Quattro figure controverse dell’Islam in Svizzera
Espulso questa fine settimana dalla Francia, Hani Ramadan è già stato al centro di contestazioni anche in Svizzera per le sue tesi sull’Islam. Il direttore del Centro islamico di Ginevra figura tra gli esponenti della comunità musulmana che hanno attirato più volte l’attenzione anche al di fuori del territorio elvetico.
Hani Ramadan
Nato a Ginevra, Hani Ramadan (58 anni) proviene da una famiglia egiziana fuggita in Svizzera dopo l’assassinio del nonno Hassan al-Banna, fondatore dei Fratelli Musulmani. Dirige dal 1995 il controverso Centro islamico di Ginevra e presiede l’Unione delle organizzazioni musulmane del canton Ginevra.
Il 10 settembre 2002, il quotidiano francese Le Monde pubblica un suo testo che solleva non poche critiche. Sotto il titolo “La Sharia incompresa”, l’autore tenta tra l’altro di dimostrare che la lapidazione di donne e uomini adulteri non è così crudele come si tende a immaginare. Vi suggerisce pure che l’AIDS è una punizione divina. Hani Ramadan viene sospeso dal suo posto di insegnante, con effetto immediato.
Lo scrittore attira più volte delle critiche anche per i suoi commenti complottistici e anti-israeliani. Pochi giorni dopo gli attacchi del 13 novembre 2015 a Parigi scrive sul suo blog, ospitato dalla Tribune de Genève: “L’Islam non ha nulla a che fare con questo. […] Cominciamo a sorvegliare il Mossad [i servizi segreti israeliani]”.
Il 7 aprile scorso le autorità francesi hanno imposto a Hani Ramadan un divieto amministrativo di permanenza sul territorio. Il giorno seguente è stato scortato dalla polizia fino al confine con la Svizzera. Negli ultimi mesi diverse conferenze previste da Hani Ramadan in Francia sono state annullate, poiché i commenti da lui fatti in passato rappresentano una “minaccia per l’ordine pubblico”.
Tariq Ramadan
Nato nel 1962 a Ginevra, fratello minore di Hani, Tariq Ramadan segue studi di islamismo e letteratura francese presso l’Università di Ginevra. A 22 anni ottiene la cittadinanza svizzera e nel 1986 sposa una donna cattolica francese, convertitasi all’Islam. La coppia, con i primi tre figli, si trasferisce poi in Egitto, dove Tariq Ramadan perfeziona la sua formazione religiosa.
Ritornato in Svizzera nel 1992, inizia a farsi conoscere in Francia per una serie di conferenze e apparizioni televisive. Tariq Ramadan mette in mostra una grande eloquenza, un linguaggio al tempo stesso accessibile ed elegante, una vasta cultura letteraria e religiosa e un fascino orientale. Incarna allora la voce del “Musulmano europeo” (titolo di uno dei suoi tanti libri), esortando i suoi correligionari a sbarazzarsi della mentalità delle minoranze e delle vittime, per rivendicare una cittadinanza a pieno titolo, pur rimanendo fedele ai principi islamici. Tariq Ramadan esercita un grande influsso sugli immigrati islamici di seconda generazione nelle periferie, ma anche sugli intellettuali, in particolare a sinistra, e sui militanti anti-globalizzazione.
Vi sono però alcuni che intravedono un islamista pericoloso sotto questa bella figura di principe egiziano. Il vento cambia direzione nel 2003, quando Tariq Ramadan pubblica su Internet un forum, rifiutato da due importanti quotidiani, in cui elenca una serie di intellettuali ebrei troppo compiacenti, per i suoi gusti, nei confronti di Israele. L’anno seguente viene nominato docente presso un’università cattolica negli Stati uniti, ma le autorità gli negano il diritto di ingresso sul territorio americano. Nel 2009 si trasferisce in Inghilterra, dove gli viene attribuita una cattedra di studi islamici a Oxford, finanziata dal Qatar.
All’inizio del 2016, annuncia la sua intenzione di ottenere la cittadinanza francese, ma si scontra contro la ferma opposizione dell’allora primo ministro Manuel Valls. Segno che, anche se meno presente sugli schermi televisivi, Tariq Ramadan continua a dividere.
Nicolas Blancho
Fondatore e presidente dal 2009 del Consiglio centrale islamico svizzero (CCIS), un’organizzazione di stampo salafita creata in seguito al voto che vieta la costruzione di nuovi minareti sul territorio elvetico, Nicolas Blancho è certamente la figura più controversa del fondamentalismo islamico in Svizzera. Convertito all’Islam all’età di 16 anni, il 34enne bernese dalla folta barba rossa folta si fa conoscere nel 2006, organizzando delle manifestazioni contro le caricature di Maometto e contro Charlie Hebdo.
Anche se rappresenta solo circa l’1% dei musulmani in Svizzera, principalmente convertiti e stranieri di seconda e terza generazione, il CCIS si è posto più volte al centro dell’attenzione negli ultimi anni. Dotato per la provocazione e la messa in scena e maestro nell’arte della vittimizzazione, Nicolas Blancho attira i riflettori formulando propositi ambigui sulla lapidazione delle donne o sulla jihad. La sua presenza mediatica suscita le ire di molte organizzazioni islamiche in Svizzera, per le quali il CCIS e le sue posizioni rigoriste contribuiscono ad alimentare un clima di diffidenza verso la maggioranza dei musulmani che vivono nel paese.
Nicolas Blancho non è però solo un agitatore. Il CCIS è finito nel mirino del Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC), in particolare a causa dell’opacità delle sue fonti di finanziamento e della vicinanza di alcuni dei suoi membri con le cerchie jihadiste. Nel mese di dicembre 2016, il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha aperto un’inchiesta nei confronti di tre membri della direzione del CCIS, tra cui lo stesso Nicolas Blancho, per propaganda di stampo islamista.
Nora Illi
Nora Illi è la convertita all’Islam più mediatizzata in Svizzera, non solo a causa del suo niqab, ma anche perché si è espressa pubblicamente a favore della poligamia. Secondo alcune voci non smentite, il padre dei suoi cinque figli avrebbe un seconda moglie. Prima di nascondere il suo volto sotto un velo, Nora Illi era una giovane donna piuttosto normale che viveva nel cantone di Zurigo.
Ama far la festa, ascolta musica punk, si interessa al buddismo ed è vegetariana. Ma durante un viaggio a Dubai, a 18 anni, ha una rivelazione ascoltando l’appello alla preghiera del muezzin. Di ritorno in Svizzera, si converte all’Islam nel 2002, seguendo l’esempio del suo amico e futuro marito, Qaasim Illi, convertitosi due settimane prima.
La coppia è ora molto attiva in seno al CCIS di Nicolas Blancho, che suscita controversie per i suoi legami con estremisti salafiti e predicatori radicali. Il 1° luglio 2016, data di entrata in vigore della legge cantonale, che vieta di indossare il velo integrale, Nora Illi si reca in Ticino per farsi denunciare dinnanzi alle telecamere e portare il caso presso la Corte europea dei diritti umani.
Traduzione di Armando Mombelli
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