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L’élite si reca a Davos, il pianeta marcia sul posto

AFP

I leader mondiali si incontrano al Forum economico di Davos (WEF) dopo un anno caratterizzato da una stagnazione politica ed economica. Nella località grigionese discuteranno dei “soliti” problemi irrisolti.

Considerato da alcuni un semplice party in cui i milionari sorseggiano cocktail e si riempiono la bocca di belle parole, l’incontro dei leader internazionali di quest’anno affronterà ancora la crisi del debito, la crescente disoccupazione, i rischi ambientali e l’irresponsabilità della finanza.

La mancanza di passi in avanti dopo l’appuntamento del 2012 è stata sottolineata persino dal fondatore e presidente del forum Klaus Schwab, che ha deplorato la tendenza di numerosi paesi ad occuparsi soltanto dei propri interessi, invece di trovare soluzioni globali. Si fatica a realizzare progressi, ha detto nel corso di una conferenza stampa tenutasi il 15 gennaio.

«La mia speranza è che possiamo affrontare le questioni globali con maggiore ottimismo. Spero che i partecipanti potranno ripartire… sentendosi più responsabili nei confronti dell’intera società».

Il tema della 43esima edizione del WEF di Davos – “Resilient Dynamism” (Dinamismo resiliente) – è di per sé inappropriato, secondo Greenpeace Svizzera. Durante il forum (23-27 gennaio 2013), l’organizzazione ambientalista presenterà assieme alla Dichiarazione di Berna il Public Eye Awards, il “premio della vergogna” attribuito all’azienda più irresponsabile dell’anno.

I cinque principali rischi mondiali secondo gli esperti del WEF sono:

– Disparità profonda dei redditi

– Squilibri fiscali cronici

– Aumento delle emissioni di gas a effetto serra

– Crisi dell’approvvigionamento idrico

– Cattiva gestione dell’invecchiamento della popolazione

I problemi rimangono

«Anche se si percepisce un leggero dinamismo, i governi e le aziende stanno mostrando una grande reticenza al cambiamento», afferma a swissinfo.ch Michael Baumgartner, che si occupa del dossier “Responsabilità delle aziende” presso Greenpeace Svizzera.

«Se semplicemente le aziende la smettessero di causare alcuni tra i principali problemi sociali ed ecologici del pianeta, noi non dovremmo tentare di risolverli. Si può giungere a soluzioni soltanto partendo dal basso, con gente che fa sentire la propria voce», ritiene Baumgartner.

Nel 2012, il pianeta sembra aver marciato sul posto dal profilo economico e politico. Nonostante le rivoluzioni della primavera araba, che due anni fa hanno dominato l’agenda di Davos, in Libia, in Egitto e soprattutto in Siria continuano a sussistere enormi problemi.

L’anno scorso, l’economia mondiale ha segnato una crescita del 2,3%, indica la Banca mondiale. Ma i motori della crescita, in particolare la Cina, hanno subito un rallentamento. L’Unione europea è sempre confrontata con la crisi del debito, mentre i politici negli Stati Uniti continuano a bisticciare tra loro in un momento in cui il paese si sta dirigendo verso l’insolvenza.

Tra le grandi banche, in Svizzera come all’estero, gli scandali finanziari sono all’ordine del giorno. E il Global Risks Report del WEF pubblicato a inizio gennaio evidenzia un accresciuto rischio di catastrofi ambientali, visto che alcuni paesi hanno tralasciato gli impegni ecologici per focalizzarsi invece sulla crescita economica.

Il paese più stabile del mondo

In quanto nazione ospitante del forum, la Svizzera è considerata da più parti un esempio di come si può resistere ai contraccolpi.

A differenza della maggior parte dei paesi più avanzati, l’economia elvetica ha infatti resistito relativamente bene alla crisi. Nel 2013 dovrebbe crescere dell’1,3% (nell’eurozona si prevede invece una leggera contrazione). Il tasso di disoccupazione dovrebbe dal canto suo rimanere a un livello decisamente più basso rispetto agli altri paesi.

Nel suo recente libro Antifragile, il guru dell’economia Nassim Nicholas Taleb ha definito la Svizzera il paese più stabile al mondo. Ciononostante, la Confederazione continua ad essere confrontata con molti dei problemi evocati nel rapporto del WEF.

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Lavorare insieme

La crescente disparità dei redditi è stata all’origine di un’iniziativa “contro le retribuzioni abusive”, sulla quale l’elettorato elvetico si esprimerà il prossimo 3 marzo.

Il Barometro delle apprensioni del Credit Suisse, pubblicato nel dicembre dell’anno scorso, evidenzia che il principale timore della popolazione svizzera è la perdita del posto di lavoro.

I ripetuti scandali della banca UBS, oltre alle persistenti vertenze fiscali, hanno poi alimentato i dubbi sulla capacità del settore finanziario di resistere agli urti. L’industria è invece inquieta per le conseguenze di regole ancor più severe.

«Per gestire i rischi bisogna innanzitutto assumerli. I leader devono essere più innovativi e coraggiosi», ha detto ai giornalisti Lee Howell, direttore generale del WEF, nella sede dell’organizzazione a Cologny, nel canton Ginevra.

Il messaggio implicito è chiaro: per risolvere i problemi, i leader politici ed economici devono lavorare insieme, invece di continuare ad agire per i loro interessi.

Il Forum economico mondiale (World Economic Forum, WEF) è stato fondato da Klaus Schwab nel 1971 a Davos, inizialmente con il nome di Management Symposium. Il suo scopo è di facilitare i contatti tra i leader europei e quelli nordamericani.

L’incontro annuale si è sempre svolto nella nota località grigionese. L’unica eccezione è stata l’edizione 2002, trasferita a New York, in omaggio alle vittime degli attentati dell’11 settembre 2001.

La sede del WEF è a Cologny, nel canton Ginevra. Il suo budget annuale è finanziato da un migliaio di aziende affiliate.

Oltre ad organizzare l’appuntamento di Davos, il WEF promuove simposi, gruppi di lavoro e studi in diversi paesi del mondo. Svolge inoltre diverse analisi globali e particolari su incarico dei propri membri.

L’organizzazione ritiene di aver contribuito a placare diverse dispute internazionali, tra cui quella tra Turchia e Grecia, tra le due Coree, tra la Germania Est e la Germania Ovest, così come quella dell’apartheid in Sudafrica.

A Davos si riuniscono i grandi nomi del mondo economico, politico, accademico e dello spettacolo. Tra i partecipanti delle passate edizioni si possono citare Nelson Mandela, Bill Clinton, Tony Blair, Bono, Angela Merkel, Bill Gates e Sharon Stone.

La 43esima edizione si svolge dal 23 al 27 gennaio 2013. Nella località grigionese sono attesi circa 2’500 partecipanti.

Tra i capi di governi presenti si possono citare il premier britannico David Cameron, il primo ministro russo Dmitri Medvedev, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il primo ministro italiano Mario Monti.

Traduzione dall’inglese di Luigi Jorio

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