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2017: la Svizzera dice addio al segreto bancario

La Svizzera volta pagina e seppellisce il segreto bancario. Keystone

Dal 1° gennaio le banche elvetiche dovranno cominciare a raccogliere informazioni sui loro clienti che risiedono all’estero. Il 2017 segna infatti l’entrata in vigore del nuovo accordo sulla fiscalità del risparmio tra Svizzera e Unione europea. Lo scambio automatico d’informazioni comincerà però solo nel 2018.

Dopo le minacce di sanzioni economiche e procedimenti penali contro le banche, la Svizzera ha dovuto cedere alle numerose pressioni da parte di Ue, Stati Uniti e OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). 

Così, nel mese di maggio del 2016 il Parlamento elvetico ha dato il via libera al nuovo accordo sulla fiscalità del risparmio tra Svizzera e Ue, che introduce lo scambio automatico d’informazioni fiscali sulla base degli standard internazionali elaborati dall’OCSE. Finora un centinaio di paesi hanno annunciato la loro adesione alle nuove norme.

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Concretamente, dal 1° gennaio 2017 gli istituti bancari raccoglieranno dati sui clienti con domicilio fiscale all’estero e le trasmetteranno automaticamente, di norma una volta all’anno, all’Amministrazione federale delle contribuzioni. Quest’ultima le comunicherà, a partire dal 2018, alle autorità fiscali di una serie di paesiCollegamento esterno.

Finora la Svizzera forniva informazioni bancarie unicamente sulla base di una richiesta specifica da parte di un paese, nell’ambito delle convenzioni di doppia imposizione. Ma la cooperazione non era garantita: le autorità dovevano infatti dimostrare che il cliente aveva effettivamente evaso il fisco.

A partire dal 2018 lo scambio d’informazioni sarà invece automatico e concernerà nome, indirizzo, data di nascita e codice fiscale dei contribuenti, come pure importi di interessi, dividendi, redditi derivanti da contratti assicurativi o dalla vendita di attivi finanziari e saldi di conti bancari.

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