di 12,3 miliardi.
La raccolta netta di Global Wealth Management (gestione patrimoniale) & Business Banking, segnala UBS, è cresciuta a 156,3 miliardi (+37%).
L’unità Global Asset Management (gestione di attivi) ha invece registrato un deflusso di 16,2 miliardi tra settembre e dicembre.
Sull’arco di un anno tale segmento ha subito un’uscita di 15,7 miliardi (contro un +37,2 miliardi nel 2006).
Le perdite registrate nel 2007 a causa della crisi dei subprime statunitensi si aggirano attorno ai 15 miliardi di franchi.
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