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La riforma fiscale preoccupa la diaspora svizzera in Thailandia

banconote di baht thailandesi
Banconote di baht thailandesi. Keystone / Diego Azubel

La Thailandia ha deciso di introdurre una riforma fiscale che prevede la tassazione dei redditi esteri, prima esenti, a partire dal 1° gennaio 2024. Questa riforma potrebbe avere importanti ripercussioni finanziarie per le circa 6'000 persone pensionate di nazionalità svizzera residenti in Thailandia.

La Thailandia è molto popolare tra le persone pensionate, non solo per il suo stile di vita rilassato, ma anche per i vantaggi fiscali che offre.

Secondo la prassi attuale, i redditi percepiti all’estero sono tassabili solo se vengono trasferiti in Thailandia nello stesso anno fiscale in cui sono stati percepiti. In altre parole, una rendita percepita in Svizzera nel 2022 o prima è esente da imposte se viene trasferita su un conto in Thailandia nel 2023.

“Questa pratica è del tutto legale”, afferma Josef Schnyder, delegato dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE) in Thailandia. Dato che l’imposta sul reddito nel Paese asiatico è progressiva e può raggiungere il 35%, la maggior parte delle persone ricorre a questa manovra.

Cosa prevede la riforma?

La riforma fiscale elaborata dal Governo thailandese prevede che dal 1° gennaio 2024 le persone residenti, ossia coloro che soggiornano nel Paese per almeno 180 giorni all’anno, dovranno pagare le imposte sui redditi esteri trasferiti nel Paese.

“L’annuncio ha suscitato grande clamore tra gli espatriati, in particolare tra i pensionati”, afferma Josef Schnyder. Delle 9’955 persone con nazionalità elvetica che vivevano in Thailandia a fine 2022, circa 6’000 sono in pensione, stima Schnyder. Queste ultime godono dello stile di vita confortevole offerto da una rendita di vecchiaia svizzera, sulla quale non pagano le tasse.

Josef Schnyder
Josef Schnyder è delegato dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero in Thailandia. zvg

In attesa di chiarimenti

Quando la riforma è stata annunciata nel settembre 2023, alcuni punti erano ancora da chiarire. Nel novembre 2023, un aggiornamento del progetto ha dissipato parte dei dubbi.

È ormai certo che i redditi dell’AVS (Assicurazione vecchiaia e superstiti) e delle casse pensioni saranno imponibili. Pensionati e pensionate saranno quindi interessati dalla riforma.

Solo i redditi percepiti dal 1° gennaio 2024 saranno imponibili. Ciò significa che, a partire dal 2024, le persone anziane espatriate pagheranno le tasse sulle loro rendite di vecchiaia, sia che vengano trasferite in Thailandia nello stesso anno o successivamente. Se i contribuenti potranno dimostrare che il denaro è stato ricevuto prima del 31 dicembre 2023, rimarranno esenti da imposte.

La Thailandia prevede anche di esentare alcune categorie di pensionati e pensionate straniere, in particolare coloro che possiedono un visto LTR (“Long Term Visa”), valido per dieci anni. In questo modo, il Paese spera di rimanere attraente per le persone pensionate facoltose. Per ottenere il visto a lungo termine è necessario avere una rendita di vecchiaia di almeno 80’000 dollari all’anno, o di 40’000 dollari all’anno e investire 250’000 dollari in Thailandia, ad esempio nel settore immobiliare.

Restano delle questioni irrisolte

Nonostante i recenti chiarimenti, l’attuazione della riforma solleva ancora interrogativi.

Ad esempio, il Governo non ha annunciato se applicherà le attuali aliquote progressive ai nuovi redditi imponibili o se saranno previste aliquote speciali. Anche le modalità di distinzione tra i diversi tipi di reddito (interessi, dividendi, capitale) non sono ancora state definite.

Inoltre, la riforma avrà un impatto sulla convenzioneCollegamento esterno conclusa tra la Svizzera e la Thailandia per evitare la doppia imposizione in materia di imposte sul reddito.

Nemmeno le autorità federali dispongono di informazioni precise a tal proposito. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) afferma che “i dettagli delle modifiche annunciate in materia di tassazione in Thailandia, le loro possibili conseguenze per i cittadini svizzeri e il loro impatto sulla convenzione contro la doppia imposizione tra la Svizzera e la Thailandia non sono ancora chiari”.

Nel Paese asiatico, la comunità elvetica è inquieta. Secondo Josef Schnyder, che è in contatto con l’ambasciata svizzera a Bangkok, “probabilmente verrà organizzato un incontro informativo sull’argomento ma, al momento, non ne ho conferma”.

Attuazione lunga e complicata

L’attuazione della riforma fiscale tailandese richiederà di attribuire un numero di identificazione fiscale internazionale (ITIN) ai e alle contribuenti stranieri. Attualmente, la maggior parte delle persone interessate ne è sprovvista.

“In che modo le autorità prevedono di istituire e monitorare tale sistema?”, si chiede Josef Schnyder, secondo cui ci vorranno diversi mesi, se non anni. Nel frattempo, le persone interessate potrebbero continuare a non pagare le tasse sul loro reddito.

Per evitare spiacevoli sorprese, Schnyder raccomanda ai suoi connazionali di informarsi sulla loro situazione presso una persona specializzata in fiscalità internazionale.

Quali sono gli obiettivi della Thailandia con questa riforma?

Secondo il delegato dell’OSE, negli ambienti della diaspora elvetica si sostiene che la riforma non prenderebbe di mira le persone pensionate, che danno un contributo significativo all’economia del Paese, ma piuttosto i nomadi digitali, che lavorano in Thailandia ma non pagano le imposte sul reddito.

Anche molti operatori valutari e agenti di borsa depositano ingenti somme di denaro su conti all’estero e le rimpatriano solo l’anno successivo, per beneficiare del sistema.

Traduzione di Luigi Jorio

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