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UBS risale la china

Il presidente del Cda Peter Kurer ha rassicurato gli azionisti dell'UBS sul futuro della grande banca Keystone

L'UBS dovrebbe presto uscire dal tunnel: dopo quattro trimestri nelle cifre rosse, in quello corrente l'istituto prevede di tornare in zona utili. Gli investitori hanno accolto con sollievo le rassicurazioni date agli azionisti.

Contrariamente ai pronostici, giovedì all’assemblea generale straordinaria a Basilea, i dirigenti della banca numero uno della Svizzera, che nella crisi immobiliare americana ha perso 49 miliardi di franchi, non hanno menzionato eventuali nuove rettifiche di valore. E non hanno neppure parlato di ulteriori licenziamenti.

Per gli azionisti, quella del 2 ottobre 2008, è stata piuttosto l’assemblea delle buone notizie. L’appuntamento è stato anche l’occasione per avere spiegazioni più articolate sui nuovi orientamenti strategici dell’istituto e per eleggere quattro nuovi membri del consiglio d’amministrazione (Cda).

Nella seconda assemblea straordinaria dell’anno non c’è più stato l’enorme afflusso registrato nella prima in gennaio e in quella ordinaria in aprile, quando Peter Kurer era subentrato a Marcel Ospel alla testa del Cda. Complessivamente c’erano 2372 azionisti, che rappresentavano 9,4 milioni di titoli, pari al 52% dei diritti di voto.

Basi consolidate

I presenti non sono certamente stati scontenti delle notizie fornite dal presidente del Cda. Kurer ha annunciato che l’UBS non solo realizzerà un piccolo utile nel terzo trimestre di quest’anno, ma che il 2009 sarà “un anno complessivamente proficuo”. La banca – ha promesso – tornerà a distribuire dividendi.

Stando a Kurer, l’UBS è riuscita a muoversi con successo in mezzo alle turbolenze finanziarie che hanno scosso i mercati internazionali nelle scorse settimane. La fase di emergenza sembra ormai alle spalle, anche se le condizioni restano difficili e occorreranno ancora misure di assestamento.

L’istituto – ha assicurato il presidente del Cda – ha notevolmente ridotto le sue posizioni a rischio: la somma di bilancio si è perciò contratta di oltre 500 miliardi di franchi rispetto al picco di 2500 miliardi raggiunto nel 2007. L’UBS avrebbe cominciato presto a lavorare a una soluzione dei problemi fondamentali causati dalla crisi: la banca vuole “ridurre aggressivamente” le posizioni a rischio ancora detenute.

Costantemente in diminuzione sono anche il personale (in particolare nell’investment banking) e i costi operativi. Ma in proposito, Kurer non ha avanzato cifre. In ogni caso, risultati e i dati precisi per il terzo trimestre verranno dati solo il 4 novembre.

La banca ha un finanziamento solido: la quota del capitale proprio sul capitale complessivo è del 15,7%, uno dei valori più alti nel settore finanziario, ha fatto notare il presidente del Cda.

Per quanto riguarda l’immagine di UBS, duramente intaccata negli ultimi mesi, Kurer ha parlato della necessità di ristabilire al più presto possibile la reputazione. UBS vuole tornare a essere un “campione” sul terreno da gioco elvetico. “Lavoreremo a questi obiettivi ambiziosi in modo duro, ma anche con modestia”, ha assicurato il manager.

Non tutti applaudono

Nei loro interventi diversi azionisti hanno riconosciuto i passi avanti compiuti dalla dirigenza rispetto all’era Ospel. Critiche sono per contro state sollevate riguardo alla politica salariale della banca, soprattutto per quanto riguarda i bonus per i grandi manager.

Interrogato sui compensi ricevuti dall’ex numero uno Marcel Ospel e dagli altri alti dirigenti nel frattempo eclissatisi, Kurer si è limitato a dire che le risposte al riguardo si troveranno nei prossimi rapporti d’esercizio. L’UBS – ha aggiunto – sta lavorando a un nuovo piano retributivo adattato alla situazione generale del settore finanziario. “Un campo non facile”, ha ammesso. In futuro si prevede di presentare ogni anno agli azionisti un rapporto separato sui compensi.

Ottimismo, ma anche cautela

Mercati e analisti hanno reagito bene al discorso di Kurer. “Le notizie di oggi dovrebbero contribuire a riportare un po’ di calma”, ha affermato Andreas Venditti della Banca cantonale di Zurigo. Le misure prese finora per correggere le posizioni a rischio cominciano a fare effetto, aggiunge. Secondo gli specialisti di RBS Research, l’UBS ha fornito pochi dettagli, ma nel compenso le comunicazioni sono buone: la “saga delle rettifiche di valore” potrebbe terminare.

Gli analisti della banca Vontobel accolgono in modo postivo il fatto che l’UBS non faccia proclami, si concentri cioè solo su quanto raggiunto. Panagiotis Spiliopoulos ritiene peraltro possibile che l’istituto abbia perso ulteriormente fondi in gestione, visto che non sono state fornite informazioni riguardo all’arrivo di nuovi capitali. L’esperto prevede però che la banca raggiungerà presto il giro di boa.

Per Dirk Becker della Landsbanki, investire in azioni UBS rimane comunque una scommessa: il titolo reagisce con mutamenti percentuali a due cifre a ogni nuova notizia che lo riguarda. A suo avviso, la situazione della banca rimane difficile.

swissinfo e agenzie

Gli operatori hanno reagito in modo molto positivo alle informazioni fornite dai dirigenti della grande banca. In una giornata negativa per i mercati finanziari, il titolo UBS è così riuscito a chiudere le contrattazioni alla Borsa di Zurigo a quota 21,30 franchi, in progressione dell’8,12% rispetto alla chiusura del giorno precedente.

Oltre che all’azione UBS, le buone notizie sulla più grande banca della Svizzera hanno messo le ali ai titoli Credit Suisse (+2,61% a 53,00 franchi) e Julius Bär (+3,33% a 52,70 franchi).

La Borsa svizzera ha concluso la giornata con gli indici che marciavano sul posto: quello dei valori guida SMI ha terminato le contrattazioni in leggerissimo rialzo dello 0,05% a 6730,94 punti, mentre il listino globale SPI ha finito in calo dello 0,17% a 5598,83 punti.

Durante l’assemblea straordinaria di giovedì 2 ottobre, sono stati eletti quattro nuovi membri del consiglio d’amministrazione.

Si tratta di: Bruno Gehrig, professore sangallese, presidente del Cda di Swiss Life ed ex vicepresidente della Banca nazionale svizzera; Sally Bott, cittadina americana, del gruppo petrolifero britanico BP; Rainer-Marc Frey, fondatore e presidente di Horizon21, operatore di private equitiy; William Parett, cittadino americano che fino al 2007 ha diretto la società di consulenza aziendale Deloitte Touche Tohmatsu.

L’assemblea generale straordinaria ha pure approvato le modifiche degli statuti per meglio definire le responsabilità dei vertici.

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