Sgt. Pepper: colpo di genio o musica per bambini?
Sergeant Pepper ha ormai 50 anni. Sergente cosa? Ma sì, l'album dei Beatles che ha cambiato il volto del rock. Se non del mondo. Non vi dice nulla? Poco importa, ad altri dice molto. E non sono nati tutti nel 1967.
“So Sgt. PepperCollegamento esterno took you by surprise”, canta John LennonCollegamento esterno a Paul McCartneyCollegamento esterno nel 1971, con un’evidente malafede. Come se non sapesse tutto quello che l’album, pubblicato quattro anni prima, deve al suo ormai ex-compagno.
Hyperlinks … in inglese
Questo articolo comporta una volontà didattica non dissimulata. Abbiamo quindi voluto fornire maggiori informazioni su musicisti e dischi citati, che oggi non sono necessariamente presenti nella mente di tutti. Per fare questo, in mancanza di dati migliori in altre lingue, abbiamo scelto allmusic.comCollegamento esterno, che non è evidentemente un’impresa filantropica, ma che propone testi corretti, divertenti e ben scritti … ma in inglese.
E a voi? Questo disco vi ha sorpresi, a prescindere dal momento in cui l’avete scoperto. Abbiamo posto questa domanda su Facebook. Dire che siamo stati travolti dalle risposte sarebbe esagerato – in realtà la maggior parte di quello che leggeremo qui sotto è stato raccolto nella pagina personale dell’autore. Ma, d’accordo, è anche vero che swissinfo.ch non è proprio il sito di riferimento per la musica. Quindi, una volta non farà del male… .
It was fifty years ago to day
Per Dominique D., Sgt. Pepper rappresentava all’epoca il “top del top”. Chiaro e netto. Roger considera l’album un “capolavoro” e non si stanca di ripetere che “non si è fatto nulla di meglio dei BeatlesCollegamento esterno. Tutto qui”.
“Ci sono momenti cruciali nella vita di un amante della musica. Momenti che non ti lasciano indenne. Come nella musica classica, una volta che hai apprezzato alcune opere, non puoi più tornare a standard artistici inferiori. Sgt. Pepper è stato uno schiaffo monumentale per me”, scrive Dominique J.
Olivier P. è stato sedotto tardivamente da “questo disco storico, il primo che ha mostrato cosa si poteva fare in uno studio di registrazione” [ancora limitata a quattro piste, a quei tempi]. Olivier L., più portato “per il jazz che per il rock”, ammette a sua volta di “adorare” questo album e di vedere i Beatles “sull’Olimpo”, a fianco di Michael JacksonCollegamento esterno, PrinceCollegamento esterno e altri. “Rock e pop insieme, la miscela della vita”.
Any time at all
Tutto questo sarà giusto, ma nel 2017, dopo mezzo secolo di rock, hard rock, soft rock, pop, funk, soul, R&B, glam, disco, punk, after punk, növö punk, krautrock, rockabilly, garage, grunge, heavy metal, trash metal, death metal, new wave, cold wave, indie, trip-hop, ambient, electro pop, chi si sente ancora legato al Sergente Pepe e alla sua Band dei Cuori Solitari?
Un sacco di gente, a quanto pare. Almeno indirettamente, dal momento che i Beatles costituiscono un po’ il tronco (le radici sono più vecchie) dell’albero genealogico di questa musica popolare.
Come nota Emmanuel, autore-compositore-interprete svizzero esiliato in Brasile, Sgt. Pepper è “uno dei dieci album rock più importanti di tutti i tempi. I Beatles hanno contribuito immensamente alla bellezza delle melodie. E questo con una ricchezza di suoni: fanfare, strumenti provenienti dall’India, orchestra sinfonica, effetti sonori e il tutto accuratamente equilibrato e mai utilizzato gratuitamente”.
Here, there and everywhere
Precursori, i quattro musicisti di Liverpool non hanno però inventato tutto. Alla fine degli anni ’60, la creatività del rock and roll era alquanto ricca su entrambi i lati dell’Atlantico, a volte alimentata da sostanze che non si trovano in commercio.
E anche i Beatles sono stati a loro volta influenzati da altri. Basti pensare alla loro rivalità artistica con i Beach BoysCollegamento esterno, ancora più bravi di loro a livello di armonie vocali. La storia è ben nota: alla fine del 1965 il disco “Rubber Soul” dei quattro inglesi entusiasma Brian WilsonCollegamento esterno, l’anima del gruppo californiano, che produce l’anno seguente “Pet Sounds”, un album con melodie celestiali, strumenti classici, suoni bizzarri ed effetti sonori. Il disco entusiasma Paul McCartney, che spinge i suoi complici a produrre Sgt. Pepper. Le sessioni in studio durano quattro mesi, una cosa mai vista a quell’epoca, quando i dischi venivano registrati di solito in due giorni.
50 anni dopo, “Pet Sounds” è ancora secondo nella classifica dei 500 migliori album di tutti i tempi stilata dalla rivista Rolling Stone, dietro a… “Sgt. Pepper “.
I don’t want to spoil the party…
Ma, ci sono anche quelli che non apprezzano. Tra questi, Ray Davies dei KinksCollegamento esterno, per il quale i Fab Four del periodo Sgt. Pepper gli fanno pensare “alla musica di Disney, a canzoni per bambini”. E poco importa se parlano di molte cose che non si rivolgono ai bambini.
Il fatto è che il senso proverbiale della melodia di Paul McCartney spinge il gruppo ai limiti dello sdolcinato. Questo è anche il parere di Johann, un altro musicista, nato dieci anni dopo la morte di Lennon. “Trovo che i Beatles risuonano un po’ come una boys band, che produce tormentoni estivi, canzoni di famiglia, mentre i Rolling StonesCollegamento esterno sono molto più rock n’roll. Musica Disney, sì, quindi, ma non va dimenticato che Disney è stato il precursore dell’ondata di cartoni animati, allo stesso modo di come Sgt. Pepper è stato precursore dell’ondata di rock moderno”.
Pierre-François, da parte sua, dice di “non aver mai capito come si possa ancora ammirare questo album. Era forse essenziale a quell’epoca per il mondo del pop, ma visto oggi, appare sdolcinato e privo di rilievo. Tutto l’opposto di Abbey Road, pubblicato due anni dopo”.
Tomorrow never knows
Per finire, avremmo voluto ricevere l’opinione di alcuni grandi nomi della musica che vivono in Svizzera. Ma è molto difficile ottenere un messaggio dall’Olimpo, dove risiedono Phil Collins e Tina Turner, ma anche Stephan Eicher o Polo Hofer.
Il gruppo Young GodsCollegamento esterno, per contro, ha avuto la gentilezza di inviarci un messaggio collettivo. Per loro, Sgt. Pepper è “uno degli album più audaci della storia della musica. I quattro Beatles in perfetta armonia creativa. Un esempio di ciò che è uno spirito di gruppo e di ciò di cui questo spirito è capace”.
Bastian BakerCollegamento esterno, rivelazione del pop rock svizzero romando, dice di “non essere stato specialmente colpito da quest’album” e rinuncia quindi a qualsiasi commento.
“All Things Must Pass”, cantava George Harrison nel 1970.
Traduzione di Armando Mombelli
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