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Pro Helvetia persegue la sua “neutralità impegnata” sotto una nuova direzione

Swiss House in Johannesburg
Casa svizzera, situata nel distretto minerario di Johannesburg, fa parte della ricerca condotta dall'artista elvetica Denise Bertschi durante la sua residenza in Sudafrica per Pro Helvetia (settembre - dicembre 2017), alla ricerca di legami tra le aziende confederate e l'estrazione dell'oro nella regione. Denise Bertschi

La Svizzera ha esteso i suoi "tentacoli" culturali praticamente in quasi tutti gli angoli del pianeta, e ogni volta che il paese è rappresentato, un logo discreto è spesso ben visibile nei crediti, quello di Pro Helvetia, la Fondazione per la promozione della cultura svizzera. Il suo successo a livello mondiale è in parte il risultato di una strategia molto particolare di scambio culturale, in cui tutti i suoi uffici esteri sono gestiti da professionisti locali.

L’anno prossimo Pro Helvetia festeggia gli 80 anni della sua fondazione avvenuta nel 1939. Fu creata come gruppo di lavoro per occuparsi della “difesa spirituale” del paese contro la Germania nazista e l’Italia fascista. Il suo mandato ufficiale, ancorato nel diritto federale, risale a 53 anni fa: non certo una cifra tonda per un giubileo, ma Pro Helvetia ha iniziato il 2018 con diverse ragioni per festeggiare.

Dal novembre scorso Pro Helvetia ha un nuovo direttore: il drammaturgo e già responsabile degli affari culturali nel Cantone di Basilea Città Philippe Bischof. Inoltre tre degli uffici esteri della Fondazione festeggiano quest’anno un anniversario bello tondo: 30 anni per l’ufficio di Pro Helvetia al Cairo (Egitto), 20 anni di presenza a Johannesburg e 10 anni a Nuova Delhi.

Ci sono poi altri due uffici permanenti, uno a Shanghai (aperto nel 2010) e uno a Mosca (aperto nel 2017). Inoltre c’è anche un ufficio provvisorio a San Paolo (Brasile), che copre l’America Latina in via sperimentale dall’ottobre 2017.

Ritratto di Philippe Bischof
Philippe Bischof non crede nei confini nazionali per le arti. Keystone

Collaboratori locali

Una delle grandi differenze di Pro Helvetia rispetto a istituzioni simili, come il British Council (Regno Unito), l’Alliance Française o il Goethe Institute (Germania), è che la Fondazione è un’istituzione autonoma, non legata ad alcun tipo di politica governativa.

I suoi uffici all’estero sono piuttosto snelli – con cinque o sei dipendenti ciascuno – e sono gestiti da cittadini locali: in nessuno di essi lavora un solo collaboratore svizzero, in netto contrasto con i loro omologhi britannici, tedeschi o francesi.

“Neutralità impegnata”

Quando fu aperto il primo ufficio al Cairo nel 1988, le regioni al di fuori delle aree di influenza dell’Europa, degli Stati Uniti o dell’Unione Sovietica, erano semplicemente note come il “Terzo Mondo”. Anche se Pro Helvetia è orgogliosa di essere autonoma rispetto a qualsiasi agenda politica ufficiale, la sua strategia mondiale ha seguito gli sforzi diplomatici elvetici per impegnarsi con culture più diverse e “antipodali”.

A “CrossroadsCollegamento esterno“, un recente convegno organizzato all’Università di Basilea da Pro Helvetia e dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione, molti degli addetti culturali e artisti stranieri hanno elogiato la libertà di cui Pro Helvetia gode e che a sua volta estende ai suoi partner.

I presenti alla conferenza hanno affermato che, nonostante alcune battute d’arresto, iniziative fallite e slittamenti eurocentrici della lingua, Pro Helvetia è considerata in una posizione migliore per lavorare al di là delle questioni e dei conflitti generati dalle pratiche postcoloniali


– L’ 87,6% del budget 2016 di Pro Helvetia, pari a 36,6 milioni di franchi (39 milioni di dollari), è stato utilizzato per progetti culturali. La quota dei costi amministrativi, pari al 12,4%, è decisamente inferiore al limite del 15% imposto dal governo.

– Nel 2016 Pro Helvetia ha approvato il 52% delle 4’600 proposte ricevute, principalmente nel campo delle arti visive, della letteratura, del teatro, della danza, della musica e dei progetti interdisciplinari che coinvolgono i nuovi media e le nuove tecnologie.

– Nel 2016, Pro Helvetia ha sostenuto 1’450 progetti culturali in Svizzera, distribuiti su 200 comuni di tutte e quattro le regioni linguistiche.

– Nel 2016, Pro Helvetia ha sostenuto 3.900 progetti all’estero.

– Per il 2018, dispone di un budget di 40,3 milioni di franchi.

– La Fondazione impiega 94 persone, in Svizzera e all’estero.

– Oltre agli uffici esteri, Pro Helvetia gestisce anche il Centre Culturel Suisse di Parigi e finanzia i programmi culturali dell’Istituto Svizzero a Roma e New York. Pro Helvetia è attiva anche presso lo swissnexCollegamento esterno di San Francisco.

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