La Svizzera, un Paese di minoranze
La sessione invernale delle Camere federali ha offerto ancora una volta uno spaccato della politica svizzera, in cui si cerca sempre un equilibrio tra maggioranze e minoranze.
Che tipo di Paese è la Svizzera? Le sessioni parlamentari offrono una radiografia piuttosto affidabile per capire qual è l’idea che si fa di sé la Confederazione. La doppia elezione in Consiglio federale, momento saliente della sessione invernale di quest’anno, ha offerto molti spunti in tal senso.
Con le dimissioni della ministra dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni Simonetta Sommaruga (Partito socialista) e del ministro delle finanze Ueli Maurer (Unione democratica di centro), due pesi massimi della politica lasceranno il Governo alla fine dell’anno. Per molto tempo sembrava chiaro che a sostituirli sarebbero stati la basilese Eva Herzog e il bernese Albert Rösti. La formula magica sarebbe stata rispettata, le lingue e le regioni sarebbero state adeguatamente rappresentate nel Consiglio federale. Sembrava un affare praticamente concluso, anche perché con le elezioni parlamentari in programma nessun partito avrebbe avuto interesse a particolari sconvolgimenti.
Altri sviluppi
Una “formula magica” per distribuire i seggi in governo
Uno scenario non previsto
Le cose sono andate diversamente: come previsto Albert Rösti è stato eletto per succedere a Ueli Maurer, ma il seggio del Partito socialista è andato sorprendentemente a Elisabeth Baume-Schneider. Di madrelingua francese, di estrazione rurale e contadina part-time, nessuno avrebbe scommesso un franco sulla consigliera agli Stati giurassiana. All’improvviso, il mondo politico svizzero ha iniziato a discutere di intrighi e giochi sporchi. Si è rapidamente fatta strada l’ipotesi che la maggioranza di destra abbia voluto indebolire la sinistra in vista delle imminenti elezioni e assicurarsi i dipartimenti importanti.
Il fatto è che ora nel Consiglio federale due gruppi maggioritari nel Paese sono in minoranza: la popolazione di lingua tedesca e quella urbana. Nonostante l’immagine che ha a livello turistico, la Svizzera è un Paese fortemente urbanizzato. Nella Svizzera francese e nella Svizzera italiana, l’elezione di Elisabeth Baume-Schneider non ha suscitato particolare scalpore. Le due regioni linguistiche conoscono fin troppo bene il problema della sottorappresentazione.
Nella Svizzera tedesca (e urbana) è andata un po’ diversamente. A sentirsi perdenti non sono stati solo Eva Herzog e la sua città, Basilea, dove diversi politici e politiche si sono lamentati affermando in sostanza che la Svizzera ha qualcosa contro le città economicamente forti. Anche il consigliere agli Stati socialista zurighese Daniel Jositsch, che ambiva ad essere eletto in Governo, ha espresso a gran voce il suo dissenso nei confronti della scelta del suo partito, che aveva proposto due donne. In quanto uomo, si è sentito discriminato.
Un romancio primo cittadino svizzero
L’elezione in Governo non è stato l’unico momento in cui le minoranze hanno assunto un ruolo di primo piano. Durante il discorso inaugurale del nuovo presidente del Consiglio nazionale, Martin Candinas, “primo cittadino svizzero” secondo il protocollo, sono state messe a fuoco contemporaneamente altre due minoranze, a cominciare dalle persone con disabilità, che rappresentano circa un quinto della popolazione svizzera e per le quali Candinas ha esortato a operare per una migliore inclusione. Il consigliere nazionale grigionese ha inoltre parlato alternativamente in romancio e in tedesco – una novità per i parlamentari e le parlamentari, poiché è la prima volta in 37 anni che un rappresentante della minoranza linguistica romancia ricopre questa carica.
Nel corso delle tre settimane di sessione, le minoranze sono state all’ordine del giorno in diverse occasioni. Ad esempio, il Consiglio nazionale ha deciso di vietare le cosiddette terapie di conversione per le persone LGBTQ+. L’attenzione mediatica che si è creata intorno a questa tematica non sorprende, poiché la politica dell’identità occupa generalmente molto spazio nel dibattito pubblico.
Non sono mancate neppure le discussioni sulle minoranze animali. La questione di come gestire il lupo, ad esempio, dà sempre adito a una serie di atti parlamentari e a vivaci discussioni online. La decisione delle Camere di consentire ai Cantoni di regolare la popolazione di lupi in autunno e in inverno – stabilendo quote di abbattimento – pone fine temporaneamente alla discussione. Si stima che in Svizzera vivano circa 150 lupi, e il numero è in aumento.
Di un altro gruppo minoritario si è invece discusso un po’ meno. Gli stranieri e le straniere rappresentano circa un quarto della popolazione svizzera, ma politicamente hanno poca voce in capitolo, anche se molti sono nati e cresciuti qui. Il Consiglio nazionale si è espresso a favore della naturalizzazione facilitata per gli stranieri e le straniere di terza generazione. In Svizzera il tasso di naturalizzazione, pari al 2%, è molto basso rispetto agli standard europei. È probabile che il prossimo anno la questione acquisisca maggior peso: sono infatti in sospeso varie mozioni e un’iniziativa popolare è stata annunciata.
Altre prospettive
Grazie a un’iniziativa parlamentare, anche un settore finanziariamente importante ma poco conosciuto è finito sotto i riflettori: le compagnie di navigazione svizzere. La Svizzera è oggi una delle dieci maggiori nazioni di navigazione al mondo. In Parlamento, le discussioni sulla cosiddetta tassa sul tonnellaggio hanno portato ad accesi dibattiti. La domanda era la seguente: le compagnie di navigazione che operano dalla Svizzera devono essere esentate dalle imposte? Secondo le voci critiche, il progetto si tradurrebbe in importanti doni fiscali per il trasporto marittimo internazionale senza che la piazza economica svizzera ne tragga alcun beneficio.
Anche un giornale di stampo liberale come la Neue Zürcher Zeitung ha parlato di un “curioso privilegio fiscale”. Ciononostante, la maggioranza borghese del Consiglio nazionale ha approvato il progetto del Governo. Il disegno di legge passa ora al Consiglio degli Stati e il Partito socialista ha già fatto sapere che se la proposta verrà accettata indirà un referendum.
Tra tutte le discussioni sulle minoranze vere o presunte, si è un po’ perso di vista il fatto che – ovviamente – si è parlato anche di affari che riguardano tutti e tutte in Svizzera. Le pensioni, ad esempio: uno dei momenti più importanti della sessione è stata la discussione sull’iniziativa popolare “Vivere meglio la pensione”, che chiede una tredicesima mensilità dell’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS), come è consuetudine in Svizzera per chi riceve un salario. Dopo il Governo, anche il Consiglio nazionale ha respinto la proposta.
In questo periodo si è discusso anche di bilancio statale, un altro dei pochi punti che riguarda l’intera popolazione del Paese. Per quest’anno è ancora in equilibrio, ma dal 2023 in poi i costi della pandemia e della guerra in Ucraina si faranno sentire. Il Parlamento ha deciso alcune spese aggiuntive rispetto alla proposta del Consiglio federale, anche per le minoranze. Ad esempio, i viticoltori e le viticoltrici riceveranno ulteriori sussidi, così come gli allevatori e le allevatrici per la protezione delle loro greggi di pecore dal lupo.
Che tipo di Paese è la Svizzera? Dal punto di vista politico è difficile da capire, non solo per chi la osserva dall’esterno. Ma non sarebbe sbagliato supporre che, nonostante tutti i litigi, gran parte del mondo politico concordi con la valutazione del presidente del Consiglio nazionale Martin Candinas: “Il sistema svizzero non è perfetto. Ma è il migliore al mondo”. E questo probabilmente la dice lunga sull’immagine di sé di un Paese in cui tutti, prima o poi, si trovano in una posizione di minoranza.
Traduzione di Daniele Mariani
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.