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“Mad Heidi” mette sottosopra l’industria cinematografica

Mad Heidi
L'attrice Jessy Moravec nel ruolo di Heidi. Pascal Greuter Photography + Motion Graphics

Heidi, l'icona svizzera dell'innocenza, che sviscera nazisti non è una cosa che si vede tutti i giorni. E questo non è l'unico elemento non convenzionale del primo film "Swissploitation". Anche tutta la produzione è innovativa.

Martedì il team di Mad Heidi ha lanciato una campagna crowdfunding usando la tecnologia blockchain con lo scopo di raccogliere da uno a due milioni di franchi svizzeri per le riprese e la post produzione, vendendo 2’500 azioni da 500 franchi ciascuna.

Tutte le transazioni finanziarie saranno memorizzate in blockchain e gli eventuali profitti saranno restituiti agli azionisti automaticamente dopo l’uscita del film. “Tutti i contratti sono digitali, il che non comporta alcuna burocrazia. Inoltre è così garantita la trasparenza dei fondi, poiché è difficile manomettere il sistema dall’esterno”, affermano i produttori.

Il progetto Mad Heidi è stato avviato nel 2017 dal regista svizzero Johannes Hartmann, che da sempre è appassionato di film splatter ed exploitation. È stato lui ad avere l’idea di usare l’icona svizzera Heidi. La giovane orfanella creata nel 1880 dall’autrice elvetica Johanna Spyri non solo è associata a un ottimismo senza fine ma è anche diventata un vero e proprio marchio riconosciuto in tutto il mondo. Hartmann riuscì poi a convincere il produttore svizzero Valentin Greutert e quello finlandese Tero Kaukomaa a fare parte del progetto. Oggi i tre guidano un team di cinque persone.

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Greutert, un veterano della produzione cinematografica con più di 20 anni di esperienza, spiega che il modello commerciale dell’industria è sempre stato “poco aperto alle innovazioni”. In particolare per quanto concerne i finanziamenti e la distribuzione delle pellicole tra gli appassionati.

“Quando si realizza un film in Europa, il finanziamento dipende principalmente dai sussidi di organizzazioni come le commissioni cinematografiche”, spiega Greutert. “Succede di vedere anche 15 finanziatori coinvolti nella realizzazione di un film. Alcune organizzazioni impongono restrizioni, per esempio su come i loro soldi devono essere spesi. Più risorse significano anche più lavoro amministrativo, il che è un peso, soprattutto per le piccole produzioni come la nostra”.

Il produttore svizzero si lamenta anche dell’interferenza di società di vendita, distributori e sale cinematografiche, che si prendono tutti la loro fetta di torta. “I cineasti non guadagnano quasi nulla in questo sistema, a meno che non siano in uno studio gigantesco. Spesso si dice che ci facciamo un sacco di soldi, ma la realtà è ben diversa”, racconta.

“Anche se la tecnologia sta diventando sempre più moderna, in realtà l’industria cinematografica non è cambiata per nulla da 20 anni. Qualcuno deve portare l’innovazione in questo settore all’antica. Dobbiamo trovare un modo per liberarci dalle vecchie strutture!”, conclude Greutert.

“Una ventata d’aria fresca”

Mad Heidi è un progetto che intende seguire un nuovo approccio. Il finanziamento avviene tramite il crowdfunding e la vendita di articoli quali abbigliamento, tazze, poster e persino “l’assenzio di Heidi”.

l film di Kaukomaa del 2012 “Iron Sky”, in essenza una storia di nazisti venuti dallo spazio che invadono la terra, è un esempio riuscito di crowdfunding. I produttori dispongono dunque già del know-how e inoltre interagiscono già con gli appassionati su siti web e social media. Circa 40’000 fan provenienti da 45 paesi, soprattutto in Europa, stanno seguendo il progetto.

“La storia è molto off limits e politicamente scorretta, ma porta esattamente la ventata d’aria fresca che tanti appassionati di cinema stanno aspettando”, spiega Greutert.

Filming a the trailer of Mad Heidi
Riprese del film ‘Mad Heidi’ nell’Oberland bernese nel 2018. Pascal Greuter Photography + Motion Graphics

Mad Heidi è un film dell’orrore con tante scene sanguinolente in cui una Heidi sulla ventina si ribella, aiutata dai suoi compagni contadini, per salvare la sua patria caduta nelle mani dei fascisti. Sul sito del film si può vedere un trailerCollegamento esterno, ma, essendo Swissploitation hardcore, non è adatto ai bambini e al posto lavoro.

Exploitation significa sfruttamento. I “film d’exploitation” sono solitamente produzioni a basso costo, B-movie, che cercano di ottenere un rapido profitto “sfruttando” soggetti o tendenze sensazionali, scioccanti o tabù (violenza, perversione, droga, sesso).

Spesso questi film provocano reazioni fisiche nel pubblico come il piacere (sexploitation) o il disgusto. Un altro elemento è lo sfruttamento dei desideri del pubblico per piaceri colpevoli.

Nessun soggetto è off limits, con il risultato di innumerevoli sottogeneri come Ozploitation (Mad Max), carsploitation (A prova di morte di Tarantino ne era un omaggio), sharksploitation (Jaws) e persino nunsploitation (sfruttamento delle suore). Negli Stati Uniti, il blaxploitation (film realizzati con attori neri per il pubblico nero in un ambiente nero, come Shaft) è fiorito negli anni Settanta.

Infatti, quando il trailer è stato pubblicato online, il co-sceneggiatore del film, che lavorava per la polizia cantonale di Zurigo, è stato licenziato. La motivazione dei suoi datori di lavoro: chiunque è connesso a un prodotto così brutale e controverso non è adatto a una posizione dirigenziale. Il co-sceneggiatore non si è dato per vinto e ha preso la via legale: recentemente il Tribunale federale ha stabilito che il licenziamento era illegale.

Un nuovo modello di produzione

Nessuno può dire cosa penserebbe la creatrice di Heidi, Johanna Spyri, del progetto Mad Heidi. Eppure la produzione sembra sulla buona via verso la realizzazione.

I produttori hanno già concluso con successo altri due progetti di crowdfunding dal 2018, prima delle fasi di sviluppo e pre-produzione. Secondo il team, è diventata la campagna di crowdfunding per un film nazionale di maggior successo da sempre. Finora hanno raccolto 84’000 franchi di crowdfunding e 150’000 franchi di vendite di merci.

“Sta andando tutto molto bene. Se continuiamo così, le possibilità di poter produrre il film sono elevate”, afferma Greutert. Se tutto va secondo copione, le riprese iniziano l’anno prossimo e Mad Heidi sarà pubblicato sul sito nel 2022.

“Questo sistema non comprende intermediari e restituirà il massimo dei profitti agli azionisti”, dice. Per Greutert, coinvolgere gli appassionati fin dall’inizio è anche uno strumento “veramente potente, perché democratizza la creazione di contenuti. Sarà un nuovo modello di produzione per il futuro”.

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Traduzione di Michela Montalbetti

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