Organizzazione mondiale del commercio, dove gli interessi economici si scontrano
I negoziati sulle regole di libero scambio nei settori dell'agricoltura, dei prodotti industriali e dei servizi vanno avanti dietro le quinte da decenni e non stanno diventando più facili. L'Organizzazione mondiale del commercio (OMC), che terrà una Conferenza ministeriale a Ginevra a partire dal 30 novembre, deve garantire che le regole tengano conto dell'ascesa dei Paesi in via di sviluppo, dell'evoluzione dell'economia digitale e, naturalmente, della pandemia di Covid-19.
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Sono nata a Yokohama, in Giappone. Abito in Svizzera dal 1999. Ho conseguito un master in relazioni internazionali a Ginevra. Sono responsabile della redazione giapponese di swissinfo.ch dal 2016. In precedenza, ho lavorato per Asahi Shinbun come corrispondente presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite a Ginevra per 15 anni e ho seguito da vicino l'attualità multilaterale e svizzera.
Nata in Inghilterra, vivo in Svizzera dal 1994. Mi sono formata come graphic designer a Zurigo tra il 1997 e il 2002. Recentemente mi occupo di elaborazione di immagini e ho raggiunto il team di swissinfo.ch nel marzo del 2017.
I conflitti di interesse tra i Paesi in via di sviluppo e gli Stati industrializzati, e il fatto di tener conto dei bisogni dei consumatori e dei benefici (o inconvenienti) per l’industria, ostacolano il raggiungimento di un compromesso sulle nuove regole del commercio internazionale. Il libero scambio non consiste semplicemente nell’abbassare i dazi doganali, nell’accrescere le importazioni e le esportazioni e nel rendere beni e servizi più economici.
L’eliminazione dei sussidi sugli alimenti trasformati, conformemente a una decisione dell’OMC del 2015, ha portato a una riduzione dei sussidi per l’industria svizzera del cioccolato di 100 milioni di franchi all’anno. Questo è solo un esempio di come un cambiamento apparentemente piccolo possa avere un impatto negativo su un intero settore.
Scopri le immagini di alcuni dei punti salienti della storia dell’OMC:
Storicamente, non c’è mai stato un momento in cui il commercio è stato così libero come oggi. Non mancano tuttavia delle barriere commerciali. Le regole che governano il commercio non hanno infatti tenuto il passo con la velocità del cambiamento. Per questo motivo, i negoziati commerciali globali devono tenere conto delle numerose questioni che dividono le nazioni industrializzate e quelle in via di sviluppo, compresi i forti interessi dei Paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina).
Ci vogliono anni solo per stabilire un’agenda per i colloqui, poiché è necessario un consenso tra i membri dell’OMC. Questo ha portato al paradosso che non è stata presa alcuna misura concreta per riformare l’OMC, nonostante l’urgente bisogno di riforme sia stato riconosciuto da più parti.
La pandemia ha complicato ulteriormente le cose. Il commercio mondiale si è bloccato e ha portato a un ripensamento su come prepararsi a crisi sanitarie simili in futuro. Il divieto di esportare prodotti medici e le gravi interruzioni della catena di approvvigionamento hanno messo in evidenza quanto siano diventati interdipendenti i Paesi.
Aspetti quali la salute pubblica o l’ambiente preoccupano sempre di più. La proposta controversa di rinunciare temporaneamente ai brevetti sui vaccini Covid, il divieto di sovvenzionare la pesca eccessiva e il commercio di plastica sono diventati questioni pressanti.
La dodicesima Conferenza ministeriale, inizialmente prevista in Kazakistan nel giugno 2020, si svolgerà a Ginevra solo per la quarta volta nella sua storia. Alla Conferenza, il più alto organo decisionale dell’OMC, i ministri di 164 Stati membri si incontreranno faccia a faccia. La crisi del coronavirus potrà dare un nuovo impulso e contribuire alla formulazione di nuove regole per il commercio globale?
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