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No allo studio sulla canapa: prassi o eccezione?

un uomo tiene in mano della canapa
La legge svizzera vieta la produzione, la vendita e il consumo di canapa che contiene più dell'1% di THC. Reuters

La recente decisione delle autorità sanitarie svizzere di non autorizzare un progetto pilota di distribuzione controllata della canapa, sostenuto da più parti, solleva un interrogativo fondamentale: il quadro legislativo svizzero rappresenta un freno alla sperimentazione scientifica?


Un nuovo modello per regolamentare il mercato della canapa in Svizzera: era quello che voleva sperimentare il municipio della città di Berna. La Commissione etica cantonale aveva dato il suo avallo. Due perizie giuridiche ne avevano confermato la legalità. Il Fondo nazionale svizzero aveva messo a disposizione 720’000 franchi. Diverse città, tra cui Basilea, Zurigo e Ginevra, avevano manifestato il loro sostegno. E ancora: il ministro della sanità Alain Berset aveva «salutatoCollegamento esterno» l’iniziativa bernese e il suo collega di governo Ignazio Cassis, neo ministro degli esteri, si è detto favorevole alla legalizzazione della canapa.

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Ciononostante, il progettoCollegamento esterno dell’Istituto di medicina sociale e preventiva dell’Università di Berna – che prevedeva di testare gli effetti su consumatori e mercato nero della vendita legale di canapa ricreativa nelle farmacie della città – non è stato autorizzato.

La richiesta è stata respinta dall’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), che pur riconoscendo la necessità di «analizzare scientificamente nuovi modelli di regolamentazione», affermaCollegamento esterno che la vigente legge svizzera sugli stupefacenti «non permette né il consumo di canapa per motivi non medici, né la sua vendita in farmacia senza ricetta medica».

La legislazione elveticaCollegamento esterno vieta la coltivazione, la fabbricazione, la messa in commercio, il possesso e il consumo di canapa che contiene più dell’1% di THC, il principio psicoattivo della pianta. Ma mentre per i primi tre casi sono previste eccezioni, il consumo a scopo ricreativo non è invece mai permesso, nemmeno nel quadro di studi scientifici, sottolinea l’UFSP. La legge fa una chiara distinzione tra la canapa a fini medici e la droga.

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Legge applicata alla lettera

La decisione dell’UFSP, che può comunque ancora essere impugnata con un ricorso, ha suscitato reazioni contrastanti. Salutata da esponenti della destra conservatrice e da associazioni per la protezione dei giovani, che vedevano nello studio bernese un passo verso la legalizzazione della canapa, la mancata autorizzazione è invece considerata una «catastrofe» da chi, come il Gruppo romando per lo studio delle dipendenze, auspica soluzioni per contrastare lo spaccio di strada.

«La legge sugli stupefacenti non autorizza questo tipo di esperimenti», ammette Sandro Cattacin, sociologo all’Università di Ginevra e sostenitore di un progetto di distribuzione controllata della canapa nella città di Calvino. Tuttavia, aggiunge sulle pagine del quotidiano romando 24 heures, «sarebbe stato auspicabile effettuare una lettura meno legalista».

Anche Sven Trelle, il dottore responsabile del progetto bernese, avrebbe ovviamente preferito una maggiore flessibilità da parte delle autorità. «Non sono un giurista, ma dalle due perizie che avevamo fatto fare era emerso un certo margine di interpretazione della legge. La settimana prossima decideremo sul da farsi», dice a swissinfo.ch.

Canapa ed eroina

Lo studio bernese sulla canapa ricorda un altro progetto pilota concernete gli stupefacenti: la distribuzione medicalmente controllata di eroina ai tossicodipendenti, i cui esperimenti sono iniziati nel 1994. Ma contrariamente alla vendita della canapa ricreativa in farmacia, la prescrizione di eroina a fini medici era ed è contemplata dalla legge sugli stupefacenti. E oggi, quella che fu una novità a livello mondiale è diventata un elemento importante della politica di droga dei quattro pilastri della Svizzera.

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Politica in favore della ricerca

Per Daniel Scheidegger, membro del comitato direttivo dell’Accademia svizzera delle scienzeCollegamento esterno, non si può affermare che il caso bernese sia sintomatico di una certa rigidità politica nei confronti della sperimentazione scientifica. Al contrario. «È raro che un progetto venga bloccato dalla politica. I ricercatori o le commissioni etiche non sono forzatamente a conoscenza di tutti i dettagli legislativi e può capitare che qualcuno trovi un paragrafo che non autorizza un determinato progetto. Ma in Svizzera abbiamo la fortuna che i cantoni o i cittadini possono manifestarsi e chiedere la realizzazione di uno studio, ad esempio attraverso l’aggiunta di un articolo legislativo specifico. L’unico inconveniente è una dilatazione dei tempi».

Nel caso del progetto pilota sulla canapa, l’UFSP fa in effetti notare che la legge sugli stupefacenti dovrebbe essere completata con un articolo sulla sperimentazione. In questo modo, puntualizza, «potrebbe essere sospeso il divieto del consumo di canapa a scopi ricreativi durante un determinato periodo di tempo e limitatamente ad alcune località». A questo proposito, la deputata liberale radicale Regine Sauter ha già annunciato sulle pagine di Der Bund di essere pronta a presentare un intervento parlamentare in tal senso.

In generale, rileva Daniel Scheidegger, la politica elvetica è piuttosto in favore della ricerca. «Lo si vede quando si votano i crediti quadro per la ricerca in parlamento. Conosco molti ricercatori stranieri che sono venuti qui appunto perché in Svizzera le regole non vengono modificate con il cambio di governo o di presidente».

Iniziative per legalizzare la canapa

In Svizzera, si stima che siano tra 200’000 e 300’000 le persone che consumano Cannabis con regolarità. Tramite un’iniziativa parlamentare, non ancora trattata dalle camere, il partito dei Verdi svizzeriCollegamento esterno chiede di depenalizzare e regolamentare il consumo di canapa. L’associazione Legalize it!Collegamento esterno intende dal canto suo lanciare un’iniziativa popolare per la legalizzazione del consumo di canapa in Svizzera.

La canapa era finita nelle urne elvetiche già nel 2008. Allora, il popolo aveva chiaramente respinto (con il 63% dei voti) un’iniziativa per la depenalizzazione.

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