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La città del futuro dovrà essere più leggera, flessibile e verde

Skyline di singapore
Vista su Singapore dall'Art Science Museum. Benoit Decout / laif

Il Politecnico federale di Zurigo ha lanciato a Singapore un progetto di ricerca sulle città del futuro. Il rinverdimento delle facciate può sostituire gli impianti di climatizzazione? Come incide il cambiamento climatico sull’edilizia? Ne abbiamo parlato con il direttore dell’istituto di ricerca, cercando di capire cosa può imparare la Svizzera dalla tropicale Singapore.

Nel 2010 il Politecnico federale di Zurigo (ETH) e la National Research Foundation hanno fondato a Singapore il Future Cities LaboratoryCollegamento esterno come primo programma del Singapore-ETH Centre for Global Environmental Sustainability (SEC). Il laboratorio, che viene finanziato in misura del 90 per cento dallo Stato di Singapore, estende la sua ricerca alla città del futuro, al fenomeno della resilienza e ai metodi per rinfrescare lo spazio urbano.

swissinfo.ch: Che cosa può imparare la Svizzera da Singapore e viceversa?

Gerhard Schmitt: Singapore è riuscita a riunire entro uno spazio molto ristretto culture e religioni diverse, offrendo a tutti la possibilità di vivere in pace e sicurezza. Per un’isola delle dimensioni del Lago di Ginevra, con cinque milioni e mezzo di abitanti, il secondo porto più grande del mondo e un aeroporto che accoglie fino a 70 milioni di passeggeri si tratta di un’impresa colossale.

Viceversa, Singapore si è sempre ispirata al modello della democrazia diretta svizzera, alla nostra pluralità linguistica e a un esecutivo che gode di ampio sostengo popolare, alla capacità innovativa e alla marcata competitività del nostro Paese, ma soprattutto al nostro sistema di formazione.

“Per quanto riguarda i grattacieli Singapore ha dato vita a una propria cultura che non ha uguali nel mondo”.

Concretamente: cosa può imparare la Svizzera da Singapore sui grattacieli, i climatizzatori e la densificazione urbana?

Molto. Per quanto riguarda i grattacieli Singapore ha dato vita a una propria cultura che non ha uguali nel mondo. L’integrazione di gruppi di popolazione e culture diversi si riflette nell’occupazione dei grattacieli.

È meglio invece non imitare l’impiego di climatizzatori in insediamenti e uffici con vetrate semplici e privi di isolazione. Nel campo della densificazione abbinata all’integrazione e a una crescente qualità della vita Singapore sta chiaramente fissando nuovi standard.  

Singapore è una città molto verde. Quali conclusioni si possono trarre dall’effetto del rinverdimento sulla qualità dell’aria e della vita?

Singapore è una città in giardino. Già il suo fondatore Lee Kuan Yew sposò questa strategia, che viene perseguita anche ai nostri giorni migliorando la qualità dell’aria, ma soprattutto quella della vita. 

barca in una foto in bianco e nero
Singapore nel 1942. Keystone / Frank Noel

Nonostante una densità estrema di oltre 7000 abitanti per chilometro quadrato è un pullulare di aree di svago e alberi ombreggianti, il che risulta imprescindibile in una regione con una temperatura media di 28°C e un’umidità superiore al 90 per cento.

Significa che dovremmo costruire soltanto edifici rinverditi?

Il rinverdimento delle facciate diventa effettivamente un fattore cruciale, più necessario e semplice da realizzare in un clima caldo e umido come quello di Singapore che alle nostre latitudini. Tuttavia è auspicabile che anche in Europa e soprattutto in Svizzera si sviluppi una cultura del rinverdimento, anche perché rispetto alle soluzioni attuali offre molti vantaggi.

“È auspicabile che anche in Europa e soprattutto in Svizzera si sviluppi una cultura del rinverdimento”.

In risposta al cambiamento climatico la città di Zurigo ha sviluppato degli approcci volti a ridurre il calore. Lei che ne pensa?

Lo trovo fantastico, soprattutto perché sono nati da un movimento democratico che ha coinvolto la base. Sono inoltre un ottimo esempio di ‘responsive city’ [coinvolgimento delle comunità nella pianificazione urbana, N.d.T.].

Ciò che possiamo imparare da Singapore è l’interconnessione diretta tra scienza e provvedimenti. A Singapore le misure sono l’ultimo anello di una lunga catena composta da idee, simulazioni, raffronti, riflessioni scientifiche di fondo, visioni futuristiche ed esigenze economiche.

In tal senso, in Svizzera siamo spesso più audaci e pronti a testare direttamente qualcosa senza che poggi sui risultati di una ricerca di base effettuata a monte. E non è detto che il risultato sia addirittura migliore. Grazie a provvedimenti analoghi sviluppati nel corso degli anni, Zurigo è diventata la metropoli con l’alta qualità di vita che conosciamo oggi.

singapore
I supertrees nel parco di Gardens by the Bay. Thomas Linkel / laif
veduta aerea della Garden Bay
Vista dalla Singapore Flyer, la ruota panoramica nel parco Gardens by the Bay. Daniela Schwebke / Oneworld Picture
cascata e vegetazione all interno di un edificio vetrato
All’interno di una cupola di vetro cresce una foresta pluviale artificiale e si trova la cascata artificiale più alta del mondo (35 metri). Thomas Linkel / laif
fgacciata di un palazzo ricoperta dalla vegetazione
Parete vegetalizzata a Singapore. Pavel Sipachev
piante e palazzi
Tiong Bahru, un quartiere nato negli anni Trenta del secolo scorso. Thomas Linkel/laif

Come pianificheremo e costruiremo le città in futuro, anche in considerazione del cambiamento climatico?

Seguendo la logica, direi che costruiremo in maniera decisamente più leggera e modulare. Dovremo coordinare e permeare meglio le diverse funzioni della città e dei singoli edifici per evitare inutili flussi di pendolari.

Nella scelta dei materiali troveremo molto più legno, sia negli interni che all’esterno, riducendo in tal modo il consumo di CO2. Assumerà crescente importanza anche la simulazione delle città, in modo tale da prevedere le conseguenze di determinate scelte pianificatorie prima della loro effettiva realizzazione.

“Nel raffronto globale le città svizzere crescono lentamente, ma a ritmo costante”.

Rispetto ad altri Paesi, come si differenzia la pianificazione urbana in Svizzera, visto che non abbiamo alcuna metropoli?

In Svizzera la pianificazione urbana poggia su una base democratica più ampia e avviene spesso a tappe. Per contro, risulta più durevole e sostenibile che in altri Paesi.

Come cambia lo sviluppo delle città nelle varie parti del mondo e dove si colloca la Svizzera?

Nel raffronto globale le città svizzere crescono lentamente, ma a ritmo costante, con poche eccezioni. In alcune città dell’Europa dell’est e in America troviamo aree che stanno scomparendo e zone in rapida densificazione, come nella regione del Reno-Meno.

Niente di paragonabile tuttavia allo sviluppo osservato in Asia e in particolare in Africa, dove troviamo oltre l’80 per cento dello sviluppo urbano su scala mondiale. Fra pochi anni la stragrande maggioranza della popolazione vivrà nelle attuali e nuove città. Si calcola che nei prossimi 25 anni esse ospiteranno due miliardi di persone in più.

palazzi abitativi di vari colori
Abitazioni sovvenzionate dallo Stato a Singapore. Alberto Bernasconi / laif

Quali errori sono stati commessi finora nella pianificazione urbana?

Nelle zone tropicali e subtropicali abbiamo ripreso troppi schemi dalle nostre zone climatiche più fresche. È mancata la comprensione per il metabolismo di una città tropicale, fondamentalmente diverso da quello europeo, con conseguente consumo smodato di energia, inquinamento dell’aria e congestionamento del traffico.

Direi quindi che ogni città deve comprendere le proprie caratteristiche locali ed elaborarle ancor prima di costruire in programmi di simulazione, per evitare l’insorgere di problemi maggiori. Si sa infatti che le migliorie a posteriori non danno quasi mai buoni risultati.

L’intervista è stata svolta per iscritto.

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Traduzione dal tedesco: Lorena Mombelli

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