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In Qatar “sta arrivando uno tsunami di persone”

Menschen auf dem Corniche in Doha vor der Fussball-Weltmeisterschaft
Secondo la FIFA, sono stati venduti 2,9 milioni di biglietti per le partite della Coppa del Mondo. L'interesse dei tifosi e delle tifose svizzere non è molto alto: sono stati venduti circa 2'500 biglietti. Copyright 2022 The Associated Press. All Rights Reserved.

Il 20 novembre inizieranno i Mondiali di calcio in Qatar. Che cosa si prova a vivere da svizzeri e da svizzere in un Paese che è stato così criticato e che limita pesantemente la libertà d'espressione? Lo chef Simon Wipf ci racconta la sua vita a Doha.

“Quando si vive qui, è chiaro che bisogna rispettare la cultura e la religione. Baciarsi, abbracciarsi, tenersi per mano: non sono cose gradite in pubblico. Le regole qui sono severe, ma un tempo lo erano di più. Il livello di sicurezza però è elevato.

Tutto è ben controllato, le telecamere sono installate a ogni angolo. Se si fa qualcosa di stupido, ad esempio se si guida troppo velocemente, si è scoperti rapidamente. Non che sia successo a me. Ma ho sentito parlare di casi simili.

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Vivo a Doha da quattro anni. È da più di 19 anni che non vivo in Svizzera e di tanto in tanto penso di tornarci. Dopo l’apprendistato come chef, ho girato tutto il mondo: sono stato in Canada, negli Stati Uniti, in Malesia, nel Brunei, a Parigi, a Hong Kong, a Istanbul, sulle navi da crociera, in aeroporto. Di recente, ho fatto lo chef a Dubai, in un ristorante al 68° piano.

Ho dovuto lavorare sodo per arrivare dove sono ora. Ho avuto successo come chef solo da pochi anni. Durante la mia carriera in giro per il mondo, sono sempre stato l’unico svizzero in cucina.

Fino a un paio di mesi fa, qui a Doha ho lavorato all’Intercontinental Hotel. Recentemente, però, ho iniziato un nuovo lavoro come Executive Chef in un nuovo hotel a cinque stelle che sta per essere inaugurato.

Purtroppo, però, l’albergo non sarà pronto per l’inizio della Coppa del Mondo. Ci sono alcuni hotel che non riusciranno ad aprire in tempo. Pertanto, durante il torneo darò una mano nella cucina di un altro albergo del mio datore di lavoro. Saranno sicuramente settimane difficili, ma non vedo l’ora.

Simon Wipf vestito con la sua uniforme da cuoco
Simon Wipf vive da quattro anni in Qatar. zVg

Per il settore della ristorazione, la Coppa del Mondo sarà una grande sfida che richiederà un’incredibile pianificazione. Arriverà uno tsunami di persone, che avranno voglia di mangiare e di bere. In estate sono state fatte diverse previsioni sul consumo di cibo durante i Mondiali. Quasi tutto dovrà essere importato, anche se ora ci sono verdure e prodotti caseari “Made in Qatar”.

I ristoratori nelle fan zone e negli stadi devono avere decine di migliaia di pasti pronti. Innanzitutto, la logistica è un problema. Come si consegnano queste enormi quantità di cibo? Si dovranno organizzare decine di camion supplementari. E come si farà ad andare da A a B quando molte strade della città sono chiuse?

Anche il nostro hotel ha ricevuto richieste di catering, ma le ha annullate. Ora stiamo allestendo la nostra fan zone nell’albergo.

A ciò si aggiunge il costo del personale. Al momento, ogni struttura di Doha ha bisogno più personale di quello che è disponibile. Abbiamo assunto quasi 40 cuochi supplementari, la maggior parte dei quali sono stagisti provenienti dall’Indonesia.

Altri sviluppi

Per fortuna sono state organizzate delle partite-test. Così gli organizzatori hanno potuto imparare alcune cose. In una di queste simulazioni l’acqua nello stadio era esaurita. Un’altra volta sono quasi morto congelato perché hanno raffreddato troppo i seggiolini con l’aria condizionata. E durante la stessa partita, ho dovuto aspettare un’ora e mezza per salire su un autobus che mi riportasse a casa.

Non posso e non voglio dire nulla pubblicamente sulle critiche alla Coppa del Mondo in Qatar e sulle condizioni di vita dei lavoratori e delle lavoratrici migranti. Certo, ci sono sempre cose che non vanno bene, ma io non ho notato nulla e non voglio avere nulla a che fare con questo.

Ho una bella vita qui. Il sole splende ogni giorno e questo dà una buona energia. Anche se nei mesi estivi fa troppo caldo. Poi mi mancano la natura svizzera e l’aria fresca. A casa, andavo a raccogliere funghi o a fare jogging.

Simon Wipf sul ghiaccio per una partita di hockey.
Anche in Qatar si può giocare a hockey su ghiaccio. zVg

Qui posso anche dedicarmi al mio hobby: giocare a hockey su ghiaccio. Ho conosciuto anche alcuni qatarioti. Ma le conoscenze rimangono superficiali, la gente del posto è un po’ riservata, ma amichevole e disponibile. Sono molto interessati alla Svizzera e ho già fatto alcune apparizioni alla televisione del Qatar.

Non conosco molti svizzeri a Doha. Ci sono sempre eventi in cui le persone si incontrano, ma a causa del mio lavoro e della vita quotidiana, spesso non posso partecipare.

Tuttavia, andrò allo stadio per vedere le partite della Svizzera. Anche se i prezzi per venire a Doha sono molto alti, spero di vedere molti tifosi svizzeri.

Da quando il Qatar si è aggiudicato i Mondiali di calcio, le critiche non sono mancate. È vero che le condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici migranti sono migliorate da quando la FIFA ha attribuito l’organizzazione del torneo all’emirato, ma la situazione resta difficile.

Un mese prima del fischio d’inizio dei Mondiali, Amnesty International ha pubblicato un nuovo rapporto in cui l’ONG chiede drastici miglioramenti al Qatar e alla FIFA. Secondo l’organizzazione, i problemi in materia di rispetto dei diritti umani sono ben lungi dall’essere risolti: leggi omofobe, restrizioni alla libertà di stampa e carenze nel diritto del lavoro.

Nel Paese che si affaccia sul Golfo Persico vivono circa 3 milioni di persone, ma solo il 15% di loro ha la nazionalità qatariota. La maggior parte della popolazione è costituita da immigrati e immigrate per motivi di lavoro, che non hanno la cittadinanza. Il Paese ha uno dei tassi di stranieri più alti al mondo.

Traduzione di Daniele Mariani 

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