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Numero record di donne elette in parlamento, ma bassa affluenza femminile

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Il 2 dicembre scorso un numero record di donne ha prestato giuramento per l'apertura della 51a sessione del Parlamento svizzero. Keystone / Peter Klaunzer


Nonostante lo sciopero delle donne e l’importanza attribuita alla questione della parità durante la campagna per il rinnovo delle Camere federali nel 2019, le elettrici non si sono particolarmente mobilitate. Un numero record di donne è stato comunque eletto in parlamento.

Le elezioni federali dell’anno scorso hanno avuto un esito storico per le donne: il numero di rappresentanti femminili elette ha raggiunto un record, salendo dal 32% del 2015 al 42% nel Consiglio nazionale (Camera del popolo) e dal 15% al 26% nel Consiglio degli Stati (Camera dei Cantoni). Il tema della parità è stato al centro della campagna, in particolare con lo sciopero delle donne che ha visto centinaia di migliaia di persone scendere in piazza il 14 giugno 2019. 

Questi eventi, tuttavia, non hanno portato a un maggior numero di donne che si sono recate alle urne, come rivela lo studio elettorale Selects. Solo il 41% delle elettrici ha partecipato alle elezioni, contro il 49% degli elettori, ciò che risulta addirittura leggermente inferiore rispetto al 2015. Si tratta di un divario di genere che la Svizzera non è ancora in grado di colmare, anche in caso di grandi mobilitazioni sul tema della parità.

Studio Selects

Dal 1995, Selects analizza l’affluenza alle urne e il comportamento di voto nelle elezioni federali. Il progetto è finanziato dal Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca Scientifica (FNS) e realizzato dal FORS di Losanna, il centro di competenza svizzero per le scienze sociali.

Nell’ambito delle elezioni federali dell’ottobre 2019 è stato condotto un sondaggio post-elettorale tra 6’664 persone, un altro in cui sono state intervistate le stesse persone tre volte prima e dopo le elezioni, con un numero di partecipanti compreso tra 5’000 e 8’000, e un terzo tra 2’158 candidati a entrambe le Camere del Parlamento.

“Il divario nella partecipazione di uomini e donne rimane stabile, ma se guardiamo alle fasce d’età possiamo vedere molto chiaramente una certa normalizzazione della partecipazione delle giovani donne”, analizza Anke Tresch, responsabile di progetto di Selects. “Queste differenze possono essere certamente legate all’introduzione tardiva del suffragio femminile in Svizzera. Si tratta di una certa eredità storica, ma si spera che sparisca tra qualche anno”.

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Questo divario nella partecipazione può essere osservato anche nell’ambito delle votazioni federali. Secondo un sondaggio dell’Ufficio federale di statistica, nel 2017 la percentuale elettorato che ha partecipato frequentemente alle elezioni nazionali era del 68% per gli uomini e del 61% per le donne.

Gli elettori hanno votato per le donne

Nel 2019 sono state elette più donne perché un numero maggiore di donne ha votato per loro rispetto a quattro anni prima. Gli autori dello studio Selects hanno chiesto ai partecipanti se, a parità di qualifiche, avrebbero preferito eleggere un uomo o una donna. La scelta di un candidato donna è stata favorita dall’80% delle donne intervistate, rispetto al 73% del 2015, e dal 54% degli uomini, rispetto al 45% del 2015.

Solo l’elettorato dell’Unione democratica di centro (UDC) afferma di preferire un candidato maschile, anche se si denota un aumento a favore delle candidate donne. La crescita più marcata dal 2015 è quella espressa dai giovani tra i 18 e i 24 anni.

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“Penso che sia un po’ nell’aria”, dice Anke Tresch. “Oggi si può ancora dire di preferire un uomo a una donna? In alcune fasce d’età, a partire dai 70 anni, la percentuale di coloro che dicono di preferire un candidato donna è molto più bassa che tra i giovani. Penso che questo sia un cambiamento a livello di morale, politica, posto delle donne nella società e mercato del lavoro”.

Mobilitazione dei partiti

Il record storico di rappresentanti femminili elette si spiega anche con l’impegno dei partiti politici a promuovere le donne. La quota di candidate nelle liste è passata dal 35% nel 2015 al 40% nel 2019. Lo studio Selects mostra che i partiti hanno dato anche più sostegni finanziari alle donne per la campagna elettorale, prendendo a loro carico il 38% delle spese delle donne e il 21% degli uomini. Nel 2019 i partiti hanno speso in media 2’600 franchi per le candidate e 1’900 per i candidati, contro 2’100 e 2’000 del 2015.

Altri sviluppi

Lo sciopero delle donne, il vivace dibattito sull’uguaglianza e la campagna “Helvetia chiama” per una più equa rappresentanza di genere in parlamento non sono ancora riusciti a invertire la tendenza della partecipazione elettorale delle donne. Tuttavia, queste iniziative hanno portato ad una maggiore mobilitazione dei partiti politici e delle candidate per muovere i primi passi verso una vera parità in politica.

Traduzione di Armando Mombelli

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