Dopo una perdita di 23 miliardi registrata l'anno scorso, l’istituto di emissione elvetico ha conseguito un utile di 5,7 miliardi di franchi nel primo trimestre del 2016. Un risultato favorito dall'aumento del prezzo dell'oro sui mercati internazionali.
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swissinfo.ch e rsi.ch (TG del 28.4.16)
A fine marzo, un chilo di metallo giallo valeva 38’091 franchi rispetto ai 34’103 franchi di fine 2015. La rivalutazione dell’oro ha quindi generato un surplus di 4,1 miliardi di franchi. Il guadagno ottenuto sulle posizioni in monete straniere è stato invece pari a 1,2 miliardi.
Nello stesso periodo dell’anno scorso, la Banca nazionale svizzera (BNS) aveva ottenuto un passivo di 29,2 miliardi. Va però ricordato che, nel primo trimestre 2015, l’abbandono della soglia minima di cambio franco/euro aveva generato un apprezzamento del franco e perdite dovute al cambio sull’insieme delle valute di investimento.
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Dato che il risultato della BNS dipende dall’evoluzione dei mercati dell’oro, dei cambi e dei capitali ed è quindi difficile trarre delle deduzioni per l’insieme dell’anno, ha precisato l’istituto d’emissione.
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Sulla banconota da 50 franchi si vede il volto dell’artista svizzera Sophie Taeuber-Arp. Per molto tempo ignorata, questa pioniera del modernismo è ora al centro di una grande retrospettiva in Svizzera. Molti continuano però a non sapere come si chiama la persona sulla banconota verde.Sulla banconota da 50 franchi si vede il volto dell’artista svizzera Sophie Taeuber-Arp. Per molto tempo ignorata, questa pioniera del modernismo è ora al centro di una grande retrospettiva in Svizzera. Molti continuano però a non sapere come si chiama la persona sulla banconota verde.
Questa situazione appare evidente nel verbale della polizia zurighese relativo al decesso accidentale di Sophie Taeuber-Arp, morta nel 1943 a causa del monossido di carbonio sprigionatosi da una stufa difettosa. Nel rapporto, la donna è descritta come una «casalinga».
Sophie Taeuber-Arp era però pittrice, scultrice, designer e ballerina, oltre che a essere la moglie dell’artista Jean (Hans) Arp. Aveva un occhio sopraffino per la forma, il colore e il materiale, che combinava poi in opere che ancora oggi appaiono fresche e vivaci. Un lavoro messo ora in evidenza dalla più grande retrospettiva dedicata all’artista.
Oltre 300 opere, tra cui tessuti variopinti, mobili eleganti e audaci figure geometriche, sono presentate al Museo d’arte di Aarau (canton Argovia), dove Sophie Taeuber-Arp viene definita «una delle artiste svizzere più importanti del XX secolo».
Ma come mostra questo servizio della televisione svizzera, la donna rimane un enigma per molte persone, malgrado il suo volto sia raffigurato su una banconota da circa vent’anni.
La cosa giusta al momento giusto
Thomas Schmutz, curatore della mostra “Oggi è domani” del museo argoviese, ha una sua teoria per spiegare come mai l’artista sia meno conosciuta di quanto potrebbe esserlo.
«Una ragione è che in quel periodo, negli anni Venti e Trenta, se si voleva essere riconosciuti come artisti era molto importante realizzare dipinti ad olio. Lavorare sulle decorazioni per interni o sui vestiti non comportava invece alcun riconoscimento immediato», spiega a swissinfo.ch.
Ad esempio, le marionette che Sophie Taeuber-Arp aveva creato per un teatro di burattini, con le loro forme geometriche e le articolazioni esposte, non erano molto apprezzate a quel tempo. «Adesso sono invece considerate opere eccezionali», osserva Thomas Schmutz.
La mancanza di notorietà era dovuta anche al fatto che, in un modo o nell’altro, Sophie Taeuber-Arp ha vissuto all’ombra di suo marito Jean, cofondatore del Dadaismo e pioniere dell’arte astratta. Anche dopo la morte della moglie, Jean Arp non ha fatto molto per migliorare la sua immagine.
«Ha sofferto molto per la perdita della moglie e quindi ha forse esagerato un po’ nell’affermare che era una sognatrice, una persona istintiva», afferma Thomas Schmutz. Sophie Taeuber-Arp, aggiunge, aveva però la capacità di fare la cosa giusta al momento giusto, con una qualità eccelsa. L’artista ha poi permesso alla coppia di rimanere finanziariamente a galla.
Teste Dada
Nata nel 1889, Sophie Taeuber-Arp cresce a Trogen, nel cantone di Appenzello esterno, in un ambiente che incoraggia l’indipendenza e l’interesse per la cultura. Dopo gli studi in ambito artistico e tessile a San gallo e in Germania, si stabilisce a Zurigo, dove insegna design tessile alla Scuola artigianale di mestieri.
È Jean Arp, l’uomo originario di Strasburgo che sposa nel 1922, a introdurla al movimento dadaista che si era sviluppato attorno al Cabaret Voltaire di Zurigo. Sophie Taeuber-Arp si esibisce in quel locale come ballerina, realizzando anche una serie di figure astratte, le “teste Dada”, piccole sculture in legno poste su un piedistallo. Per non perdere il suo impiego, deve però mantenere segreto il suo legame con il movimento artistico ribelle.
Nel 1929 la coppia si trasferisce a Parigi, ciò che permette a Sophie Taeuber-Arp di concentrarsi finalmente sulla sua arte. Gli splendidi mobili proporzionati e i rilievi circolari in legno realizzati in quel periodo sono tra i punti forti dell’esposizione di Aarau.
In seguito alla presa di Parigi da parte dei Nazisti nel 1940, gli artisti sono costretti alla fuga verso la Svizzera, passando dal sud della Francia. Sophie Taeuber-Arp muore poco dopo il suo ritorno, nel 1943, all’età di 54 anni.
Dalla Svizzera agli Stati Uniti…
Dopo diversi decenni in cui l’artista era un po’ finita nel dimenticatoio, il Museo di arte moderna di New York (MoMA) le ha reso omaggio nel 1981 con una retrospettiva, ciò che le ha conferito una notorietà internazionale. Il MoMA possiede oggi otto sue opere e assieme al Centro Pompidou di Parigi è l’istituzione più rinomata a presentare il lavoro di Sophie Taeuber-Arp.
Alla mostra di Aarau si possono ammirare anche opere prestate da musei all’estero. La galleria d’arte dell’Università di Yale, che ha messo a disposizione una scultura in legno del 1937, è una delle rare istituzioni americane a possedere un pezzo di Sophie Taeuber-Arp.
Pamela Franks, curatrice della sezione “Arte moderna e contemporanea” alla galleria di Yale, spiega che questa opera rappresenta «una potente presenza scultorea» e una parte importante della rinomata collezione della galleria. Jean Arp ha donato la scultura alla galleria nel 1950, in memoria della moglie, dopo essere stato impressionato da questa collezione che aveva ammirato l’anno precedente, spiega Pamela Franks.
… al resto dell’Europa
Altri musei internazionali espongono le opere dell’artista svizzera, facendo dei legami con le correnti artistiche europee dell’epoca. Il Museo Kröller-Müller a Otterlo, in Olanda - che detiene la seconda più grande collezione di dipinti di Van Gogh - possiede Parasols, un rilievo bianco del 1938 che non figura nell’esposizione di Aarau.
«Quest’opera è un ottimo esempio dello stile più libero e più espressivo che Sophie Taeuber-Arp ha sviluppato a partire dal 1938», afferma la direttrice del museo Lisette Pelsers. «Nella collezione è anche rappresentata la sua stretta relazione con artisti quali Theo van Doesburg e naturalmente Jean Arp, ciò che ha molta importanza per il nostro museo».
Theo van Doesburg è stato tra i fondatori dell’associazione di artisti Abstraction-Création di Parigi, di cui faceva parte Sophie Taeuber-Arp. I due si sono messi insieme per realizzare la decorazione del Café Aubette di Strasburgo, poi soprannominata la Cappella Sistina dell’arte astratta. Un lavoro che ha permesso agli Arp di installarsi in seguito vicino a Parigi.
In buona compagnia
Sophie Taeuber-Arp è anche stata al centro dell’esposizione “Donne dell’avanguardia”, organizzata nel 2012 dal Museo di arte moderna Lousiana, in Danimarca. Il museo possiede Equilibre (1932), un «lavoro significativo» che fa parte della collezione di arte concreta e costruttivista dell’istituzione, dice la curatrice Kirsten Degel.
Per Kirsten Degel, Sophie Taeuber-Arp può essere considerata un’artista centrale, che si trova all’intersezione del Bauhaus, una corrente artistica che abbina arte e artigianato, del movimento astratto De Stijl e di Abstraction-Création.
Anche in Svizzera Sophie Taeuber-Arp è in buona compagnia. Figura infatti sulla banconota da 50 franchi a fianco dell’artista Alberto Giacometti (sulla banconota da 100 franchi) e dell’architetto Le Corbusier (10 franchi).
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Le origini della Zecca federale Swissmint risalgono al 1848, quando è stato fondato lo stato federale moderno svizzero e la prerogativa di coniare le monete è passata dai Cantoni alla Confederazione. A quel momento è stato introdotto il franco svizzero. Swissmint ha sede a Berna. (Fotp: Benjamin Zurbriggen)
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