Scarsità di acqua, un villaggio vinicolo svizzero sperimenta soluzioni innovative
Lo scioglimento di un ghiacciaio ha privato Salgesch, in Vallese, di un'importante risorsa idrica durante l'estate. Il villaggio svizzero punta sulla tecnologia per ridurre di quasi la metà la quantità di acqua usata per irrigare i suoi vigneti. Un progetto che potrebbe ispirare altre regioni a rischio di siccità nel mondo.
Percorrendo la via principale che collega la stazione ferroviaria alla piazza della chiesa, l’attività economica principale di Salgesch è subito evidente. Sui due lati della strada, cartelli raffiguranti dei grappoli d’uva invitano chi passa a degustare del vino in una delle 27 cantine della zona.
I vigneti che hanno fatto la fortuna di questo villaggio ai piedi delle Alpi vallesane, nel sud-ovest della Svizzera, e il turismo associato, sono però minacciati. In estate, l’acqua che scende dalla montagna è sempre più scarsa. Salgesch deve ricorrere spesso alle riserve idriche delle municipalità vicine per irrigare i suoi oltre 200 ettari di vigne. Confidare nella pioggia è inutile. Con circa 600 mm di precipitazioni all’anno, questa è una delle zone più aride della Svizzera.
L’acqua sta diventando scarsa in molte parti del mondo. Anche la Svizzera, che detiene buona parte dell’acqua europea, deve ripensare la sua gestione idrica e prepararsi a siccità sempre più frequenti. Questa serie esplora i potenziali conflitti legati al consumo di acqua e le soluzioni per una migliore gestione di questa preziosa risorsa.
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La situazione è insostenibile. “In passato abbiamo già avuto dei periodi siccitosi, ma in generale avevamo acqua a sufficienza. Non dovevamo preoccuparci di come ripartirla”, afferma Harald Glenz, responsabile dell’acqua per l’irrigazione di Salgesch. “Ora ce n’è molta meno e quindi ci dobbiamo organizzare in modo più efficiente”.
Le autorità comunali si sono lanciate in un progetto che definiscono “rivoluzionario”: raccogliere e immagazzinare l’acqua di scioglimento della neve e sperimentare un nuovo sistema di irrigazione che potrebbe ridurre il consumo idrico di oltre il 40%.
Il fiume si prosciuga prima del dovuto
Glenz mi conduce sulle alture di Salgesch per capire l’origine del problema.
Dopo qualche chilometro su una strada stretta e tortuosa raggiungiamo un ponte che attraversa un torrente. È la Raspille, il fiume che segna il confine tra l’Alto Vallese, di lingua tedesca, e il Basso Vallese francofono. Qui, a circa 1’000 metri di altitudine, c’è la presa d’acqua per l’approvvigionamento idrico dei vigneti e delle altre coltivazioni di Salgesch. Glenz apre e chiude le valvole tramite un’app sul suo telefono. Con un tocco può rilasciare fino a 12’000 litri di acqua al minuto.
La Raspille è alimentata dallo scioglimento della neve. Fino a una quindicina di anni fa raccoglieva anche l’acqua di disgelo del ghiacciaio della Plaine MorteCollegamento esterno, situato quasi 2’000 metri più in quota. Questo garantiva un certo deflusso e acqua per l’agricoltura per buona parte dell’estate. Con il ritiro del ghiacciaio, però, l’acqua scorre prevalentemente verso il vicino Canton Berna, lasciando il versante vallesano quasi a secco. Inoltre, a causa del cambiamento climatico, in montagna cade sempre meno neve. Il risultato è che la Raspille si prosciuga prima del dovuto.
>> Guarda l’animazione per osservare il ritiro del ghiacciaio della Plaine Morte:
In questa giornata di giugno, grazie allo scioglimento della neve caduta in primavera, nella Raspille c’è ancora acqua in abbondanza. Ma se non dovesse piovere, a partire da metà o fine luglio il torrente potrebbe essere in secca, prevede Glenz.
Realizzare un lago artificiale in pianura per raccogliere l’acqua inutilizzata della Raspille non è un’opzione. Sarebbe necessaria una superficie troppo grande, spiega Glenz. Ci vorrebbe un bacino grande quanto un campo di calcio e profondo cinque metri solo per soddisfare il fabbisogno idrico dei vigneti di Salgesch per un giorno.
L’idea è invece di immagazzinare l’acqua in quota, nel bacino idroelettrico di Tseuzier. La diga si trova a un’altitudine di 1’780 metri ed è in funzione dal 1957.
Stoccare l’acqua di scioglimento della neve in quota
Il progetto “Lienne-Raspille” prevede di realizzare una rete di tubazioni sotterranee per raccogliere l’acqua di disgelo della neve in primavera e stoccarla nel lago di Tseuzier. L’acqua verrebbe poi trasportata verso i terreni da irrigare in estate. Un bacino di accumulazione multifunzionale per produrre energia e irrigare sarebbe una prima in Svizzera, si rallegra Gilles Florey, sindaco di Salgesch.
Le dighe svizzere, a differenza della maggior parte di quelle nel mondo, sono state progettate quasi esclusivamente per la produzione idroelettrica. Secondo il Registro mondiale delle digheCollegamento esterno, l’87% dei bacini elvetici è utilizzato unicamente per la produzione di elettricità e solo il 2,4% ha più di uno scopo. In Svizzera, l’idea dell’uso multiplo dei bacini idrici “è ben lungi dall’essere riconosciuta come un paradigma di gestione dell’acqua e dell’energia”, secondo uno studioCollegamento esterno dell’Università di Losanna di recente pubblicazione.
>> Scopri i dettagli di questo progetto unico in Svizzera nel filmato seguente:
Il costo del progetto è stimato a circa 60 milioni di franchi. Malgrado se ne parli già da una decina di anni, al momento è bloccato a causa di un’opposizione del WWF. L’organizzazione ambientalista chiede garanzie di una gestione parsimoniosa dell’acqua. “L’idea di stoccare dell’acqua è coerente e intelligente. Non abbiamo nulla da ridire”, afferma Marie-Thérèse Sangra, segretaria regionale della sezione vallesana del WWF, al quotidiano Le NouvellisteCollegamento esterno. “Abbiamo però dubbi su come verrà utilizzata”.
Il sindaco di Salgesch non è però per questo inquieto. “Dovremmo giungere a un’intesa con il WWF entro la fine dell’estate”, prevede Florey. Ottimizzare il consumo di acqua ed evitare gli sprechi sono infatti tra le sue priorità.
Irrigazione a goccia automatizzata nei vigneti
Ai margini del villaggio di Salgesch, due parcelle coltivate con lo stesso vitigno sono state equipaggiate con un nuovo sistema di irrigazione a goccia. Questo metodo consente di somministrare acqua alle piante in modo lento e controllato, ciò che minimizza le perdite per evaporazione.
Rispetto all’irrigazione per aspersione, o a pioggia, un impianto a goccia convenzionale permette di ridurre il consumo di acqua di circa il 20%. Questo sistema è utilizzato in circa un terzo dei vigneti di Salgesch. Il risparmio è ancora maggiore con un sistema interamente automatizzato, come quello testato qui.
“Non sono soltanto la California o Paesi aridi quali l’Australia, il Cile o il Sudafrica ad avere bisogno di tecnologie di questo tipo.”
Eric Valette, Aqua4D
Dei sensori rilevano in tempo reale l’umidità del terreno e lo stato di stress idrico delle vigne e il sistema ottimizza costantemente l’irrigazione. Dei sorvoli con un drone misurano la copertura e il volume fogliare, consentendo di studiare l’evoluzione della vigna.
L’inconveniente è che per la microirrigazione sono indispensabili dei filtri al fine di eliminare sedimenti o impurità nell’acqua che potrebbero ostruire gli ugelli dei gocciolatori. Inoltre, l’investimento per chi decide di passare all’irrigazione a goccia non è indifferente. Glenz, anch’egli viticoltore, ha speso quasi 4’000 franchi per i suoi circa 2’000 metri quadrati di terreno.
Meno acqua grazie alla tecnologia
In una delle due parcelle sperimentali, oltre all’irrigazione a goccia automatizzata, è stata adottata una tecnologia ancora più innovativa. Prima di cadere sul terreno, l’acqua è sottoposta a onde elettromagnetiche a bassa frequenza all’interno di uno speciale cilindro metallico.
Il dispositivo è stato sviluppato dall’azienda vallesana Aqua4DCollegamento esterno ed è in grado di modificare alcune proprietà fisiche dell’acqua. Questo trattamento migliora la sua penetrazione nel suolo e il suo assorbimento da parte delle piante. Questa soluzione è già utilizzata in diversi Paesi, ad esempio in alcune piantagioni di mandorle in CaliforniaCollegamento esterno che, analogamente ai vigneti di Salgesch, dipendono dallo scioglimento della neve nella Sierra Nevada.
“Non sono soltanto la California o Paesi aridi quali l’Australia, il Cile o il Sudafrica ad avere bisogno di tecnologie di questo tipo”, dice Eric Valette, cofondatore di Aqua4D. Anche a causa della storica siccità del 2022, spiega, Paesi che tradizionalmente non sono mai stati confrontati con la scarsità di acqua stanno iniziando a prendere coscienza del problema. “Il progetto di Salgesch è molto importante perché può servire da riferimento per quelle regioni nel mondo che rischiano di dover far fronte a difficoltà di approvvigionamento idrico in futuro”, afferma Valette.
Il raccolto è buono, lo sarà anche il vino?
La sperimentazione a Salgesch è iniziata nell’estate del 2022, anche grazie al sostegno della Confederazione e a un premio in denaro assegnato dal fornitore di elettricità AlpiqCollegamento esterno, e fa parte di un progetto più ampio di rinnovamento dell’intero sistema di irrigazione del villaggio, risalente agli anni Ottanta.
I primi risultati sono promettenti, dice Harald Glenz. Nella parcella con la tecnologia Aqua4D, che ha ricevuto il 20% di acqua in meno, si è ottenuto un raccolto simile per qualità e quantità a quello della parcella di riferimento. “Questo significa che possiamo ottenere buoni raccolti anche con meno acqua”, afferma Harald Glenz.
È però ancora troppo presto per giungere a conclusioni definitive e per sapere se anche il vino sarà altrettanto buono. Il progetto è ora ricondotto per un secondo anno allo scopo di definire quali risultati sono dovuti ai dispositivi adottati e quali sono stati influenzati dalle condizioni meteorologiche.
Se il progetto continuerà a dare risultati positivi, ogni vigna del Comune e del Cantone potrà essere dotata di un’irrigazione a goccia automatizzata e della tecnologia Aqua4D, con un risparmio di acqua di oltre il 40%, afferma Gilles Florey.
“Non conosco molte altre soluzioni che consentono di ridurre così tanto il consumo di acqua”, dice.
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A cura di Sabrina Weiss
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