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Il futuro della Svizzera: prospettive economiche per il 2021

uomo con due bandiere: una dell ue e l altra della svizzera
Le economie in Svizzera e nell'Ue si sono lasciate alle spalle le turbolenze oppure devono subire le ripercussioni del coronavirus nel 2021? Keystone / Martin Ruetschi

Lockdown, telelavoro, divieti di viaggiare. La pandemia ha scosso l'economia, ma la sua forza dirompente non ha effetti uguali in tutti i settori: mentre l'industria farmaceutica sta attraversando indenne questa fase, l'industria orologiera è colpita dalla crisi più grave dai tempi della Seconda guerra mondiale. Qual è il futuro della Svizzera quale centro per le imprese, il lavoro e la ricerca?

Il villaggio globale si è trasferito

Tradizionalmente, l’anno economico svizzero iniziava con il botto a gennaio, con il Forum economico mondiale (WEF) di Davos. L’anno scorso il WEF era ancora sotto i riflettori globali con, tra le altre cose, la visita del presidente statunitense Donald Trump. Non andrà così nel 2021: il WEF ha deciso di tenere il suo incontro annuale a Singapore proprio nell’anno del suo 50° anniversario.

Ciò significa che l’economia svizzera perderà milioni di franchi, ma non solo: l’effetto simbolico del trasferimento di questo evento mondiale a Singapore riflette la crescente concorrenza dell’Asia per la piazza economica svizzera. Singapore è diventato un competitore sempre più importante, soprattutto per le banche svizzere. A partire dall’abolizione del segreto bancario, il flusso di denaro dalla Svizzera verso Singapore è notevolmente aumentato.

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L’Asia in generale sta crescendo in maniera forte: con la nuova zona di libero scambio asiatica RCEP (Regional Comprehensive Economic Partnership), è stato concluso il più grande accordo commerciale della storia. Questo accordo include anche i giganti economici Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia e Indonesia. Sarà interessante vedere come accordi di questo tipo influenzeranno il settore delle materie prime, fortemente radicato in Svizzera.

Sperare nel vaccino

Le prospettive dell’economia svizzera per il prossimo anno sono contrastanti: gli istituti di previsione pronosticano una ripresa solo nella seconda metà dell’anno. La Svizzera dipenderà più che mai dalle sue multinazionali farmaceutiche. Questo settore in rapida crescita, che oggi rappresenta quasi la metà delle esportazioni svizzere in termini di valore, non solo ha superato senza problemi il test del coronavirus, ma ne è uscito persino rafforzato. Si prevede che continuerà a crescere d’importanza e che presto supererà una quota del 10% del Prodotto interno lordo della Svizzera.

Anche gli altri settori d’esportazione svizzeri dipendono dall’industria farmaceutica per rilanciare i loro commerci e garantire che attività industriali e posti di lavoro ad esse collegati rimangano in Svizzera. Tutti attendono con impazienza le campagne di vaccinazione su larga scala previste nella maggior parte dei paesi dell’emisfero nord.

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Ciò vale in particolare per l’industria orologiera, uno dei settori più colpiti dalla pandemia. Le esportazioni di orologi svizzeri sono diminuite di quasi un quarto nel 2020: il più grande calo in un anno dai tempi della Seconda guerra mondiale. Anche se i produttori sono soddisfatti della ripresa osservata in Cina negli ultimi mesi, sperano in un rapido ritorno dei turisti e nella riapertura delle boutique in Europa e in Nord America.

Meno conosciuta e visibile dell’industria orologiera, ma molto più importante in termini di esportazioni e di occupazione in Svizzera (320’000 posti di lavoro), l’industria metalmeccanica si trova ad affrontare un futuro molto incerto. I produttori di macchine utensili per l’industria orologiera, aerospaziale e automobilistica sono infatti particolarmente colpiti dalla pandemia. Probabilmente saranno gli ultimi a vedere i segni della ripresa economica.

La digitalizzazione avanza

A lungo termine, tuttavia, la pandemia dovrebbe avere effetti positivi anche sull’economia svizzera. La Svizzera, ad esempio, è stata considerata piuttosto indietro rispetto agli standard globali in termini di lavoro digitale e decentrato.

Molte aziende dell’importante settore dei servizi sono state costrette a compiere progressi nel 2020. Questo dovrebbe renderle più competitive a livello internazionale a lungo termine. In Svizzera, tuttavia, ci sono ancora molte domande senza risposta per quanto riguarda il lavoro decentralizzato da casa: il quadro giuridico e la sicurezza dei dati, soltanto per fare due esempi.    

La copertura scientifica di SWI swissinfo.ch nel 2021: oltre la pandemia

La pandemia provocata dal coronavirus ha sconvolto quasi ogni aspetto della vita, compreso il modo in cui compriamo, prepariamo e mangiamo il cibo. Il produttore alimentare svizzero Nestlé riferisce che la domanda di alimenti a base vegetale – come carne e latticini alternativi – è salita alle stelle. Mentre le persone cercavano di mangiare più sano in casa, i focolai di Covid-19 nei macelli facevano notizia.

Nel frattempo, in Svizzera sono sorte numerose aziende e start-up che producono alimenti vegetali, plasmando il futuro dell’agricoltura. Nel 2021 continueremo a seguire questi sviluppi e ciò che significano per il nostro cibo e il nostro clima.

Anche le start-up svizzere, così come i giganti alimentari quali Nestlé, stanno cercando di trovare alternative agli imballaggi di plastica, che, è dimostrato, finiscono nel nostro corpo e nell’ambiente in quantità allarmanti. L’anno prossimo, inoltre, terremo d’occhio gli ultimi sviluppi della scienza dei materiali, cercando di capire come i cosiddetti materiali bioispirati o provenienti dalla natura potrebbero offrire soluzioni per imballaggi, pesticidi, rifiuti alimentari e altro.

Poiché le macchine non possono ammalarsi o diffondere malattie, la pandemia di Covid-19 ha anche accelerato l’automazione di alcune mansioni da parte dei robot e dell’intelligenza artificiale. Ma come si fa a costruire la fiducia in queste tecnologie, come si può sfruttare il loro potenziale per cambiare il luogo di lavoro così come lo conosciamo? E come fare in modo che non cadano nelle mani sbagliate? La Svizzera, un centro globale di robotica e IA, sta cercando di trovare risposte a queste domande e noi riferiremo in merito a questo dibattito.

Nel 2020, poiché i viaggi e le opportunità di incontrarsi erano limitate, la popolazione svizzera si è riversata in montagna e all’aperto per evitare assembramenti. I progetti per le grandi infrastrutture di montagna, come una nuova funivia veloce per uno dei luoghi più visitati delle Alpi, lo Jungfraujoch, sono proseguiti nonostante la pandemia. Ma come influirà tutta questa attività umana sulla fragile (e importante) biodiversità della più grande catena montuosa d’Europa? E i numerosi ghiacciai della Svizzera, le “riserve d’acqua” del continente, esisteranno ancora tra 50 anni o addirittura tra 20? Il nostro continuo lavoro di approfondimento su questi temi farà il punto della situazione, ma anche delle politiche e delle innovazioni che stanno cercando di affrontarla.

In alto, oltre le cime delle Alpi, lontano dalle preoccupazioni di questo mondo, ci sono altre realtà che aspettano di essere esplorate. Il prossimo anno si conclude la missione triennale del progetto satellitare CHEOPS, guidato dalla Svizzera, i cui risultati continueranno a essere seguiti, così come altre pietre miliari dell’esplorazione spaziale in cui ricerca e tecnologia svizzere sono coinvolte. Il CHEOPS è stato incaricato di studiare 100 degli oltre 4’000 esopianeti scoperti da quando i premi Nobel svizzeri Michel Mayor e Didier Quéloz hanno trovato il primo pianeta di questo tipo in orbita attorno a una stella diversa dal nostro Sole. C’è un pianeta Terra lassù? Forse ne sapremo di più l’anno prossimo.

Traduzione dal tedesco: Mattia Lento

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