La Svizzera condanna il tesoriere di Gheddafi
In qualità di gestore del ricco fondo Libya Africa Investment Portfolio (LAP), Bashir Saleh Bashir era uno degli uomini più vicini al dittatore libico. Dopo oltre dieci anni di indagini, l'uomo – latitante – è stato di recente condannato dalla Procura federale per riciclaggio e a partecipazione un'organizzazione criminale.
Rue du Mont Blanc 14, Ginevra, aprile 2011. Gli agenti della Polizia federale (Fedpol) sbarcano negli uffici della fiduciaria Firex Audit & Consulting SA e procedono a una perquisizione. Vengono sequestrati diversi classificatori. Alcuni hanno le indicazioni di alcune banche – BNP e Credit Agricole – altri raccolgono la contabilità di un’altra società ginevrina: la LAP (Suisse) SA, basata a Meyrin.
Quest’ultima è una filiale svizzera del Libya Africa Investment Portfolio (LAP). Questo potente fondo d’investimento libico, strumento d’influenza di Muammar Gheddafi nell’Africa subsahariana, è gestito dal 1998 dal suo capo di gabinetto e tesoriere, Bashir Saleh Bashir.
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La polizia ha effettuato questa perquisizione perché era sulle tracce delle attività svizzere di Bashir Saleh e della sua famiglia. All’inizio del 2011, in seguito alle rivolte contro il regime libico, il Consiglio federale ha ordinato il congelamento di tutti i beni della famiglia Gheddafi e dei suoi seguaci. Nell’aprile dello stesso anno, a seguito di una segnalazione di transazione sospetta presentata da un istituto bancario, il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha aperto un’indagine penale nei confronti di Hussein Saleh Bashir, figlio di Bashir Saleh.
Sebbene il giovane non compaia nell’ordinanzaCollegamento esterno del governo svizzero che impone misure contro la Libia, gli investigatori federali vogliono comunque saperne di più su alcune transazioni bancarie sospette. In particolare, ad attirare la loro attenzione è un pagamento di circa 2,8 milioni di franchi effettuato dal padre. Un anno più tardi, nel maggio 2012, anche quest’ultimo finisce sotto indagine per sospetto riciclaggio e partecipazione ad un’organizzazione criminale.
2,3 milioni di franchi svizzeri finalmente confiscati
Dopo aver interrogato diverse persone, tra cui lo stesso Hussein Bashir, l’MPC ha deciso di archiviare l’indagine nei suoi confronti. Il decreto d’abbandono parziale nei suoi confronti prevedeva comunque la confisca dei fondi detenuti in un conto svizzero intestato a una delle sue società, meno un importo di 480’000 dollari. Si tratta del saldo disponibile sul conto prima che il padre versasse i 2,8 milioni di dollari sospetti. Secondo la Procura federale, questo denaro era legato a un’organizzazione criminale denominata Uomini della Tenda, ossia la cerchia di potere di Muammar Gheddafi di cui faceva parte Bashir padre.
Il giovane Bashir, però, non ci sta e ricorre con successoCollegamento esterno presso il Tribunale penale federale. All’epoca, l’inchiesta svizzera non aveva dimostrato l’appartenenza del padre a un’organizzazione criminale. I giudici di Bellinzona hanno quindi stabilito che, in virtù della presunzione di innocenza, non si poteva stabilire che i fondi contestati rientrassero nella sfera di influenza di questa organizzazione.
Allo stesso tempo, tuttavia, gli investigatori federali continuano le loro indagini. La Fedpol è sulle tracce di Bashir Saleh Bashir, scomparso dopo la caduta del regime libico nel 2011. Una richiesta di assistenza giudiziaria è inviata al Sudafrica, il Paese in cui l’uomo sembraCollegamento esterno essersi rifugiato. Pretoria però non risponde, nonostante le sollecitazioni elvetiche. È così che la procuratrice federale Sophie Chofflon Pointet decide che vi sono comunque tutti gli elementi per condannare Saleh Bashir in sua assenza. Il decreto d’accusa che lo riguarda, che abbiamo potuto consultare, è entrato di recente in giudicato: il tesoriere del colonnello Gheddafi è stato giudicato colpevole di “partecipazione a un’organizzazione criminale” e “riciclaggio di denaro aggravato”. Il latitante ha ricevuto una condanna a cinque mesi di reclusione con sospensione condizionale. Sono stati inoltre confiscati 2,3 milioni di franchi svizzeri. La maggior parte di questo denaro era depositato sul conto del figlio.
Gli Uomini nella Tenda: un’organizzazione criminale
Nel marzo 2012, Fedpol ha pubblicato un rapporto sulla rete criminale degli Uomini nella Tenda, la cerchia di fedelissimi di Muammar Gheddafi che ha controllato la Libia e le sue immense risorse naturali per oltre quattro decenni. Per gli investigatori svizzeri, questa struttura ha tutte le caratteristiche di un’organizzazione criminale di tipo mafioso, i cui reati possono essere qualificati dalla legge svizzera come corruzione passiva, abuso di autorità o amministrazione infedele.
Fondati su un’alleanza tra la tribù Qadhahfa e le tribù alleate Ourfalla e Magarha, gli Uomini della Tenda formavano una sorta di clan all’interno del regime. “Un gruppo di persone legate al leader della Rivoluzione da sangue, alleanza o amicizia che ha operato per decenni dietro la facciata formale di un sistema politico ufficiale”, si legge nel decreto d’accusa riguardante Bashir Saleh. Gli Uomini della Tenda avevano quindi accesso illimitato alle risorse e alle infrastrutture dello Stato libico. Questo ha dato loro accesso alla “più grande professionalità e alla più grande forza d’urto nell’uso della violenza”.
Bashir Saleh Bashir è stato il capo dello staff di Gheddafi per tredici anni. Era soprannominato “qalam al-ga’id” (“penna del capo”). Era lui a tenere i cordoni della borsa, in particolare come amministratore delegato del fondo di investimento LAP. Per questo motivo è stato identificato come “uomo chiave” degli Uomini nella Tenda, in particolare per il suo ruolo di “responsabile finanziario”. In questa veste, ha aperto conti bancari in Svizzera per depositare i fondi ottenuti con le attività criminali dell’organizzazione.
Una donazione per “entrare nel settore della ristorazione”
L’indagine ha stabilito che Bashir Saleh Bashir aveva aperto due conti in Svizzera nel marzo 2007: uno a nome del figlio, l’altro a proprio nome. Il conto del figlio ha ricevuto 3,8 milioni di franchi svizzeri tra aprile 2007 e gennaio 2008: il denaro proveniva da conti esteri controllati da due compagnie aeree del Mali, ora inattive. Questi trasferimenti sono avvenuti quando Bashir era il più stretto consigliere di Gheddafi, membro chiave della rete Uomini nella tenda e funzionario pubblico in qualità di amministratore delegato del fondo LAP. Nello stesso periodo, il fondo ha investito in vari progetti di aviazione.
La maggior parte di questo denaro è stata trasferita sul conto personale di Bashir Saleh Bashir, che ha poi ritrasferito 2,8 milioni sul conto del figlio. Hussein ha affermato che il denaro era un regalo del padre per consentirgli di entrare nel settore della ristorazione. Altri 406’000 euro sono stati trasferiti a Kafa Kachour Bashir, moglie di Bashir.
Secondo l’MPC, Bashir Saleh Bashir ha aperto questi conti “per ricevere fondi in relazione alle attività criminali della rete degli Uomini della Tenda e destinati a questa rete”. Avrebbe anche accettato fondi dalle compagnie aeree maliane sui suoi conti, senza alcuna giustificazione e mentre era un funzionario pubblico, e avrebbe utilizzato società offshore “per prendere le distanze” dalle sue operazioni. Ha poi ritrasferito questi fondi “che sapeva appartenere a un’organizzazione criminale”. Per questi motivi, il tesoriere di Gheddafi è stato riconosciuto colpevole anche di riciclaggio di denaro.
Articolo a cura di Samuel Jaberg
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