In un mondo in crisi, la stabilità politica svizzera non vacilla
Guerra in Ucraina, crisi energetica e pandemia di coronavirus non hanno stravolto gli equilibri politici in Svizzera a un anno dalle elezioni federali del 2023. I Verdi hanno però perso un po' di terreno, mentre i Verdi liberali e il Partito liberale radicale progrediscono leggermente, secondo il primo barometro elettorale della SSR.
La Svizzera continua a essere un isolotto di stabilità, malgrado il moltiplicarsi delle crisi e nonostante gli stravolgimenti politici nei Paesi ai suoi confini. In Francia e in Italia, le legislative di quest’anno sono sfociate su importanti modifiche dei rapporti di forza tra i principali partiti. Lo stesso è successo lo scorso anno in Germania, quando il Partito socialdemocratico ha messo fine a 15 anni di egemonia di Angela Merkel e del suo partito conservatore CDU.
È una tendenza alla quale la Confederazione sembra sfuggire. Il primo barometro elettorale della Società svizzera di radiotelevisione (SSR) in vista delle elezioni legislative del 2023 lo dimostra ancora una volta. Dalle ultime elezioni federali del 2019, gli equilibri di forza dei vari partiti nazionali sono mutati poco, secondo il sondaggio realizzato dall’Istituto di studi sociali e politici di Zurigo (Sotomo). Solo due dei sei principali partiti registrano una variazione percentuale del proprio elettorato.
L’onda verde si attenua
Malgrado l’estate canicolare del 2022 e la minaccia di una penuria di elettricità durante l’inverno, llo slancio ecologista sembra aver perso terreno, constata l’istituto Sotomo. È vero che il Partito verde liberale (PVL, centro ecologista) guadagna 1,5 punti percentuali, diventando la formazione con la più forte progressione. Tuttavia, il partito che ha subito il calo più importante è stato quello dei Verdi (sinistra ecologista), che perde 1,5 punti. “L’onda verde si annulla, in un certo senso, da sola”, rileva lo studio.
Uno dei fattori che potrebbe spiegare la perdita di velocità del Partito ecologista svizzero (PES, i Verdi) è che non riesce sempre a soddisfare le aspettative del suo elettorato, indica Sotomo. I Verdi avevano ottenuto elettori ed elettrici a spese del Partito socialista (PS, sinistra) grazie alla loro politica climatica. Ma il partito ecologista non è riuscito a soddisfare una parte della sua base elettorale, che è tornata sui suoi passi. “Siccome l’ecologia è ormai un tema di tutti i partiti, sono solo le elettrici e gli elettori di sinistra che votano per i Verdi”, spiega la politologa Sarah Bütikofer.
La canto suo, il PVL continua a beneficiare dell’effetto novità nel panorama politico. Fondato nel 2007, ha attirato una parte dell’elettorato del Partito liberale radicale (PLR, destra), dell’Alleanza del centro (AdC) e dei Verdi, mostra il barometro elettorale.
Il PLR, altro partito dell’ala liberale, progredisce di un punto percentuale rispetto alle ultime legislative, nonostante un anno fa stesse rallentando. Il partito era stato scombussolato dalla partenza improvvisa della sua presidente, Petra Gössi. L’elezione di Thierry Burkart sembra aver permesso di stabilizzare la situazione, secondo l’istituto Sotomo.
Con il 16,1% delle intenzioni di voto, il PLR guadagna terreno sul PS (16,3%). Quest’ultimo perde 0,5 punti percentuali ma non cede il posto di secondo partito del Paese. Le percentuali dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), che resta il primo partito, dell’AdC e del Partito evangelico (PEV) rimangono stabili.
Tenendo conto dei risultati, Sotomo prevede al momento una “mezza virata” a destra per le elezioni del 2023, dopo la virata a sinistra del 2019. Il campo rosso-verde perde attualmente due punti percentuali mentre i partiti di destra guadagnano 1,5 punti.
L’impatto della guerra in Ucraina
Anche se l’onda verde si attenua, lo sconvolgimento climatico resta la principale preoccupazione della popolazione svizzera: fa parte delle tre sfide politiche principali secondo il 43% dell’elettorato. La protezione del clima è anche il tema più importante per decidere chi votare per il 23% delle persone interpellate da Sotomo.
“La guerra in Ucraina ha segnato il paesaggio politico svizzero, ma in modo indiretto”, sottolinea il politologo Michael Hermann, il quale indica, ad esempio, che la difesa del Paese o la criminalità e la sicurezza sono temi che preoccupano poco svizzeri e svizzere. Tuttavia, l’approvvigionamento energetico è diventato la sfida politica principale del Paese secondo il 36% dell’elettorato, dal momento in cui la dipendenza energetica della Confederazione dall’estero è diventata evidente.
L’aumento dei prezzi provocato dalla guerra in Ucraina crea anche un bisogno di protezione sociale, indicano gli autori e le autrici dello studio. Il 29% delle persone che hanno risposto ritiene che la sicurezza sociale e il costo della vita siano delle sfide politiche centrali. I premi dell’assicurazione malattia preoccupano ancora di più la popolazione (32% delle persone interpellate). Anche se l’aumento dei costi della sanità non è da ricondurre alla guerra, resta un peso che mette pressione sulle finanze delle economie domestiche.
Il sondaggio
Il primo barometro elettorale in vista delle legislative del 2023 della SSR è stato realizzato dall’istituto di ricerca Sotomo sulla base di dati raccolti tra il 26 settembre e il 7 ottobre. 21’038 elettori ed elettrici hanno partecipato tramite i portali web della SSR e sul sito internet di Sotomo. Il margine di errore è di +/- 1,3 punti percentuali.
Dato che chi ha partecipato all’inchiesta ha scelto di farlo spontaneamente (opt-in) la composizione del campione non è rappresentativa dell’elettorato. Per esempio, gli uomini tendono a partecipare più delle donne ai sondaggi politici. Le distorsioni del campione sono corrette da procedure di ponderazione statistica.
traduzione: Zeno Zoccatelli
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