Airbnb fa il pieno nelle regioni di montagna
La piattaforma Airbnb continua ad espandersi in Svizzera, soprattutto nelle regioni alpine. E il potenziale di crescita è ancora grande, sottolinea uno studio dell’Osservatorio vallesano del turismo. In città, invece, un’associazione a difesa degli inquilini lancia l’allarme: se crescono gli affitti, è colpa di Airbnb.
Negli ultimi anni, l’offerta della piattaforma Airbnb – che permette ai turisti di affittare camere e appartamenti da privati – è cresciuta in modo esponenziale in Svizzera, con oltre 80’000 posti letto pubblicizzati nel giugno 2017, il 66% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Se l’attenzione è focalizzata sulle città, dove la forte presenza di Airbnb provoca un sensibile aumento degli affitti, le regioni più gettonate sulla piattaforma sono quelle situate a ridosso delle Alpi: nei cantoni di Vallese, Grigioni e Berna si concentra infatti la metà dell’offerta Airbnb nel paese, secondo uno studio dell’Osservatorio vallesano del turismo TourobsCollegamento esterno.
La Svizzera, si sa, è una destinazione privilegiata per gli amanti della montagna, in estate come in inverno. Ma la crescita registrata negli ultimi anni e il potenziale rimanente resta impressionante, si legge nello studio pubblicato giovedì. In Vallese, cantone che da solo conta più di un quarto degli annunci Airbnb in Svizzera, la percentuale di letti occupati attraverso Airbnb è salita dal 57% al 73% nell’arco di sei mesi.
Secondo lo studio, nelle tre “capitali” Airbnb delle Alpi l’offerta di letti disponibili attraverso Airbnb supera ampiamente quella degli alberghi. Il comune di Bagnes, di cui fa parte la famosa stazione sciistica di Verbier, detiene il record con 3’500 posti letti disponibili su Airbnb, contro 1’500 negli alberghi. Le località di Zermatt e Anniviers si collocano rispettivamente al secondo e al terzo posto.
Vecchie strategie, nuovi strumenti
Nei centri urbani, Airbnb ha un potenziale di crescita limitato, a causa della pressione esercitata dal mercato primario degli alloggi, ha spiegato l’autore dello studio Roland Schegg al gruppo editoriale Nordwestschweiz. «In montagna, invece, il boom continuerà poiché in queste regioni si trova la più alta concentrazione di residenze secondarie».
Vi è poi una questione di mentalità, prosegue Schegg. In città si teme un impatto negativo di Airbnb sul mercato degli alloggi, mentre nelle regioni alpine la piattaforma è vista come un’opportunità. La scelta di affittare il proprio appartamento in montagna a turisti non è comunque nuova, sottolinea Schegg. «È lo strumento utilizzato per farlo che è cambiato con l’avvento di Airbnb».
Con Airbnb crescono anche gli affitti
Il colosso Airbnb non fa comunque l’unanimità ed è regolarmente messo sotto accusa per concorrenza sleale nei confronti degli albergatori, in particolare per quanto concerne il fisco. In Svizzera l’uso di questa piattaforma non è ancora regolamentato. E le conseguenze negative non mancano.
Secondo uno studio pubblicato a inizio ottobre dall’Associazione zurighese degli inquilini, a far salire il costo degli alloggi a Basilea, Ginevra e Zurigo sarebbero soprattutto i fornitori commerciali di camere e appartamenti attraverso siti come Airbnb.
A Basilea il numero di camere o appartamenti disponibili su Airbnb è più che quadruplicato in tre anni, passando da 293 nel 2013 a 1’092 nel 2016. Quest’ultimo dato corrisponde al 42% dei letti disponibili negli hotel della città.
Negli Stati Uniti e in Canada, si considera che un mercato dell’alloggio è sano quando il tasso di alloggi liberi è del 3%. Nelle grandi città svizzere, la situazione è preoccupante, secondo l’associazione. Nel 2015, il tasso era dello 0,22% a Zurigo, 0,42% a Basilea e 0,45% a Ginevra.
Adattamento dall’inglese, Stefania Summermatter
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