La riduzione dell’orario di lavoro sarà testata con il personale comunale che lavora a turni e che quindi è più facilmente esposto a livelli elevati di stress. Oltre ai dipendenti dei servizi di assistenza e di supporto, sono compresi i lavoratori e le lavoratrici delle imprese di pulizia, della polizia e dei trasporti.
“Abbiamo urgentemente bisogno di rallentare”, ha dichiarato il consigliere comunale David Garcia Nuñez. Molti dipendenti oggi soffrono di stress e burnout. “Chi, se non la ricca città di Zurigo, può permettersi di provare la settimana di 35 ore?”.
Sostenuta da una maggioranza di sinistra, la relativa mozione per ridurre la durata della settimana lavorativa è stata accettata con 60 voti favorevoli e 57 contrari.
Non è chiaro quanto costerà questa misura. Se la settimana lavorativa più breve venisse introdotta in tutta l’amministrazione comunale, secondo una stima le spese aggiuntive ammonterebbero a 110 milioni di franchi svizzeri. Per colmare i vuoti dovrebbero essere assunte 1’500 persone supplementari.
La città intende valutare il progetto pilota in modo “scientifico”, analizzando non solo la salute e la produttività dei dipendenti e delle dipendenti, ma anche le emissioni di CO2 dovute alla riduzione degli spostamenti.
Proposte simili per una settimana lavorativa più breve con la stessa retribuzione sono state discusse a livello federale. Finora sono state respinte.
In Svizzera la durata media di un lavoro a tempo pieno è di 41,7 ore a settimana. Il Paese ha anche una delle più alte percentuali di dipendenti che lavorano a tempo parziale, soprattutto tra le donne.
Diversi Paesi e aziende in tutto il mondo hanno sperimentato settimane lavorative più brevi, tra cui Islanda, Svezia e Nuova Zelanda. L’idea si è affermata durante la pandemia di coronavirus, che ha messo in evidenza l’equilibrio tra lavoro e famiglia, tra chiusure e obblighi di telelavoro.
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