Figli o carriera, scelte difficili per le donne svizzere
Il modello tradizionale della ripartizione dei compiti familiari, con la moglie che accudisce i figli e il marito che lavora a tempo pieno, penalizza doppiamente le donne svizzere nella carriera professionale. Uno studio ha mostrato che le svantaggia non solo nei confronti dei colleghi uomini, ma anche rispetto alle colleghe straniere.
Le donne attive nell’economia privata in Svizzera sono sempre più numerose. Tuttavia, la stragrande maggioranza delle dipendenti femminili continua a ricoprire un ruolo subordinato. Circa il 65% di tutti gli avanzamenti di carriera all’interno delle imprese riguarda i dipendenti uomini, nonostante che molte donne siano ben qualificate.
È quanto indica il Gender Intelligence Report 2019 (GIR 2019Collegamento esterno), pubblicato dall’associazione svizzera delle aziende per la parità di genere sul posto di lavoro AdvanceCollegamento esterno, in collaborazione con il Centro per le competenze su diversità e inclusione (CCDI) dell’università di San Gallo. Per l’inchiesta sono analizzati i dati del 2018 di 263mila dipendenti di 55 imprese, che hanno in organico tra i 100+ e i 30mila dipendenti.
Cercando gli ostacoli che si frappongono all’avanzamento gerarchico femminile, le autrici e gli autori del rapporto hanno individuato il grado di occupazione più basso quale grosso impedimento. Molte donne dai 30 anni in su lavorano solo a tempo parziale, mentre gli uomini tendenzialmente continuano a lavorare a tempo pieno. Poiché un’occupazione al 100% o poco meno è ancora la norma per le posizioni a livello di quadri, gran parte delle donne è esclusa dalla selezione.
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Un’eredità del passato che pesa sul presente
La scelta di un’occupazione professionale a tempo parziale è strettamente legata al modello ereditato dal passato, secondo cui è la donna ad occuparsi prevalentemente dei figli e delle faccende domestiche e l’uomo ad assicurare il reddito familiare con la propria attività professionale. Questo modello è tuttora ampiamente diffuso in Svizzera. Cosicché, la maggioranza delle donne riduce drasticamente il proprio grado occupazionale – quando non interrompe completamente il lavoro – alla nascita dei figli.
Secondo la presidente dell’associazione BPW Switzerland (Business and Professional Women), Claudine Esseiva, le giovani coppie non si pongono la domanda, a suo avviso fondamentale, dell’organizzazione della quotidianità prima di fare i figli. Così, quando si trovano di fronte al problema, scelgono la via che appare loro meno complicata. Ecco come lei invece gestisce il suo ruolo di madre e di quadro aziendale:
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Una differenza sorprendente
I dati del GIR 2019 evidenziano un altro fatto, che costituisce la grande sorpresa dello studio: la proporzione delle straniere rispetto al totale delle dipendenti femminili aumenta man mano che si sale nella scala gerarchica aziendale. In altri termini le svizzere perdono terreno rispetto alle colleghe straniere nella carriera aziendale, come si vede nel grafico.
Diversamente dalle donne, la proporzione degli uomini stranieri e svizzeri rispetto al totale del personale maschile rimane stabile a tutti i tre livelli: costituiscono rispettivamente circa il 30% e il 70%. Ciò incuriosisce ulteriormente, soprattutto considerando che le donne svizzere con i requisiti formativi richiesti per occupare posizioni di quadri non mancano.
Una tradizione ingombrante
Le ricercatrici e i ricercatori si sono interrogati sulle cause. Hanno così constatato che anche qui entra in gioco il modello tradizionale secondo sono le madri ad occuparsi dei figli e che è ancora fortemente radicato nella società elvetica.
Diversa è invece la mentalità di persone provenienti da molti altri Paesi. “Donne di altri contesti culturali pensano che sia normale fare accudire i propri figli da terzi” ha sottolineatoCollegamento esterno alla televisione pubblica svizzera tedesca SRF la professoressa Gudrun Sander, responsabile del CCDI. Di conseguenza, diversamente dalle svizzere, lavorano più frequentemente a tempo pieno e dunque hanno più probabilità di poter accedere a posti di quadri.
Secondo le autrici e gli autori dello studio, se le donne svizzere vogliono avere più possibilità di promozione sul posto di lavoro, devono aumentare il loro grado di occupazione. Questo, nelle aziende che hanno partecipato all’inchiesta, in media era dell’85% circa. Nelle strutture aziendali attuali, per le posizioni di quadri sono richiesti almeno 5-10 punti percentuali in più. Quanto alle aziende, nel rapporto sono esortate a proporre modelli di tempi di lavoro più flessibili.
swissinfo.ch ha chiesto ad alcune donne provenienti da Paesi diversi, madri che esercitano un’attività professionale in Svizzera, qual è la loro visione.
Per GE Santian, una cinese madre di tre figli, responsabile di gestione dei rischi in una banca svizzera, è importante avere “una rigorosa disciplina”:
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L’ingegnera cilena Lorena Ortega, madre di due figli, per poter conciliare i suoi diversi impegni fa affidamento sull’aiuto dei familiari:
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Anche per la giapponese Miho Habel, che ha lanciato la filiale All Nippon Airways a Ginevra, la carriera non sarebbe stata possibile se i familiari non le avessero dato una mano nell’accudimento del figlio:
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