Quello che serve per fondere due colossi bancari svizzeri
Sulla carta, UBS ha fatto un ottimo affare nell'acquistare la banca rivale Credit Suisse per 3 miliardi di franchi. Ma il prezzo reale sarà noto solo al termine della fusione, che avverrà in un campo minato da rischi legali, normativi e di mercato.
“Non potrò mai sottolineare abbastanza la portata di questa operazione in termini di storia e di ingegneria finanziaria. Ma questa transazione comporta anche rischi significativi”, ha dichiarato il presidente del cda di UBS Colm Kelleher.
La ricompensa di una fusione riuscita potrebbe essere enorme. Il prezzo di un fallimento sarebbe invece catastrofico, non solo per la Svizzera ma per l’intero settore finanziario internazionale.
I rischi
UBS ha identificato diversi potenziali punti dolenti: l’assemblamento di due sistemi operativi, la gestione del rovinoso ramo di investment banking di Credit Suisse e l’integrazione del personale e delle culture aziendali.
Leggi anche: La mega banca UBS è un male per la Svizzera?
“Ci sono chiaramente dei settori di Credit Suisse che hanno avuto una pessima cultura”, ha detto Kelleher. “Dovremo sottoporre tutti a un filtro culturale per assicurarci di non importare nel nostro ecosistema qualcosa che causi problemi”.
Ci sono anche dei limiti a quanto UBS può imparare sul bilancio di Credit Suisse prima della fusione.
“Finché la fusione non sarà effettiva, non potremo avere accesso a tutte le informazioni. Dobbiamo stare molto attenti alle normative antitrust”, ha dichiarato l’amministratore delegato di UBS Ralph Hamers (che sarà sostituito da Sergio Ermotti il 5 aprile).
“Questa è la più grande operazione finanziaria dal 2008.”
Colm Kelleher, presidente di UBS
E poi c’è la questione di quanto UBS possa ottenere per gli investimenti indesiderati di Credit Suisse, in un mercato che sta soffrendo a causa dei fallimenti bancari e dell’aumento dei tassi di interesse.
Ci sono molte cose da considerare a livello operativo di base, secondo l’ex dirigente di UBS Andreas Ita, ora socio della società di consulenza sui rischi Orbit36.
“Le due società operano sulla base di sistemi informatici diversi. L’integrazione in questo settore richiederà probabilmente anni e non trimestri”, spiega a SWI swissinfo.ch.
“UBS erediterà anche le varie cause legali pendenti di Credit Suisse”, aggiunge. Tra queste, le potenziali cause intentate da chi detiene le cosiddette obbligazioni AT1, il cui valore è stato azzerato dall’acquisizione.
UBS ha anche il compito di placare la Saudi National Bank, principale azionista di Credit Suisse, che lo scorso anno ha investito miliardi nella banca elvetica per poi vederne evaporare la maggior parte in base ai termini dell’operazione di acquisizione da parte di UBS.
La politica
Volente o nolente, UBS è stata trascinata in una tempesta politica in Svizzera.
Il Consiglio federale ha fatto ricorso al diritto d’urgenza per forzare l’acquisizione, mettendo da parte chi detiene azioni e obbligazioni. Sono stati promessi miliardi di franchi di fondi pubblici per coprire le potenziali perdite di UBS.
Leggi anche: Che effetto ha avuto il crosso di Credit Suisse sul resto del mondo?
Il Governo ha ordinato il congelamento dei pagamenti dei bonus presso Credit Suisse. Il Parlamento terrà una sessione straordinaria per discutere la questione, mentre diverse commissioni intendono far luce sull’acquisizione.
Molte voci del mondo politico chiedono che le operazioni di retail banking di Credit Suisse vengano scorporate in un’entità indipendente. Questo potrebbe mettere la politica in rotta di collisione con la banca, dato che UBS ha affermato di non avere intenzione di scindere Credit Suisse.
I tagli tra le 16’000 persone che lavorano per Credit Suisse in Svizzera saranno inevitabili. Al momento, UBS non è in grado di dire quanti di questi impieghi dovranno essere soppressi, ma la banca sarà sotto pressione per salvarne il maggior numero possibile.
Cosa succederà in seguito?
I principali centri finanziari, come gli Stati Uniti, il Regno Unito e l’Unione Europea, hanno dato la loro approvazione alla fusione dopo l’intervento delle autorità svizzere.
I team legali stanno ora contrattando tutti i dettagli con le autorità di regolamentazione e di antitrust nei 58 Paesi in cui opera UBS.
Leggi anche: Credit Suisse, cosa è andato storto?
UBS ha dichiarato che ci vorranno alcune settimane prima di poter presentare il suo piano di acquisizione concreto. Il Governo svizzero vuole che l’operazione sia conclusa entro la fine dell’anno.
Stando al Financial Times, UBS sta già cercando di districarsi nella complessa operazione di scorporo parziale delle attività di investment banking di Credit Suisse.
L’acquisizione può avere successo?
Entrambe le banche svizzere hanno alle spalle una storia di acquisizioni di istituti rivali. Nel 1988, Credit Suisse ha acquisito la banca d’investimento statunitense First Boston. Dieci anni dopo, UBS è nata dalla fusione dell’allora Unione di Banche Svizzere e della Società di Banca Svizzera.
Ma questo avveniva prima che venissero coniati i termini “Too Big to Fail” (troppo grande per fallire) e “Global Systemically Important Bank” (GSIB, banca di importanza sistemica globale), durante la crisi finanziaria del 2007-2008.
“Questa è la più grande operazione finanziaria dal 2008”, ha detto Kelleher. “Direi che è più grande di qualsiasi operazione effettuata nel 2008 perché è la prima volta che due GSIB si fondono”.
UBS afferma che l’acquisizione di Credit Suisse le darà maggior peso sui mercati globali, in particolare negli Stati Uniti, nel sud-est asiatico e in America Latina. Ma la dirigenza riconosce anche che ci sono potenziali inconvenienti.
Se la fusione avrà buon esito, la mega banca dovrà comunque funzionare in modo efficiente e realizzare profitti. Fino a quando non saranno noti ulteriori dettagli sulla sua composizione finale e sulla strategia di UBS, è però impossibile fare previsioni sul successo della nuova entità.
Traduzione di Luigi Jorio
Altri sviluppi
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.