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“In Cina, la domanda dei nostri strumenti è più alta di prima della pandemia”

Eva Jaisli ha studiato psicologia all'Università di Berna dopo aver ottenuto il diploma di insegnante. Ha anche un MBA in marketing internazionale. Nel 2015, l'Università di Berna le ha conferito un dottorato honoris causa. Keystone / Christian Merz

L'Emmental è ben noto per il suo formaggio. Ma in questa regione si trova anche PB Swiss Tools, un'azienda fondata nel 1878 e specializzata in utensili e strumenti di alta precisione. L'azienda è diretta da una donna, Eva Jaisli, il che è abbastanza insolito nel settore. Intervista. 

Eva Jaisli dirige la PB Swiss Tools da oltre 25 anni. L’azienda a conduzione familiare impiega 180 persone nel piccolo villaggio di Wasen im Emmental ed esporta più di due terzi della sua produzione in circa 80 Paesi.

Pragmatica e dinamica, Eva Jaisli è anche molto attiva nella difesa dell’economia svizzera. È vicepresidente di Switzerland Global Enterprise, l’agenzia governativa che aiuta le PMI ad affermarsi all’estero, vicepresidente di Swissmem, l’associazione di categoria dell’industria metalmeccanica ed elettrica, e membro del consiglio di economiesuisse, la più grande lobby dell’economia svizzera.

Mentre l’industria svizzera è stata colpita duramente l’anno scorso dalla crisi sanitaria, Eva Jaisli dice che la sua azienda è ora ben posizionata per aumentare la sua quota di mercato in Europa e in Asia.  

Le donne sono ancora largamente sottorappresentate nelle alte sfere dell’economia. Per esempio, solo il 13% delle 20 società quotate nell’indice di punta della borsa svizzera, lo SMI, vede le donne in posizioni dirigenziali. Da questo punto di vista, la Svizzera non è all’altezza degli standard internazionali. Quest’anno, SWI swissinfo.ch ha deciso di dare la parola alle donne dirigenti di aziende svizzere che operano nel mondo. Le rappresentanti dell’economia svizzera discutono delle sfide più urgenti che affrontano attualmente le loro imprese, dalla crisi del coronavirus al posto della Svizzera nell’economia globale.

swissinfo.ch: Come è stata colpita la sua azienda dalla pandemia? Ha ricevuto un sostegno statale?

Eva Jaisli: Per diversi mesi nel 2020, abbiamo beneficiato dell’orario ridotto a causa del crollo dei mercati. Ma ora siamo in crescita. Quasi tutti i nostri mercati si sono ripresi e la domanda in alcuni Paesi europei e in Cina è ancora più forte di prima della pandemia. Inoltre, il leggero deprezzamento del franco svizzero è una spinta gradita. Speriamo di poter ricominciare presto a viaggiare per visitare i nostri clienti e partecipare alle fiere.

“Preferiamo investire nell’innovazione piuttosto che nei brevetti.”

PB Swiss Tools esporta la maggior parte della sua produzione. In quali Paesi vede le principali opportunità di crescita?

L’Unione europea è la nostra principale leva di crescita. Anche se questo mercato è maturo, vediamo la possibilità di aumentare ulteriormente la quota di mercato offrendo soluzioni innovative. Poiché l’accesso a questo mercato è assolutamente essenziale per un’azienda come la nostra, sto facendo attivamente pressione per l’accordo quadro con l’Unione europea. Altre grandi opportunità di espansione sono nei Paesi emergenti come Cina, India e Indonesia.

La redditività dell’azienda varia significativamente da Paese a Paese?

Sì, quando entriamo in un nuovo mercato, dobbiamo investire somme considerevoli e quindi lavorare in perdita per diversi anni. Questa fase preliminare è necessaria per consolidare il nostro marchio a livello locale e per ottenere l’accettazione dei clienti. La redditività viene solo dopo. 

La sua azienda vende principalmente attraverso un certo numero di distributori esterni. In futuro, pensa di commercializzare una parte maggiore della produzione attraverso le filiali?

Il nostro catalogo ha circa 3000 articoli, ma i nostri clienti tipici hanno bisogno di molti più utensili o strumenti. Pertanto, riteniamo interessante continuare a distribuire i nostri prodotti attraverso i rivenditori specializzati perché vendono tra gli 80’000 e i 300’000 prodotti.  

Ma PB Swiss Tools ha una filiale in Cina.

La nostra azienda cinese è di fatto la nostra unica filiale. La sua missione non è quella di vendere direttamente ai clienti finali, ma di raccogliere informazioni sul grande mercato cinese. Questa filiale è anche responsabile delle relazioni con i nostri distributori cinesi.

Swiss Tools Ag

In quali casi si effettuano vendite dirette?

Lo facciamo solo per i prodotti su misura. Non vendiamo direttamente i nostri prodotti standard, perché non vogliamo competere con la nostra rete di distributori esterni.

“Il nostro marchio e la reputazione svizzera continueranno a essere difficili da imitare.”

Nel 2006 l’azienda ha cambiato nome da “PB Baumann” a “PB Swiss Tools”. Per quale ragione?

Prima di fare questo passo, abbiamo chiesto ai nostri clienti cosa apprezzavano di più della nostra azienda. La loro risposta è stata la qualità svizzera. Ecco perché abbiamo voluto fare questo cambio. Fortunatamente, il registro commerciale ha accettato il nuovo nome.  

Per garantire la qualità, la sua azienda produce principalmente in casa e in Svizzera. Ma compagnie come la Porsche fabbricano veicoli affidabili esternalizzando l’80% della loro produzione, soprattutto all’estero…

In linea di principio, fabbricheremo i nostri prodotti in Svizzera fino a quando potremo rimanere competitivi, soprattutto in termini di costi. Ma non produciamo tutto in casa. Compriamo alcuni componenti, per esempio l’elettronica di bordo. Abbiamo anche alcuni fornitori stranieri. Per esempio, lavoriamo con un’azienda tedesca specializzata in acciaio, con la quale abbiamo sviluppato processi di produzione esclusivi.

La vostra gamma di strumenti professionali comprende circa 3’000 articoli, il che è considerevole. Per ridurre i costi unitari, sta pensando di diminuire il ventaglio di prodotti?

Il nostro catalogo di strumenti professionali è in continua evoluzione. Ogni anno aggiungiamo e togliamo un certo numero di articoli. Negli ultimi anni, abbiamo aggiunto circa 100 nuovi articoli al nostro catalogo.

Siamo ben consapevoli che questa vasta gamma di prodotti crea complessità e costi in tutta la catena del valore, ma siamo convinti che sia necessaria per soddisfare i nostri clienti.

Come proteggete le vostre innovazioni?

Di regola, non utilizziamo brevetti né ricorriamo al segreto aziendale. In ogni caso, i brevetti non sono molto efficaci per proteggere la proprietà intellettuale. Quindi preferiamo investire nell’innovazione – per esempio in progetti con università o nelle scuole universitarie professionali – piuttosto che nei brevetti.

Il nostro principale valore aggiunto è la padronanza di molti processi complessi che sono difficili da imitare. Ove possibile, preferiamo proteggere le nostre innovazioni fissando degli standard ed essere percepiti come l’originale, non la copia.

A medio termine, pensa che le aziende – per esempio con sede in Asia – saranno in grado di produrre utensili di qualità paragonabile ai suoi prodotti?

Un’azienda giapponese, con cui abbiamo degli scambi regolari, è già quasi al nostro livello. 

E le aziende cinesi?

Se le aziende cinesi vogliono davvero raggiungere il nostro livello di qualità e se si dotano dei mezzi necessari, perché no? Tuttavia, secondo l’ultimo piano quinquennale, lo Stato cinese sta dando priorità a settori come l’intelligenza artificiale, la robotica o l’ecologia. In ogni caso, oltre alla qualità stessa, il nostro marchio e la reputazione di origine svizzera rimarranno asset difficili da imitare e molto apprezzati dai nostri clienti.

Qual è la sua posizione riguardo alla crescita per acquisizione?

Non abbiamo mai acquisito nessuna azienda e non abbiamo intenzione di farlo. In teoria, potremmo, per esempio, comprare un’azienda specializzata nella zincatura, un processo che esternalizziamo. Ma i benefici non sono ovvi. Inoltre, non possiamo acquistare aziende al di fuori delle nostre aree di competenza, soprattutto se questo si tradurrebbe in un indebitamento.

Una quotazione in borsa – per esempio, con un numero ridotto di azioni fluttuanti – è un’opzione che sta considerando?

Questo non è affatto all’ordine del giorno. Siamo soddisfatti del nostro status di azienda familiare completamente indipendente. Questo ci permette di mantenere la massima agilità.

“È escluso che PB Swiss Tools cambi cantone a causa del sistema fiscale.”

È soddisfatta delle condizioni quadro in Svizzera, per esempio della tassazione sulle imprese particolarmente elevata nel cantone di Berna?

La pressione fiscale nel cantone di Berna è effettivamente piuttosto alta rispetto ad altri cantoni svizzeri, ma questo è il prezzo da pagare per infrastrutture eccellenti come strade, scuole e ospedali. In ogni caso, PB Swiss Tools non può trasferirsi in un altro cantone a causa della situazione fiscale, perché i nostri collaboratori sono radicati nella regione bernese.

Come vede PB Swiss Tools tra vent’anni?

La cosa più importante è che la nostra azienda continui a offrire prodotti che superano le aspettative dei nostri clienti. Nell’area degli utensili professionali, ci sono diverse direzioni possibili per lo sviluppo: avvitatori elettrici così come avvitatori con dispositivi di controllo, o dotati di capacità robotiche o sensori. 

Nel 2013, siamo entrati nel campo dei dispositivi medici perché richiedono le stesse competenze tecniche degli strumenti professionali. Continueremo a svilupparci in questo settore. Infine, prevediamo di rafforzare i nostri servizi di taratura e le attività di consulenza sulla scelta degli utensili o il rinnovo del parco utensili.

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Traduzione dal francese: Sara Ibrahim

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