Svizzera buona allieva in casa propria, meno a livello globale
Il sistema energetico della Svizzera è tra i migliori al mondo, secondo un rapporto del Forum economico mondiale (WEF) pubblicato mercoledì. Meno positivo invece il giudizio sugli obiettivi elvetici di riduzione delle emissioni.
Il rapporto Fostering Effective Energy TransitionCollegamento esterno prende in considerazione 114 paesi e li classifica sulla base di due elementi principali: lo stato attuale del sistema energetico nazionale e il grado di preparazione strutturale in vista di un adeguamento ai bisogni energetici futuri.
La prima constatazione del Forum economico mondiale è desolante: «i progressi mondiali verso un ambiente sostenibile sono a un punto morto». L’intensità carbonica, che tiene conto della quantità di emissioni di gas serra e del Pil, è rimasta pressoché stagnante ed è al di sotto degli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi sul clima, deplora il rapporto.
Ci sono però anche delle evoluzioni incoraggianti, sottolinea lo studio. Tra queste, il fatto che l’80% dei paesi abbiano registrato un miglioramento dei loro sistemi energetici.
Nel raffronto internazionale, la Svizzera si situa in terza posizione, preceduta solamente da Svezia e Norvegia. Meno performanti sono invece la Gran Bretagna (7. posto), la Francia (9), la Germania (16), gli Stati Uniti (25), il Brasile (38), la Russia (70), la Cina (76) e l’India (78).
Tra le ragioni dell’ottima valutazione della Svizzera, lo studio del WEF indica la qualità dell’infrastruttura dei trasporti, le disponibilità tecnologiche, i sussidi all’energia, gli investimenti nell’efficienza energetica e la qualità del sistema educativo. «L’Unione europea, la Norvegia e la Svizzera dimostrano come una regione possa migliorare il sistema energetico attraverso il ricorso alle nuove tecnologie e alla collaborazione», si legge nel rapporto.
In Svizzera, i due terzi dell’elettricità sono prodotti dalla forza idrica. Lo scorso anno, il popolo ha accettato la Strategia energetica 2050, la quale prevede una riduzione dei consumi energetici e la promozione delle fonti pulite quali sole, vento e biomassa.
La Svizzera ottiene invece note meno positive per ciò che riguarda il suo comportamento a livello internazionale. In particolare, si situa nel gruppo di coda (99. posto) in materia di impegni nazionali di riduzione delle emissioni.
Sebbene la Svizzera sia stata il primo paese ad annunciare i suoi obiettivi nel quadro dell’Accordo di Parigi – riduzione del 50% entro il 2030 (rispetto ai valori del 1990) e del 70-85% entro il 2050 – il suo impegno è giudicato «insufficiente» dal Climate Action Tracker (CATCollegamento esterno). Secondo il gruppo di monitoraggio indipendente, gli obiettivi climatici fissati da Berna non sono in linea con quello di limitare il riscaldamento globale a un massimo di 2°C, deciso nel 2015 a Parigi.
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