Le ricette dei sindacati contro la crisi
La crisi va combattuta con un robusto piano congiunturale. È quanto afferma l'Unione sindacale svizzera (USS), che chiede investimenti pubblici per 5 miliardi di franchi, un prolungamento della disoccupazione parziale da 12 a 18 mesi e la convocazione di una conferenza nazionale sulla crisi.
Per qualche tempo la Svizzera, grazie ad una struttura economica fondamentalmente sana, ha potuto resistere alla crisi. Ora i segnali di recessione economica non possono però più essere ignorati.
«Gli indicatori e la prima ondata di licenziamenti dimostrano che la crisi finanziaria ed economica comincia a colpire anche l’economia svizzera», ha affermato martedì il presidente dell’USS e parlamentare socialista Paul Rechsteiner. Le prospettive per il 2009 sono pessime.
Secondo i sindacati, il prodotto interno lordo (PIL) elvetico dovrebbe subire quest’anno una contrazione dell’1,2%. Nel 2010 la crescita non dovrebbe invece superare uno smilzo 0,3%. Il tasso di disoccupazione potrebbe salire l’anno prossimo al 4,5%, superando la soglia psicologica dei 200’000 senza lavoro.
Nelle sue analisi, l’USS non si distanzia molto dalle previsioni d’altri enti che si occupano di congiuntura economica. Rispetto ad altri attori economici, i sindacati chiedono però un intervento molto più consistente da parte dello Stato, pari a circa l’1% del PIL.
«Nel corso della crisi degli anni Novanta, la Svizzera è stata campione del mondo nel prolungarne gli effetti. Gli interventi congiunturali sono avvenuti con molto ritardo», ha osservato il copresidente di UNIA Andreas Riegner nel corso di una conferenza stampa convocata martedì a Berna. «Per evitare gli stessi errori, bisogna agire in tempi brevi e con misure incisive».
Programma d’investimenti
Il nucleo delle proposte avanzate dai sindacati è costituito da un programma d’investimenti pubblici pari a 5 miliardi di franchi, destinati in particolare alle infrastrutture dei trasporti pubblici, al risanamento di edifici pubblici e al miglioramento dell’offerta di strutture d’accoglienza extrafamiliare per bambini.
Stando ad uno studio del centro di ricerca congiunturale del Politecnico federale di Zurigo (KOF), commissionato dall’USS e da Unia, i provvedimenti chiesti dal sindacato sarebbero particolarmente efficaci per rispondere alla crisi. «Il plusvalore cumulato sul PIL per gli investimenti nella costruzione potrebbe essere di 1,6 franchi per ogni franco investito», ha affermato Yngwe Abrahamsen, co-autore dello studio.
Le misure dovrebbero permettere di creare circa 20’000 posti di lavoro l’anno, anche se rimane incertezza sulle effettive ripercussioni sul tasso di disoccupazione. L’esperienza degli ultimi anni mostra infatti che i nuovi posti di lavoro non sono necessariamente occupati da persone in disoccupazione.
Sempre secondo lo studio, i soldi necessari per finanziare tale programma potrebbero esser compensati al 50% da un aumento delle entrate della Confederazione. Un aumento dei posti di lavoro avrebbe un effetto positivo sull’assicurazione disoccupazione e sugli introiti fiscali.
Più risorse per la formazione continua
Oltre a rivendicare un piano di investimenti, i sindacati chiedono l’innalzamento della durata della disoccupazione parziale da 12 a 18 mesi, per evitare l’eliminazione definitiva di posti di lavoro.
Una proposta che sembra sfondare porte aperte: lunedì la ministra dell’economia Doris Leuthard ha annunciato che una simile misura potrebbe presto essere adottata in forma di ordinanza. E martedì anche Economiesuisse si è detta favorevole alla proposta.
USS e Unia chiedono inoltre un impegno rafforzato e immediato a favore della formazione continua. «Negli anni scorsi le promesse di investire nella formazione continua non sono state mantenute, perché in un’economia in crescita non c’era tempo per farlo», ha detto Daniel Lampart, economista dell’USS.
«Ora la riduzione del tempo di lavoro può fornire l’occasione per recuperare, per far sì che i lavoratori possano uscire dalla crisi con un saldo positivo, almeno in termini di formazione», ha aggiunto. I sindacati chiedono inoltre la convocazione di una conferenza sulla crisi a cui dovrebbero partecipare i principali attori economici (Confederazione, cantoni, Banca nazionale, partner sociali).
Risposte in tempi brevi
In ogni caso i sindacati insistono sulla rapidità con cui devono essere prese le decisioni «Per alcune misure, il governo può agire immediatamente. Il parlamento si occuperà inoltre della crisi durante una sessione speciale in marzo. Non occorre attendere l’autunno», ha sottolineato Paul Rechsteiner.
Negli ambienti economici si guarda però con un certo riserbo alle proposte dell’USS. «Sì agli investimenti nelle infrastrutture, ma non in modo affrettato», ha fatto sapere martedì Economiesuisse. L’organizzazione imprenditoriale preferisce attendere le decisioni del governo sul secondo pacchetto di misure congiunturali.
Ancora lo scorso anno il Consiglio federale aveva deciso di anticipare spese già previste per una somma complessiva di 340 milioni di franchi. A partire dal 1° gennaio del 2009 sono state inoltre liberate le riserve di crisi, che ammontano a poco più di 550 milioni di franchi. Entro la fine di febbraio un gruppo interdipartimentale dovrà presentare ulteriori misure per 650 milioni di franchi.
Il governo intende inoltre procedere a riforme di politica fiscale (agevolazioni alle famiglie e misure destinate a compensare la cosiddetta progressione a freddo) che dovrebbero influire sui consumi dal 2010.
Riforme queste ultime che lasciano piuttosto freddi i sindacati. Secondo Daniel Lampart, «L’esperienza insegna che le riduzioni fiscali hanno un effetto piuttosto limitato sulla congiuntura».
swissinfo, Andrea Tognina
I sindacati chiedono che la Confederazione investa 645 milioni di franchi supplementari nella manutenzione delle infrastrutture ferroviarie e nel risanamento delle stazioni ferroviarie.
I 770 milioni di franchi del programma Ferrovia 2000 che ancora non sono stati spesi dovrebbero essere investiti in tempi rapidi in misure antirumore. Un credito quadro straordinario di 500 milioni di franchi è inoltre previsto per il risanamento di ponti, gallerie e passaggi a livello pericolosi.
Nell’ambito del programma per gli agglomerati urbani, i sindacati chiedono che la Confederazione metta a disposizione mezzi finanziari supplementari per evitare ritardi nella realizzazione di progetti urgenti relativi al traffico negli agglomerati. La misura dovrebbe generare investimenti per 1,8 miliardi di franchi.
Altri 1,2 miliardi sono previsti per la prevenzione delle catastrofi naturali. La Confederazione dovrebbe inoltre sostenere con 200 milioni il risanamento di edifici appartenenti a comuni, cantoni ed enti pubblici e accelerare l’utilizzo dei 480 milioni già stanziati per gli edifici pubblici (tra i progetti ci sono l’ampliamento del Museo nazionale svizzero a Zurigo e l’ampliamento del centro d’archiviazione della Cineteca svizzera a Losanna).
200 milioni supplementari sarebbero infine destinati alle strutture di accoglienza extrafamiliari per bambini, 25 milioni alla formazione del personale degli asili nido.
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