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Le ossa della discordia, gli scheletri di dinosauro vanno messi all’asta?

Lara Sciscio

La vendita di Trinity, un esemplare di T-Rex, durante un'asta in programma a Zurigo fa presagire un conflitto tra interessi commerciali e accesso pubblico al patrimonio naturale, afferma Lara Sciscio, ricercatrice presso il museo svizzero JURASSICA. 

Tyrannosaurus rex è un nome che tutti e tutte conosciamo. Questo formidabile animale ha dominato la vita sulla Terra nel tardo Cretaceo e continua a dominare il nostro immaginario nel XXI secolo. Ma si può dare un prezzo ai suoi fossili? E questi dovrebbero essere considerati una merce? 

“I valori scientifici possono entrare in conflitto con gli interessi commerciali, ma ciò non deve andare a scapito della conservazione di preziose risorse”.

Il 18 aprile, “TRX-293 Trinity”, un Tyrannosaurus rex ibrido, sarà venduto all’asta a Zurigo per una cifra stimata tra i 5 e gli 8 milioni di franchi. È la terza volta a livello mondiale che un T-Rex va all’asta, ma la prima in Europa. Trinity è una chimera costituita dai resti scheletrici di tre diversi esemplari di T-Rex rinvenuti in due località degli Stati Uniti. L’asta comprende lo scheletro composito (di cui il 50% è costituito da ossa originali fossilizzate), le coordinate GPS dove sono stati ritrovati gli esemplari, la mappa della zona di scavo di un esemplare, le foto scattate sul campo e i diritti di riproduzione.

Quest’asta fa seguito alla controversa vendita del T-Rex “StanCollegamento esterno” per 31,8 milioni di dollari a un acquirente fino a poco tempo fa anonimo o alla vendita del T-Rex “ShenCollegamento esterno“, poi ritirata a causa di problemi di densità ossea e di violazione del copyright. La vendita di fossili di dinosauro recuperati su terreni privati è legale negli Stati Uniti. Queste vendite suscitano interesse tra l’opinione pubblica e mettono il patrimonio fossile sotto i riflettori. 

Perchè è importante

La gente dovrebbe essere inquieta del fatto che i fossili vengono venduti a prezzi da capogiro, anche se ciò è consentito dalla legge e avviene in modo onesto? Dobbiamo preoccuparci?

La risposta è sì, perché questi esemplari fanno parte del nostro patrimonio paleontologico naturale collettivo, con tutte le ramificazioni etiche evidenziate dalla loro vendita. Queste includono la perdita del valore scientifico o educativo di esemplari importanti per la scienza, nel caso in cui questi non vengano esposti al pubblico o studiati dopo la vendita a privati.

Tutto questo potrebbe favorire il saccheggio di fossili, la loro modifica (ad esempio la loro falsificazioneCollegamento esterno) o la loro collezione esclusivamente per ragioni economiche da parte di cacciatori di fossili senza scrupoli o ingenui. Questi ultimi potrebbero rimuovere i fossili dal loro contesto sedimentario unico, ciò che ci priverebbe di preziose informazioni sull’antico ambiente ed ecosistema dell’animale. 

Inoltre, queste vendite evidenziano il divario economico tra un individuo o una società privata e un museo o un istituto finanziati dallo Stato, non solo a livello regionale ma anche internazionale. La comunità paleontologica internazionale è preoccupata per la vendita di fossili, in particolare quando gli acquirenti sono anonimi e non sembrano intenzionati a conservarli a lungo termine a beneficio del pubblico.

Una lunga tradizione

La vendita di fossili non è un fenomeno recente, ma esiste fin dagli albori della paleontologia. Le due cose sono intrecciate in una storia lunga e complessa, con legami intrinseci con i paleontologi commerciali, amatoriali e anche con gli scienziati. Molte delle scoperte sono dovute all’instancabile, e spesso non riconosciuto, lavoro di paleontologi, collezionisti e commercianti di fossili, come ad esempio Mary AnningCollegamento esterno, o di persone appassionate di dinosauri come quelle in Sudafrica (ad esempio James Rhalane, Themba Jikajika e Dumangwe Thyobeka). Si tratta di persone impegnate che hanno lavorato con determinazione per riportare alla luce, curare e preservare gli esemplari e metterli a disposizione della scienza. 

Negli ultimi anni si è osservata una tendenza crescente della vendita di esemplari di fossili a collezioni private a prezzi che superano il potere d’acquisto di numerosi musei e istituzioni. Molti di questi esemplari sono forse unici dal profilo scientifico e, una volta venduti, potrebbero non essere più oggetto di studio.

Trasparenza ed equilibrio

Sebbene sia meglio vendere un esemplare che lasciarlo sottoterra, è necessaria una legislazione adeguata sulle condizioni di raccolta e di vendita dei fossili. Ci vuole un dialogo aperto tra il pubblico, i ricercatori, i collezionisti e i commercianti al fine di coinvolgere tutte le parti interessate al patrimonio paleontologico mondiale.

I valori scientifici possono entrare in conflitto con gli interessi commerciali, ma ciò non deve andare a scapito della conservazione di preziose risorse. Pertanto, trovare un equilibrio tra il valore commerciale di un fossile e il suo significato scientifico e culturale è fondamentale per continuare a conservare il patrimonio paleontologico globale per il piacere e l’ispirazione delle generazioni future.

Le opinioni espresse in questo articolo sono solo ed esclusivamente dell’autore/autrice e non coincidono necessariamente con quelle di SWI swissinfo.ch.

Traduzione di Luigi Jorio

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