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La scienza, anche in Svizzera, ha bisogno di più diplomazia e di più ricercatrici

Sara Ibrahim

Tra virus, varianti e misteri, la Svizzera tende la mano alla diplomazia scientifica per affrontare le sfide future come pandemie e catastrofi climatiche. Ma dovrebbe fare di più per incentivare la presenza delle donne nella ricerca.

La “guerra” contro la Covid-19 procede a colpi di green pass obbligatorio e ulteriori restrizioni per le persone non vaccinate, non guarite o non in possesso di un test negativo nei Paesi confinanti con la Svizzera, come Francia, Italia e Germania. Anche il governo elvetico, normalmente più liberale dei suoi vicini, ha finalmente deciso di estendere l’uso del certificato Covid anche ai luoghi chiusi come bar, ristoranti, musei e teatri. L’obiettivo è di incentivare la vaccinazione di chi tentenna, specialmente con l’autunno alle porte e il rischio di un aumento delle ospedalizzazioni.

Per saperne di più sulle misure anti Covid-19 in vigore in Svizzera leggete il nostro articolo:

Altri sviluppi

Nessun obbligo particolare è previsto per gli istituti scolastici per il momento, ma con l’inizio del nuovo anno accademico, le università si dividono sull’uso del certificato per ammettere gli studenti nelle aule. La mia collega Isobel Leybold-Johnson ha descritto le misure decise finora nei diversi atenei svizzeri e le reazioni contrastanti di chi le frequenta. Se una parte del corpo accademico accoglie con favore l’uso del certificato, l’Unione svizzera degli e delle universitari-e rivendica che l’accesso all’eduzione sia garantito a tutti.

Leggete l’articolo di Isobel Leybold-Johnson:

Altri sviluppi

E mentre in Paesi come Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia si comincia a somministrare la terza dose del vaccino, la Svizzera registra una delle percentuali più basse di vaccinati che hanno ricevuto le due dosi in EuropaCollegamento esterno, alla stregua della Grecia, della Repubblica Ceca e dell’Estonia. Molti Cantoni si stanno dunque muovendo per potenziare il sistema di tracciamento dei contatti.

fumetto terza dose vaccino
“La terza dose del vaccino è consigliata alle persone in condizioni particolari”. “Quali condizioni?”. “Essere ricche”. © Chappatte in NZZ am Sonntag, Zurich www.chappatte.com

Ma queste misure potrebbero non bastare. L’immunologo dell’ETH Sai Reddy ha infatti dichiarato che una “super variante” del coronavirus – che combina diversi ceppi esistenti – potrebbe emergere rendendo insufficiente la sola misura della vaccinazione. “Ecco perché dobbiamo prepararci a diverse vaccinazioni nei prossimi anni, che saranno continuamente adattate alle nuove varianti”, ha detto lo scienziato.

Cosa ne pensate? Le misure in vigore sono sufficienti per contrastare l’evoluzione del coronavirus? Fateci sapere la vostra opinione.

L’origine della Covid-19 è ancora un mistero

Rimangono dunque molti i punti di domanda sull’evoluzione della pandemia, ma un mistero ancora irrisolto riguarda l’origine del virus SARS-CoV-2. La questione è molto politicizzata e strumentalizzata, tuttavia le indagini, ora in stallo, dovrebbero continuare, chiedono gli scienziati autori del primo report sulla genesi della Covid-19 dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), secondo i quali la finestra di tempo utile per effettuare studi scientifici fondamentaliCollegamento esterno si starebbe chiudendo.

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La dichiarazione della SRG sulla protezione dei dati fornisce ulteriori informazioni sul trattamento dei dati.

Non è infatti ancora stato trovato l’animale intermedio che ha trasmesso il virus agli esseri umani. Inoltre, l’ostruzionismo delle indagini da parte di Pechino, che continua a rifiutare di condividere i dati grezzi sui primi casi di Covid-19 e sugli esperimenti presso l’Istituto di virologia di Wuhan, getta benzina sul fuoco e avvalora l’ipotesi dell’incidente di laboratorio.

Il consenso tra i virologi che lavorano in Svizzera tende verso la zoonosi, ma c’è chi pensa che la teoria dell’incidente di laboratorio debba essere presa più seriamente. SWI swissinfo.ch si occuperà della questione in un articolo di imminente pubblicazione. Ecco a voi un’anteprima in esclusiva:

     La ricerca delle origini della Covid-19 è controversa e complessa. La Cina non è mai stata pienamente collaborativa e trasparente e finora ha sempre negato l’accesso a dati e campioni completi. Questo ha ostacolato il lavoro dell’OMS, che ha inviato un team di ricercatori indipendenti a Wuhan tra gennaio e febbraio 2021 per svolgere indagini approfondite. Nonostante la difficile collaborazione con il governo cinese, l’OMS ha respinto l’ipotesi dell’incidente di laboratorio nel suo studio globale sulle origini del SARS-CoV-2, etichettandolo come “estremamente improbabile”, sulla base però di dati incompleti.

“Dobbiamo prendere sul serio entrambe le ipotesi [la zoonosi e l’incidente di laboratorio] finché non avremo dati sufficienti”, dice a swissinfo.ch Richard Neher, professore ed esperto di evoluzione dei virus presso l’Università di Basilea.

Cosa ne pensate della discussione sull’origine della Covid-19? Vi sembra importante sapere la verità su ciò che ha generato questa pandemia? Fateci sapere la vostra opinione.

La diplomazia scientifica come collante tra le Nazioni

Le sfide poste dalla pandemia e dal progresso tecnologico sottolineano l’importanza del dialogo tra scienza, società e governi per anticipare le minacce e le innovazioni future. La diplomazia scientifica potrebbe incoraggiare la transizione verso una scienza universale e promuovere l’impegno di tutte le Nazioni verso soluzioni comuni.

Ecco perché la Confederazione svizzera, insieme al Cantone e alla città di Ginevra, hanno creato un nuovo evento che unisce scienza e diplomazia attraverso una rinnovata forma di multilateralismo di cui Ginevra è l’epicentro. Stiamo parlando del GESDA (Geneva Science and Diplomacy Anticipator) Summit 2021Collegamento esterno, che si terrà nella città più internazionale della Svizzera tra il 7 e il 9 ottobre. In qualità di media partner, SWI swissinfo.ch sarà presente all’evento per coprire tematiche quali la decarbonizzazione, la protezione degli oceani e dei coralli e la rivoluzione quantistica.

La scienza è donna

MARGARITA CHLI, FOTO
Margarita Chli è professoressa e responsabile del Vision for Robotics Lab presso il Politecnico federale di Zurigo ETHZ. ethz

Un’altra sfida che il mondo della scienza è chiamato ad affrontare riguarda la presenza di un maggior numero di donne in ambiti ancora molto maschili come l’ingegneria, l’informatica e la robotica. Secondo l’Istituto di statistica dell’UNESCO UISCollegamento esterno, meno del 30% delle persone che fanno ricerca nel mondo sono donne. In Svizzera, la percentuale di professoresse si attesta al 23%, al di sotto della media europea. Cosa si può fare per ridurre il divario di genere e rendere la scienza più inclusiva?

Seguire la propria strada e diventare un modello è la risposta, secondo Margarita ChliCollegamento esterno, professoressa e responsabile del Vision for Robotics Lab presso il Politecnico federale di Zurigo ETHZ. Margarita apre la nuova serie di SWI swissinfo.ch dedicata alle donne nella scienza, un tema che è molto caro anche all’NCCR RoboticsCollegamento esterno – il Centro nazionale svizzero di competenza nella ricerca robotica – con cui swissinfo.ch collabora. Ecco un estratto dell’intervista che vedrete a breve online:

Una volta, qualcuno mi ha fatto riflettere sul fatto che il mio percorso di carriera non era accessibile alle donne 20 anni fa. Questa è una grande responsabilità, ma anche un’opportunità molto eccitante. Il mio sogno è di poter diventare un buon modello e una fonte di ispirazione, qualcuno che attragga sia i giovani uomini sia le giovani donne nel mondo della scienza perché: ‘Vorrei diventare come lei’. Vorrei mostrare a tutti e a tutte quello che la robotica può fare di buono per la nostra società e aggiungere un piccolo tassello nel muro di ciò che la rende migliore. Ma chi, in fondo, sogna qualcosa di diverso?

Avete commenti, osservazioni o domande sulle ultime notizie dal mondo della scienza? Parliamone di fronte a un caffè (virtuale).

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E se le emissioni di CO2 iniziassero a calare? L’azienda svizzera Climeworks ha inaugurato in Islanda il più potente impianto del mondo per la rimozione e il sequestro permanente del CO2 presente nell’aria:

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Usiamo la pellicola di cellophane quasi ogni giorno. Ma quasi nessuno sa che dobbiamo questo pratico materiale da imballaggio al chimico svizzero Jacques Edwin Brandenberger:

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Le batterie sono ovunque. Importanti iniziative di ricerca europee e svizzere stanno cercando di soddisfare la richiesta di innovazione nel settore delle batterie:

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Sul Web non esiste l’anonimato. L’arresto di un attivista per il clima che utilizzava il servizio svizzero di posta elettronica ProtonMail lo conferma:

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