Rapporto sul clima, un futuro “vivibile” è ancora possibile
Le attività umane sono la causa "inequivocabile" del riscaldamento globale, ribadisce il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) nel rapporto di sintesi presentato oggi a Interlaken, in Svizzera. È però ancora possibile ridurre le emissioni e garantire un futuro vivibile sulla Terra.
L’utilizzo di combustibili fossili e l’uso non sostenibile dell’energia e del suolo hanno comportato un riscaldamento globale di 1,1°C rispetto ai livelli preindustriali, scrive l’IPCC in un comunicato pubblicato lunedì. Il risultato sono eventi meteorologici estremi più frequenti e intensi che hanno causato impatti sempre più pericolosi sulla natura e le persone, in ogni regione del pianeta.
“Negli ultimi dieci anni, i decessi causati da inondazioni, siccità e tempeste nelle regioni più vulnerabili al cambiamento climatico sono aumentati di 15 volte”, afferma Aditi Mukherji, coautrice del rapporto di sintesi dell’IPCC, citata nel comunicato.
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Le emissioni di gas serra continuano a crescere e gli sforzi attuali sono “insufficienti” per far fronte alla crisi climatica, sostengono gli esperti e le esperte dell’IPCC. Di questo passo, sarà difficile limitare il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2°C, come previsto dall’Accordo di Parigi sul clima, un trattato internazionale giuridicamente vincolante per la riduzione delle emissioni globali e l’adattamento climatico.
Alla luce delle conclusioni dell’IPCC è necessario accelerare l’uscita dai combustibili fossili, nonché proteggere e ripristinare gli ecosistemi naturali. Lo indicano le sezioni svizzere del WWF e di Greenpeace, che chiedono alla politica di prendere sul serio le ultime scoperte dei ricercatori e delle ricercatrici.
“È ancora possibile limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, ma bisogna agire subito. Ciò vale in particolare per la Svizzera, che è più colpita dal fenomeno rispetto alla media planetaria”, indica Greenpeace Svizzera. Tuttavia, “l’attuale politica climatica elvetica corrisponde a un riscaldamento di 3°C “.
Da parte sua, ricordando come diventa sempre più difficile limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, WWF Svizzera evidenzia il calo negli ultimi dieci anni del costo delle energie rinnovabili come l’eolico o il fotovoltaico. Insomma, “abbiamo i mezzi per invertire la tendenza”, ma al momento la crisi climatica sta ancora peggiorando: “ci stiamo muovendo ad alta velocità nella direzione sbagliata”, secondo l’organizzazione ambientalista.
Fonte: Keystone-ATS
Agire subito
Non è però ancora troppo tardi per evitare lo scenario peggiore. Secondo l’IPCC, ci sono molteplici opzioni “fattibili ed efficaci” per ridurre le emissioni, adattarsi al cambiamento climatico e al contempo arrecare beneficio alle popolazioni.
Ad esempio, l’accesso alle energie pulite e alle tecnologie migliora la salute, specialmente di donne e bambini. L’utilizzo di elettricità rinnovabile, i trasporti pubblici e anche il semplice spostarsi in bicicletta contribuiscono a migliorare la qualità dell’aria, a creare posti di lavoro e a eliminare le disparità, sostiene l’IPCC.
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Condividendo tecnologie, conoscenze, misure politiche auspicabili e incrementando i finanziamenti a protezione del clima, è possibile ridurre o evitare i consumi che generano emissioni di CO2, sottolineano gli esperti e le esperte di clima. È però indispensabile agire subito.
Il rapporto odierno “evidenzia l’urgenza di intraprendere azioni più ambiziose e dimostra che, se agiamo ora, possiamo ancora garantire un futuro sostenibile e vivibile per tutte le persone”, afferma Hoesung Lee, presidente dell’IPCC, per il quale il rapporto è “un messaggio di speranza”.
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Sintesi di oltre 10’000 pagine
Il rapporto presentato a Interlaken (Cantone di Berna), a cui hanno partecipato anche ricercatori e ricercatrici in Svizzera, è il capitolo conclusivo del Sesto Rapporto di Valutazione (AR6Collegamento esterno) dell’IPCC. È composto da due testi.
Il primo condensa in una cinquantina di pagine le principali prove scientifiche e le conclusioni contenute nei rapporti dei tre gruppi di lavoro dell’IPCC (vedi riquadro sotto) e nelle relazioni speciali sui cambiamenti climatici pubblicati tra il 2018 e il 2022. Si tratta di una sintesi di oltre 10’000 pagine di studi e ricerche.
Il secondo, di circa dieci pagine, è il riassunto destinato alle autorità, ovvero un testo esclusivamente politico che è stato approvato riga per riga dai delegati e dalle delegate dei 195 Paesi membri dell’ONU.
Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCCCollegamento esterno), con sede a Ginevra, è stato formato nel 1988 dall’Organizzazione meteorologica mondiale e dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente.
L’IPCC è organizzato in tre gruppi di lavoro, che si focalizzano su diversi aspetti legati ai cambiamenti climatici: il gruppo di lavoro I (WGI) si occupa delle basi scientifiche; il WGII valuta gli impatti sui sistemi naturali e le opzioni di adattamento; il WGIII si focalizza sulla mitigazione (riduzione dei gas a effetto serra).
L’IPCC non svolge ricerche proprie, ma coinvolge esperti ed esperte in tutto il mondo, Svizzera inclusa, con l’intento di sintetizzare la letteratura scientifica esistente in materia di clima. I suoi rapporti contribuiscono a plasmare le politiche internazionali di riduzione delle emissioni e di adattamento al cambiamento climatico.
Nel 2007, l’IPCC e l’ex vicepresidente statunitense Al Gore hanno ottenuto il Premio Nobel per la Pace.
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