Paura di carenze energetiche, in Svizzera è caccia ai generatori privati
Non abbastanza corrente e gas per affrontare l'inverno? Difficile dire se sarà il caso. Il Governo svizzero punta sul risparmio volontario e rinuncia per ora a restrizioni e a divieti dell'utilizzo dell'energia. Molte economie domestiche stanno comunque tentando di correre ai ripari.
In Svizzera è caccia ai generatori di corrente. “In luglio abbiamo venduto nove volte più Power Station e quattro volte più generatori che nello stesso mese l’anno precedente”, dice Alex Hämmerli, portavoce del grossista online Digitec Galaxus.
Non è solo il leader svizzero della vendita al dettaglio online a notarlo. Anche la concorrenza, grande e piccola, constata un accresciuto interesse per i sistemi di alimentazione energetica di emergenza.
Legna e candele
La preparazione ai momenti di crisi è una tradizione in Svizzera. Ci sono più posti nei bunker antiatomici che abitanti e il test di funzionamento annuale delle sirene di emergenza è spesso una sorpresa per chi si trova per caso nella Confederazione il primo mercoledì di febbraio. Lo slogan “Scorte d’emergenza – per ogni evenienza”, usato per sensibilizzare la popolazione, è stato introdotto 50 fa.
Non sorprende dunque la corsa alle power station e ai generatori di corrente elettrica. Werner Luginbühl, presidente della Commissione svizzera dell’energia elettrica ElCom, potrebbe essere definito come l’alto responsabile per l’elettricità nel Paese. All’inizio di agosto, in un’intervista alla NZZ am Sonntag, ha raccomandato di fare scorta di candele e legna da ardere in vista dell’inverno.
Le candele sono già sulla lista ufficiale delle scorte di emergenza che ogni economia domestica dovrebbe possedere, così come le batterie. Non lo sono, invece, i generatori di corrente e i gruppi elettrogeni. “Non ci sono raccomandazioni per l’acquisto di gruppi elettrogeni d’emergenza”, indica l’Ufficio federale della protezione della popolazione.
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Nel frattempo, in Germania
Quest’estate, giornaliste e giornalisti tedeschi si sono recati in Svizzera per raccontare dei numerosi bunker e della mentalità elvetica di precauzione.
Nel 2015, l’Ufficio federale tedesco per la protezione civile e l’assistenza in caso di calamità (BKK) ha pubblicato il filmato informativo “Cosa fare in caso di interruzione di corrente – generare elettricità da soli”, che invita i singoli e i quartieri a informarsi sui generatori e sui sistemi di alimentazione di emergenza.
Il filmato gode ancora di una certa popolarità su YouTube e i contenuti di base sono tuttora validi, ha dichiarato a SWI swissinfo.ch un portavoce della BKK: “Consigliamo a tutti di affrontare l’argomento come parte della preparazione all’emergenza privata e di prendere precauzioni in base alle esigenze personali, ma anche alle possibilità individuali”
A differenza della Svizzera, in Germania è stato chiesto alle aziende private non solo di definire gli scenari di risparmio, ma anche di restare aggiornate.
Patrick Graichen, Segretario di Stato del Ministero federale tedesco dell’economia e della protezione del clima, ha invitato tutte le aziende private ad acquistare generatori di emergenza all’inizio di luglio. L’obiettivo è raggiungere le 72 ore di autonomia.
La ricchezza non protegge dai blackout
Ad essere ricercati in Svizzera non sono solo i dispositivi più economici (da qualche centinaio fino a qualche migliaio di franchi). La clientela più facoltosa richiede attualmente anche sistemi professionali di alimentazione elettrica di emergenza. Stando alla Radiotelevisione svizzera di lingua tedesca SRF, il noleggio semestrale di un simile sistema per fornire corrente elettrica a una villa costa attorno ai 100’000 franchi.
Tuttavia, non è detto che coloro che si possono permettere questo genere di spesa riescano anche ad ottenere tali sistemi. La domanda è infatti superiore all’offerta, indica SRF, sia a livello svizzero che internazionale.
Indipendentemente dalle risorse finanziarie, molte delle persone che vorrebbero garantirsi l’autonomia energetica privata sul corto termine non possono farlo.
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Soluzioni temporanee
In ogni caso, gli apparecchi al momento acquistabili non permetterebbero di superare una panne di corrente di diverse settimane. Sono soprattutto le Power Station – grandi batterie che, generalmente, si ricaricano collegandole a una presa elettrica – che Digitec Galaxus ha venduto in massa in luglio, tre volte più power station che generatori di corrente. Ma una power station permetterebbe di fornire l’elettricità necessaria a un’economia domestica solo per un brevissimo periodo.
I gruppi elettrogeni invece, funzionano a benzina e diesel e fanno sorgere questioni legate al pericolo di incendi. In Svizzera è proibito immagazzinare più di 25 litri di carburante in una cantina e più di 100 in un armadio di sicurezza. I gruppi elettrogeni consumano tra gli 1 e i 3 litri di carburante all’ora. Anche in questo caso, quindi, l’autonomia è limitata.
Una panne di corrente elettrica di settimane quest’inverno è comunque un’ipotesi remotissima per la maggior parte di esperti ed esperte. Il rischio di penuria, invece, esiste.
Penuria non significa blackout. Le autorità puntano sui consigli e gli appelli al risparmio, ma se non fosse sufficiente, l’utilizzo di determinati apparecchi potrebbe essere proibita. Come “penultima ratio”, l’utilizzo di energia sarebbe contingentato per le grandi aziende. L’interruzione di corrente di qualche ora per le economie domestiche sarebbe la contromisura da intraprendere solo se si raggiungesse il livello più elevato del piano di emergenza.
Il problema del riscaldamento
Secondo l’Ufficio federale per l’approvvigionamento economico del Paese (UFAE), la Svizzera al momento è al sicuro. Guardando all’inverno, però, esiste ancora la minaccia di una carenza di gas naturale.
Il legame tra elettricità e riscaldamento fa venire il mal di testa alle autorità e a chi produce energia elettrica. Se, quest’inverno, numerose economiche domestiche dovessero puntare sulle stufe elettriche per riscaldarsi in assenza del gas, il consumo di corrente aumenterebbe, ciò che potrebbe creare problemi sulla rete. È possibile che molte power station acquistate recentemente siano destinate ad alimentare questo tipo di riscaldamento elettrico.
Il portavoce dell’Associazione delle aziende elettriche svizzere l’11 agosto ha ricordato: “In vista dell’approvvigionamento invernale la regola è la seguente: ogni kilowattora conta, specialmente ogni kilowattora risparmiato”.
Sette giorni dopo, le imprese attive nel settore dell’elettricità e le autorità hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. Il Consiglio federale ha siglato contratti con aziende che potranno compensare le carenze a corto termine tramite centrali di riserva. Sta valutando inoltre la possibilità di impiegare i gruppi elettrogeni di emergenza delle aziende private.
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