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La scuola che sforna gli scrittori svizzeri

primo piano di una mano che impugna una penna
Scrivere richiede talento naturale, ma anche una formazione. zvg

“Mai, come oggi, i testi di giovani scrittori – e soprattutto scrittrici – sono stati di così alta qualità in Svizzera”, ha dichiarato il noto autore Peter Bichsel alle Giornate letterarie di Soletta. Forse, uno dei motivi è stata la creazione di un nuovo centro di formazione, l'Istituto letterario svizzero. Una visita a questo laboratorio.

Il posacenere al di fuori della villa a Bienne, nel cantone di Berna, dove ha sede l’Istituto letterario svizzero, è ancora vuoto. All’interno, la docente e scrittrice Regina Dürig dà il benvenuto agli studenti di lingua tedesca che partecipano al primo anno del corso di scrittura.  

“Buongiorno”, risponde l’ultimo studente che entra nella sala. Regina Dürig chiede: “E dove sono gli altri? Ne sapete qualcosa?”. L’atmosfera di intimità e la consuetudine di darsi del “tu” fanno sembrare l’Istituto di letteratura più una scuola primaria che non una scuola universitaria professionale. 

Villa Rockhall
Villa Rockhall a Bienne: qui studiano aspiranti scrittori e poeti svizzeri. Benjamin von Wyl

L’istituto offre l’unico corso di “scrittura letteraria” presso una scuola universitaria professionale in Svizzera. Come la città di Bienne, l’istituto è bilingue: la scrittura viene esercitata in lingua tedesca e francese. Mentre negli Stati Uniti centinaia di college propongono lezioni di “scrittura creativa” e in Gran Bretagna vi sono 162 diversi corsi analoghi a livello di bachelor, una formazione accademica di scrittura è molto meno diffusa nell’area linguistica tedescofona.

In Germania, Austria e Svizzera vi sono meno di dieci corsi di questo tipo. Nell’area francofona erano addirittura completamente assenti, fino a quando, oltre 10 anni fa, l’Istituto letterario svizzero ha aperto le porte a Bienne. Corsi di scrittura erano invece già presenti in Québec. 

Concentrazione ma senza stress 

Nella sala di scrittura. Oggi il compito degli studenti è di scrivere una storia in cinque minuti, iniziando con la frase “Questa è la storia che non avrei mai voluto raccontare quando ero la tua amica”. Si tratta della prima frase di un testo della scrittrice e regista Miranda July, ma gli studenti non lo sanno ancora. Scrivono con grande concentrazione, ma senza stress. La docente Regina Dürig tocca con una penna una campana tibetana: i cinque minuti stanno per finire. 

Una docente scrive alla lavagna.
Alla ricerca d’ispirazione: l’insegnante Regina Dürig scrive una citazione alla lavagna. Benjamin von Wyl

Poi tutti leggono i loro scritti a turno. Alcuni si perdono in riferimenti di teoria letteraria, altri descrivono bottiglie vuote in cucina nella migliore tradizione beat. Qualcuno attacca anche la stampa. Perché è presente qui, invece di riferire sulla situazione nelle prigioni colombiane? I testi vengono accolti dagli altri con sorrisi o frasi di apprezzamento. Servono innanzitutto a praticare la scrittura; la critica e l’analisi non figurano in primo piano. 

Profili diversi 

Molte critiche vengono rivolte invece al racconto di Miranda July, da cui è stata estratta la prima frase. A suscitare controversie è soprattutto la parte finale del testo: “Se fossi stato il suo editore, le avrei consigliato di tralasciarla”.

Gli studenti hanno un aspetto molto diverso tra di loro, tanto quanto il loro materiale di scrittura: bloc-notes, quaderni, computer portatili. Tre studenti seguono la loro prima formazione professionale, altri hanno già varie esperienze alle spalle: tra di loro un ingegnere ambientale che vuole imparare il mestiere di scrittore. Non tutti provengono da famiglie vicine al mondo dell’istruzione, alcuni non hanno genitori con una formazione superiore. 

Reddito non garantito 

In Svizzera chi decide di dedicarsi alla letteratura, rinuncia quasi sempre ad un reddito sicuro. Nei corsi di formazione per diventare attori, che offrono possibilità di trovare un impiego fisso, il numero dei candidati varia di anno in anno, in funzione della situazione economica. Presso l’Istituto letterario, fa notare la direttrice Marie Caffari, il numero di candidature è invece costante, si aggira ogni anno sul centinaio. Di questi, una quindicina vengono accettati.

Particolare di una vecchia macchina da scrivere.
Ogni anno si candida un centinaio di giovani: solo quindici sono ammessi ai corsi. zvg

Quando l’Istituto letterario è stato aperto nel 2006, solo due studenti venivano dalla Svizzera francese. Da allora, le candidature provenienti dalla Romandia, dalla Francia e dal Belgio sono aumentate e la percentuale di studenti francofoni si situa sul 30%. 

Marie Caffari se ne rallegra, ma allo stesso tempo sottolinea che, puntando sulla lingua francese o tedesca, si rischia di essere lontani dalla realtà: “Viviamo in una società multilingue. Alcuni studenti si orientano verso la letteratura anglosassone e ciò influenza la loro scrittura, altri hanno una lingua madre che non è né il tedesco né il francese”. Il bilinguismo sta diventando ormai uno spazio troppo ristretto.  

Durante la pausa si riempie il posacenere davanti alla villa di Bienne. Gli studenti dicono che preferirebbero avere più scambi con i loro omologhi francofoni e si chiedono se vogliono rimanere presso gli stessi mentori dopo il primo anno di studio. Alla fine di ogni ciclo vengono invitati a cambiare mentore per ricevere suggerimenti e visioni provenienti da altre persone.  La maggior parte della formazione non si svolge tuttavia durante i seminari o gli atelier di scrittura. Progetti individuali, spettacoli, letture e pubblicazioni costituiscono una parte importante. 

Non tutti scrivono poi romanzi 

Finora 110 studenti hanno conseguito un bachelor in scrittura letteraria a Bienne. Tra questi Arno CamenischCollegamento esterno, Michelle Steinbeck Collegamento esterno e Dorothee ElmigerCollegamento esterno, che si sono in seguito affermati come romanzieri. Ma non tutti i laureati scrivono romanzi e non tutti i romanzieri possono guadagnarsi da vivere scrivendo.

Primo piano di una penna a sfera tra le dita e quaderno con scritti a mano.
Esercizi letterari, con costanza e passione. zvg

Marie Caffari confronta la situazione dei laureati con quella di un’accademia di jazz: “Una volta sviluppata una propria pratica, sono in grado di affermarsi nel campo letterario”. Conoscono i loro interessi letterari e hanno una propria rete di contatti. Per la docente, è “la situazione particolare di un mestiere senza posto di lavoro”. 

Scrittori per uso personale 

Alcuni riescono a vivere della loro scrittura, tramite onorari per letture e vendite di libri, altri si sono affermati come artisti della parola, magari accompagnati da musicisti. Alcuni laureati hanno anche creato le loro professioni, come Julia Weber che ha messo in piedi un servizio letterario. La scrittrice offre le sue capacità per elaborare in forma letteraria degli eventi, da un compleanno privato a un festival di danza. 

I primi testi di questo tipo di Julia Weber sono stati prodotti durante un atelier di scrittura. “All’inizio volevo evitare di leggere i miei scritti ad alta voce. A poco a poco mi sono resa conto che la scrittura spontanea mi si addice”, rileva Julia Weber. Ha notato di riuscire a scrivere in breve tempo dei testi che apportano qualcosa agli altri. 

Ma la scrittrice non si è limitata solo a questo. Il suo romanzo “Immer ist alles schön” è stato pubblicato all’inizio del 2017 e da allora è stato premiato a livello internazionale. Il libro esisterebbe senza i suoi studi all’Istituto letterario svizzero? L’opinione di Weber: “Sì, ma probabilmente avrebbe un altro titolo e non sarebbe lo stesso libro”.

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