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Un piano necessario, ma che non risolve i problemi

Malgrado le manifestazioni, i parlamentari greci hanno accettato mercoledì il piano d'austerità Keystone

Il programma d’austerità votato dal parlamento greco era ineluttabile, scrive giovedì la stampa svizzera. Tuttavia il problema è lungi dall’essere risolto.

«La Grecia è un nano a livello globale, ma i deputati del parlamento di Atene hanno tenuto mercoledì tutto il mondo con il fiato sospeso», annota il Tages Anzeiger. «Anche il fallimento di un piccolo paese rischierebbe di avere conseguenze planetarie. Diverse banche internazionali, a cominciare da quelle tedesche e francesi, detengono i titoli emessi dallo Stato greco: in caso di bancarotta, questi prestiti non varrebbero più un soldo».

«Verrebbero toccati anche gli Stati Uniti, dal momento che varie banche americane hanno fornito garanzie sui titoli statali ellenici, in caso di perdita di valore. È preoccupante il fatto che nessuno aveva previsto la dimensione di questa reazione a catena», osserva ancora il quotidiano zurighese, per il quale l’operazione di salvataggio della Grecia assomiglia ad un «gigantesco esperimento. Questa volta è andata ancora bene, ma l’allarme non è ancora cessato».

Problema solo rinviato

«Si guadagna un po’ di tempo, ma manca ancora una soluzione», rileva anche la Basler Zeitung. «Il parlamento ha adottato la decisione giusta a breve termine: il piano di risparmio permetterà di far confluire 78 miliardi di euro nelle casse statali e la Grecia potrà così disporre del denaro necessario per rimborsare le obbligazioni che giungono prossimamente a scadenza».

A detta del giornale basilese, il problema non è però risolto: «In un paese in crisi, come la Grecia, sarà infatti difficile imporre ulteriori aumenti delle imposte e riduzioni dei salari. Probabilmente, lo Stato non riuscirà a raccogliere i fondi previsti. La questione della bancarotta statale è quindi soltanto rinviata fino a quando altre obbligazioni giungeranno a scadenza».

Spirale discendente

«Per una volta, il tempo non è denaro», rileva da parte sua l’Aargauer Zeitung. «Siamo tutti sollevati per la decisione del parlamento greco: non vogliamo neppure pensare a quelle che sarebbero state le conseguenze di un no. Ma finora si è guadagnato soltanto un po’ di tempo e il programma di risparmio rischia di trascinare la Grecia in una spirale discendente».

«Risparmiando non si possono compensare gli introiti che vengono proprio a mancare a causa dei risparmi. Lo si è già visto durante la crisi degli anni ’30 del secolo scorso. Se i mercati finanziari non la smettono di accanirsi contro i paesi indebitati fino al collo nella periferia europea, il piano di salvataggio sarà sempre più minacciato. Se è il caso, fino al suo fallimento», aggiunge il foglio argoviese.

Clientelismo e privilegi

Anche per la Neue Zürcher Zeitung, la Grecia non è ancora salvata. «Inizia ora il periodo difficile dell’applicazione di questo piano di risparmio e, finora, non si intravede un miglioramento: sono necessarie vaste riforme strutturali. La Grecia dovrà inoltre rinnovare interamente il proprio sistema politico, che fino ad oggi è stato sorretto anche da un clientelismo, che affonda profondamente le sue radici nella società».

«Il tempo stringe», prosegue il quotidiano zurighese, «anche perché si sta dissipando sempre più in fretta la fiducia nei confronti del funzionamento delle istituzioni greche. Una cosa tutt’altro che sorprendente, visto che i politici non sono neppure chiamati ad assumersi la responsabilità delle loro azioni e continuano a difendere con i denti i loro privilegi, pur chiedendo sacrifici alla popolazione».

Il più duro resta da fare

In un commento intitolato «Compiti erculei», Le Temps sottolinea pure che «il più duro resta da fare». In particolare si tratta di «fare ingoiare la pillola amara dell’austerità alla popolazione». Ciò che non sarà facile in un paese in cui il movimento sindacale è piuttosto potente.

Inoltre – sottolinea il giornale in lingua francese – i creditori che partecipano al salvataggio esigono dal paese «una disciplina finanziaria ferrea». «Ed è qui il punto debole, poiché chiedono alla Grecia esattamente il contrario di tutto quello che il pianeta ha fatto per lottare contro la crisi finanziaria». «La storia mostra che i programmi d’austerità [del Fondo monetario internazionale] non hanno portato la crescita e la Grecia non farà eccezione», continua Le Temps.

Secondo il quotidiano romando, il paese ha ancora in mano carte da giocare; ciò che gli manca, però, sono «delle politiche chiare per mobilitare i capitali locali e esteri».

Il vodese 24 Heures abborda dal canto suo la tematica con una vignetta firmata da Burki. Il famoso discobolo è ritratto con una cintura che gli schiaccia completamente la vita.

A pane e acqua

«A pane e acqua», titola invece La Liberté, che parla di una «saggia decisione» presa mercoledì dal parlamento greco su pressione dell’Unione Europea.

Il passo permette di sbloccare nuovi fondi dell’UE e dell’FMI, «sinonimo d’aiuto vitale per il paese». Anche il quotidiano friburghese è però scettico sulle probabilità che il programma di riforme e di privatizzazioni rilanci l’economia. «Le privatizzazioni permetteranno di iniettare delle liquidità, ma le altre misure rischiano ancora una volta di ipotecare il potenziale di crescita del paese». Senza poi parlare dell’aumento delle imposte e della riduzione dei salari, che non faranno che «strangolare ancora un po’ una popolazione già messa a rude prova».

Il parlamento greco ha adottato mercoledì, con 155 voti favorevoli, 138 contrari e cinque astenuti, il pacchetto di misure di austerità per evitare il fallimento del paese.

Il piano, concordato con l’Unione Europea e il Fondo monetario internazionale, ha un valore complessivo di 78 miliardi di euro. Comprende tagli della spesa pubblica e misure fiscali per 28 miliardi di euro per il periodo 2012-2015, nonché 50 miliardi di privatizzazioni.

L’adozione del programma apre la strada alla concessione di nuovi aiuti da parte dell’UE e dell’FMI.

Diverse decine di migliaia di persone hanno protestato nel centro di Atene contro il piano d’austerità. Solo mercoledì, circa 500 persone sono rimaste ferite negli scontri.

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