«Non posso più permettermi di andare in Svizzera»
Per molti svizzeri residenti all’estero, un viaggio nella propria patria è diventato quasi proibitivo. Il motivo: i prezzi alti e il franco forte. È quanto lamentano numerosi lettori che hanno commentato sulle reti sociali un recente articolo di swissinfo.ch sulla crisi del turismo elvetico.
L’articolo sui dilemmi dell’industria turistica svizzera ha suscitato numerose reazioni su Facebook. La ragione per cui molti evitano di venire in Svizzera è legata ai prezzi esorbitanti. «La Svizzera è bellissima, ma purtroppo è carissima… una pizza Margherita costa 20 franchi, quasi 19 euro, contro i 3,50/4 euro in Italia», scrive M.M.
Anche gli espatriati elvetici si lamentano di non potersi più permettere un viaggio nel loro paese. «In quanto svizzera all’estero non potrei permettermi una vacanza nel mio paese, se mio padre non vivesse lì. Quando non ci sarà più, il resto della famiglia non sarà in grado di aiutarci finanziariamente. Trovo che sia un peccato poiché perdo sempre di più il contatto con la Svizzera. E per i miei figli succederà la stessa cosa», prevede J.H.
«La Svizzera è semplicemente troppo cara. Anche io, che sono una svizzera all’estero, impazzisco ogni volta che vedo i prezzi. Nemmeno io posso permettermi la Svizzera», si rammarica H.U.
«Malgrado siamo svizzeri all’estero, non andiamo praticamente più in Svizzera. È semplicemente troppo cara», deplora M.B.
«Venivo in Svizzera già da bambino (dal 1963). È pur sempre la meta che ho nel cuore. Purtroppo non posso più permettermi una vacanza in Svizzera. Rispetto all’euro, il franco è semplicemente troppo forte. Ho comunque conservato un po’ di Svizzera nel mio appartamento a Colonia e nel mio cuore», scrive H.P.
Perché non veniamo più in Svizzera?
«È senza dubbio troppo cara. Negli anni ’70 e ’80, un franco svizzero valeva quanto un marco tedesco, ciò che corrisponde a 50 centesimi di euro. Oggi un franco svizzero costa il doppio», constata R.W.
«La natura è favolosa, le strade ben tenute e si può andare velocemente ovunque. Per il cittadino comune è però troppo cara», sottolinea T.K.
Anche secondo E.F.B. la Svizzera «è purtroppo troppo cara per il cittadino europeo medio». «Un caffè in autostrada 6 franchi. Devi pagare anche per andare in bagno. La Svizzera è bellissima, ma inavvicinabile», concorda M.M.
«Siete così isolati nel vostro paese sublime da non accorgervi che per un povero francese la vita è così costosa?», s’interroga T.L., invitando a seguire l’esempio del vicino austriaco.
«Da noi una birra alla spina costa dai 50 centesimi a un dollaro. E qui i fabbricanti di birra sono pure milionari…», osserva U.i.B.
«Per i visitatori stranieri è innanzitutto una questione di costi. La Svizzera è cara per tutti. Un giorno si giungerà al punto in cui non ce la potremo più permettere», prevede W.D.
«Tutto costa tre volte tanto che dalle altre parti! Ma han bisogno che glielo diciamo noi per accorgersene? Invece che in Svizzera vivono sulla Luna?», si chiede C.F.
Meglio andare altrove…
«Grecia e Spagna costano meno. I tedeschi, con 30 euro volano a Formentera in poco più di un’ora», rileva R.d.R. Sulla stessa linea, J.V. osserva che «fare 3 giorni a Zurigo/Lucerna ti costa come una settimana alle Maldive».
«Il Pass per 3 giorni in una località non molto grande costa quanto un soggiorno di 4 giorni in albergo sulle Dolomiti», fa notare G.S.
«Pago meno e vado nella natura dell’Est Europa tipo Polonia, che è bellissima…», scrive A.A.
«Anche gli svizzeri vanno in Austria per gli sport invernali», rammenta W.a.d.P.
Le critiche non sono rivolte soltanto ai prezzi alti, ma pure alla qualità dell’infrastruttura turistica e dell’offerta culinaria.
«Oltre al prezzo, io trovo che ci sia un problema di qualità. In Alto Adige ti immergi nelle tradizioni e nei sapori di montagna, in Svizzera nel latte in polvere, nella polenta istantanea, nei roesti precotti, nella birra industriale e nel brodo liofilizzato», deplora M.S.
Per S.C.B., «il servizio lascia molto a desiderare in quanto a gentilezza e simpatia».
«E le strutture alberghiere a prezzi “accessibili”, la maggior parte delle volte son purtroppo troppo datate», rincara la dose A.S.
«Architettura catastrofica per ciò che è stato fatto dopo il 1950, una gastronomia senza immaginazione… faccio fatica a convincere i miei amici all’estero… ci manca l’attrattiva culturale… i nostri vicini se la cavano meglio», annota D.G.
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