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Tentativi d’indebolire il franco, solo un placebo?

La Banca nazionale svizzera reagisce alla quotazione elevata del franco. Reuters

Dopo mesi di crescita della moneta elvetica rispetto alle altre divise, il 3 agosto la Banca nazionale svizzera ha deciso d'intervenire. Timida reazione della stampa svizzera alle misure introdotte per frenare l'ascesa del franco.

Ieri la Banca nazionale svizzera (BNS) ha adottato le prime misure per frenare l’avanzata del franco nel confronto delle altre divise. Da metà febbraio il franco ha guadagnato il 21% rispetto all’euro e il 28% rispetto al dollaro.

Il pacchetto di misure della BNS si concentra su di un tasso di riferimento Li­bor a tre mesi vicino allo zero. Inoltre la BNS intende accrescere ampiamente la liquidità sul mercato monetario in franchi per stimolare il mercato.

«Il problema è più ampio, ma BNS fa bene» titola il Corriere del Ticino (CdT). Per il commentatore del Tages Anzeiger (TA) «la Banca nazionale punta sull’effetto placebo». La Neue Zürcher Zeitung (NZZ) scrive laconicamente «Un segnale della BNS», mentre il giornale gratuito 20 Minuten parla di un «segnale forte». Il quotidiano bernese Der Bund sottolinea il fatto che si tratta di un «intervento tardivo».

Decisione necessaria

«Le misure rappresentano un segnale positivo, anche se da sole non potranno risolvere la complessa partita della quotazione della moneta elvetica e dei problemi a questa connessi» scrive il CdT.

Per la NZZ, il segnale che ha espresso la BNS «è probabilmente un po’ debole». Nel peggiore dei casi il comportamento degli istituti finanziari non cambierà di molto mentre il mercato immobiliare ed edile nazionale continuerà a surriscaldarsi.

Nel commento del TA, in cui la situazione finanziaria è confrontata a un malato cronico, si legge: «Non rimane molto da fare, ma almeno si può alleviare il dolore somministrando un placebo. Così tutti hanno l’impressione che stia succedendo qualcosa».

Il difficile ruolo del presidente della BNS

Hildebrand, il presidente della BNS, ha finora raccolto quasi solo critiche prima per le importanti perdite dovute alle decisioni prese nel 2010 e poi perché queste misure non avevano portato i frutti sperati, commenta il quotidiano Blick.

Il TA si spinge oltre affermando che Hildebrand non poteva fare altro che rimanere doppiamente guardingo. «Hildebrand è diventato il nemico numero uno dell’UDC [Unione democratica di centro, destra conservatrice]. Ogni miliardo perso, benché in buona fede e anche se solo a livello contabile, si trasforma in calcolo elettorale».

Insicurezza negli effetti

La stampa concorda che benché i primi segnali siano stati dati, gli effetti si faranno attendere. Alcuni sottolineano che per la BNS, quello di ieri è stato solo il primo passo di una serie di provvedimenti che si imporranno nei prossimi mesi.

Il quotidiano bernese Der Bund afferma «Dopo le misure prese, il franco ieri ha perso un po’ e poi ha ripreso di nuovo valore. Apparentemente i mercati finanziari non ritengono che la BNS faccia sul serio».

Gli effetti si faranno attendere, e in ogni caso il complesso sistema finanziario globale non può essere piegato a proprio piacimento, infatti «La partita non si gioca solo a livello svizzero. Il motivo principale per cui il franco negli ultimi mesi ha accentuato la sua corsa sta nella duplice incertezza che ha avvolto gli Stati Uniti e l’Eurozona», scrive il Corriere del Ticino.

Il commento del TA conclude «anche se si tratta di un placebo, consoliamoci del fatto che gli effetti collaterali sono minimi e anche l’acqua zuccherata, se amministrata con cura e scienza, può contribuire a ridurre i dolori».

Der Bund, dal canto suo, ricorda «La BNS si trova pericolosamente sul filo del rasoio. Se non fa abbastanza il corso del franco aumenta in continuazione. Se fa troppo dovrà aumentare di molto i tassi di interesse in seguito. Questo a scapito della congiuntura e del mercato del lavoro».

Dopo aver studiato a lungo l’evolversi della situazione, il 3 agosto, la Banca nazionale svizzera (BNS) ha deciso di prendere misure contro l’apprezzamento del franco. Cercherà di tenere il Libor a tre mesi possibilmente vicino allo zero.

Per questo riduce la banda di oscillazione del tasso di riferimento dall’attuale 0-0,75% allo 0-0,25%. Parallelamente vuole accrescere in modo massiccio le liquidità sul mercato monetario in franchi.

La BNS «considera che attualmente il franco sia estremamente sopravvalutato, situazione che rappresenta una minaccia per l’evoluzione dell’economia e aumenta i rischi per quanto riguarda la stabilità dei prezzi nel paese.»

Per gli esperti interpellati dall’Agenzia telegrafica svizzera, i provvedimenti decisi il 3 agosto dalla BNS rappresentano un segnale forte inviato ai mercati finanziari e agli investitori, che nelle ultime settimane hanno fatto lievitare sempre più il franco. Per vedere gli effetti, occorre attendere.

(03/08/2011, sda-ats)

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