Il futuro del settore finanziario rimane incerto
Le fondamenta del settore finanziario globale sono ancora vacillanti, nonostante una serie di regolamentazioni imposte dall’inizio della crisi che ha investito le banche cinque anni fa. Echi di questa problematica dal Forum economico mondiale di Davos.
Dalla riunione annuale in corso a Davos è emerso ancora una volta che banche, regolatori e politici si trovano tuttora agli antipodi, quando si tratta di decidere come evitare un’altra crisi finanziaria. L’adozione di strategie diverse in varie parti del mondo non fa che aumentare la confusione.
Per William Black, ex membro dell’autorità di vigilanza del settore bancario negli Stati uniti, tutte le regole del mondo avranno un impatto minimo, se le banche continueranno a poter falsificare i loro bilanci con trucchi contabili e i loro dirigenti potranno farla franca anche in caso di frode.
A detta di Black, che partecipa al Forum di Davos, ancora oggi è troppo facile per le banche gonfiare il valore nominale delle loro attività e nascondere le perdite. “Chiunque fa affidamento su delle analisi tramite computer dei dati truccati forniti dalle banche non può che fallire nella sua attività di sorveglianza del settore finanziario”.
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Frode flagrante
Ancora peggio, per l’esperto, il fatto che i casi più eclatanti di frode siano rimasti praticamente impuniti. Tra questi quello di alcune banche che hanno emesso prestiti in favore di loro partner, affinché questi ultimi comperino azioni delle stesse banche, facendo aumentare artificialmente il valore del loro capitale.
“Non ci sono praticamente alti dirigenti delle banche responsabili di questa crisi, che si trovano sotto accusa e men che meno in prigione”, sottolinea indignato Black. “Fino a quando le autorità di regolamentazione riusciranno a capire i meccanismi delle frodi – e non vi è nemmeno la certezza che se ne stiano occupando – sarà facile continuare ad eludere per molto tempo le regolamentazioni”.
Il problema delle manipolazioni contabili sono menzionate anche durante un dibattito del Forum economico mondiale. Paul Singer, responsabile dell’hedge fund americano Elliott Management, ha sottolineato che la frammentaria normativa in vigore in diversi paesi potrebbe incoraggiare gli abusi.
“In mancanza di standard globali ci sarà una corsa verso il basso”, ha dichiarato Singer. “Sussisteranno così delle carenze rispetto agli obbiettivi di regolamentazione e in tal modo non si raggiungerà l’obbiettivo di raddrizzare quanto è andato di traverso negli ultimi anni”.
Il Forum economico mondiale (World Economic Forum, WEF) è stato fondato da Klaus Schwab nel 1971 a Davos, inizialmente con il nome di Management Symposium. Il suo scopo è di facilitare i contatti tra i leader europei e quelli nordamericani.
L’incontro annuale si è sempre svolto nella nota località grigionese. L’unica eccezione è stata l’edizione 2002, trasferita a New York, in omaggio alle vittime degli attentati dell’11 settembre 2001.
La sede del WEF è a Cologny, nel canton Ginevra. Il suo budget annuale è finanziato da un migliaio di aziende affiliate.
Oltre ad organizzare l’appuntamento di Davos, il WEF promuove simposi, gruppi di lavoro e studi in diversi paesi del mondo. Svolge inoltre diverse analisi globali e particolari su incarico dei propri membri.
L’organizzazione ritiene di aver contribuito a placare diverse dispute internazionali, tra cui quella tra Turchia e Grecia, tra le due Coree, tra la Germania Est e la Germania Ovest, così come quella dell’apartheid in Sudafrica.
La 43esima edizione si svolge dal 23 al 27 gennaio 2013. Vi partecipano circa 2’500 esponenti del mondo politico, economico e scientifico.
Tra i capi di governi presenti quest’anno si possono citare il premier britannico David Cameron, il primo ministro russo Dmitri Medvedev, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il primo ministro italiano Mario Monti.
Pareri contrapposti
La varietà delle nuove regolamentazioni non agevola inoltre il tentativo delle banche di portare avanti nuove strategie, si è lamentato invece Axel Weber, presidente del consiglio di amministrazione di UBS.
Divisioni emergono anche su quali misure potranno avere un maggiore impatto – riserve di capitale, separazione tra l’investment bank e le altre attività bancarie, inasprimento degli standard contabili, restrizioni al commercio creditizio, rafforzamento della trasparenza e potenziamento della capacità di rimborsare i debiti a breve termine (liquidità).
Di conseguenza, in diverse parti del mondo le autorità di regolamentazione hanno introdotto le proprie norme nazionali.
“Ciò che le autorità di regolamentazione volevano ridurre è la complessità”, ha affermato Weber. “Hanno ridotto la complessità dei prodotti e dei problemi di finanziamento, ma hanno aumentato la complessità del quadro normativo e legale”.
“In questo contesto, i rischi operativi e giuridici sono addirittura peggiori di quelli finanziari e di investimento che abbiamo affrontato”.
Dibattiti anche sui bonus
Sussistono inoltre grandi settori di attività del settore finanziario che non vengono nemmeno toccati dalle nuove regolamentazioni. Tra questi il mercato dei derivati, pari a 467’000 miliardi dollari (434’000 miliardi di franchi) e il settore bancario parallelo – composto prevalentemente di hedge fund, società di private equity, fondi e trust.
Un altro elemento scarsamente regolamentato è quello dei bonus e delle paghe esorbitanti dei manager – un tema su cui il popolo svizzero sarà chiamato ad esprimersi prossimamente: il 3 marzo viene sottoposta a votazione federale l’iniziativa “contro le retribuzioni abusive”.
Finora, nella maggior parte dei paesi le autorità di regolamentazione e i politici hanno evocato questo problema, limitandosi però a sperare che le banche adottino da sole dei correttivi, ha aggiunto Weber. “Se questi correttivi non saranno applicati, ci troveremo confrontati ad una nuova serie di regolamentazioni delle retribuzioni delle banche e della loro gestione”.
Come rapinare una banca
Autore del libro ‘The Best Way to Rob a Bank is to Own One’ (Il miglior modo per rapinare una banca è quello di possederne una), William Black auspica un approccio molto più severo.
“Non conosco un solo paese, in cui si è detto: sradichiamo le ragioni di questo problema, sbarazziamoci dei disonesti e sottoponiamo le banche ad una stretta vigilanza”, osserva Blake. “Finora nessuna autorità di regolamentazione ha esperienze nel mettere la gente in prigione”.
Traduzione di Armando Mombelli
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