L’obiettivo «ambizioso, ma realistico» della politica climatica svizzera
Entro il 2030, la Svizzera intende dimezzare le emissioni di gas a effetto serra rispetto ai valori del 1990. Per raggiungere tale obiettivo, il governo ha avviato giovedì la consultazione su tre progetti climatici. Pronta la reazione delle organizzazioni ambientaliste, per le quali la Svizzera non sta facendo abbastanza.
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Giornalista ticinese residente a Berna, mi occupo di temi scientifici e di società con reportage, articoli, interviste e analisi. Mi interessano le questioni climatiche, energetiche e ambientali, come pure tutto ciò che riguarda la migrazione, l'aiuto allo sviluppo e i diritti umani in generale.
Approvazione dell’accordo sul clima di Parigi, revisione della legge sul CO2 e intesa con l’Unione europea per l’integrazione del sistema di scambio di quote di emissioni: sono i tre progetti che il governo svizzero ha posto in consultazioneCollegamento esterno fino al 30 novembre.
Nove mesi dopo lo storico accordo internazionale sul clima raggiunto alla COP21 di Parigi – che si prefigge di limitare a 2 °C l’aumento della temperatura terrestre rispetto all’era preindustriale – la Svizzera intende essere tra i primi 60 Stati a ratificare l’intesa, ha detto giovedì la ministra dell’ambiente Doris Leuthard. Idealmente, ha precisato, l’accordo dovrebbe essere approvato dal parlamento nell’estate 2017.
L’obiettivo di Berna entro il 2030 è di ridurre le emissioni di CO2 del 50% rispetto al 1990. Si tratta di un obiettivo «ambizioso, ma realistico», secondo la consigliera federale. Attualmente la Svizzera è responsabile dello 0,1% delle emissioni nel mondo.
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Per sostenere la Strategia energetica 2050 e rispettare gli impegni assunti a Parigi, la Svizzera intende anche rivedere la legge sul CO2. Gli strumenti già utilizzati verranno rafforzati e il governo fisserà degli obiettivi intermedi, ha detto Doris Leuthard. Per ridurre le emissioni, la Svizzera punta in particolare su misure nel settore degli edifici (efficienza energetica), dei trasporti, dell’industria e dell’agricoltura.
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Infine, l’esecutivo elvetico ha posto in consultazione il progetto di collegare il sistema svizzero di scambio di quote di emissioni a quello europeo. L’intesa firmata all’inizio dell’anno da Berna e Bruxelles prevede il riconoscimento reciproco dei diritti di emissione.
Secondo l’Alleanza climatica svizzeraCollegamento esterno, che raggruppa 66 organizzazioni non governative, il governo elvetico non mantiene tuttavia le sue promesse. In particolare, sostiene, la nuova legge sul CO2 non permetterà alla Confederazione di raggiungere i suoi obiettivi e di passare completamente dalle energie fossili a quelle rinnovabili entro il 2050.
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Fonti: Ufficio federale dell’energia, Ufficio federale dell’ambiente, MeteoSvizzera, istituti di ricerca svizzeri, Global Carbon Atlas, IPCC. Immagini: Keystone / Reuters
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