La promozione delle donne fallisce per motivi di comodità
In Svizzera le donne sono sottorappresentate nei piani dirigenziali delle imprese. Numerose proposte volte ad aumentare la presenza femminile sono state respinte dal parlamento – questa settimana, ancora, dalla Camera dei Cantoni. Le aziende stesse avrebbero però un margine di manovra per migliorare la situazione.
Il compito più importante di un Consiglio di amministrazione (Cda) di un’impresa è di controllare il lavoro della direzione. Rispetto al management, il Cda dovrebbe decidere con maggiore lungimiranza.
Per questo motivo, i suoi membri dovrebbero apportare competenze ed esperienze molto svariate, rileva Rudolf Meyer, socio fondatore e presidente onorario di Actares, un’associazione di azionisti che si impegna a favore di una politica aziendale sostenibile.
In realtà, la maggioranza o addirittura tutti i membri della maggior parte dei Cda sono uomini. Le donne rappresentano soltanto il 16% degli amministratori delle cento più grandi aziende svizzere. “Eppure, quasi tutti concordano sul fatto che gli organi misti sono molto meno colpiti da turbolenze, hanno un processo decisionale più serio e, in generale, prestazioni migliori. Oggi ci sono abbastanza donne qualificate che sarebbero disposte ad assumersi questa responsabilità”, sottolinea Meyer.
Si sceglie chi si conosce
Secondo il fondatore di Actares, una ragione decisiva per la bassa percentuale di donne nei Cda è la comodità. È un po’ più complicato cercare una donna. Nella maggior parte delle aziende, il consiglio di amministrazione recluta i nuovi membri di propria iniziativa e spesso con il minimo sforzo possibile. Ciò significa: viene scelto spesso qualcuno dall’ambiente più vicino, che già si conosce. E poiché gli uomini sono meglio collegati tra loro rispetto alle donne, i membri maschili dimissionari sono di solito sostituiti da uomini.
La SwissBoardForum (SBF) giunge ad una conclusione analoga. Secondo questa associazione, il fatto che le donne amministratrici siano in minoranza, nella maggior parte dei casi non è dovuto a una decisione mirata contro di loro, ma a una “certa negligenza o addirittura alla convenienza”.
Anche per lo SBF è chiaro che il miglior organo di gestione possibile deve avere una composizione “diversificata”. Tuttavia, il Forum non vuole delegare la promozione delle donne al legislatore, ma alle imprese.
Auto-responsabilità o legge?
Ma perché la quota di donne, che rimane ad un livello basso, dovrebbe aumentare senza misure legali? Il presidente dell’SBF Silvan Felder cita due motivi: “Più che mai, le aziende quotate in borsa sono ‘in vetrina’. Non possono più ignorare la diversità di genere già solo per motivi di immagine”. Inoltre, il Codice svizzero dell’organizzazione mantello Economiesuisse impone ora alle imprese di fornire delle giustificazioni quando non rispettano la composizione raccomandata del Cda (compresa la rappresentanza femminile).
Altri sviluppi
Una pagina web del parlamento svizzero per promuovere la parità
Questa raccomandazione è meno ambiziosa rispetto alla proposta del governo di includere nel Codice delle obbligazioni delle direttive vincolanti per le società quotate in borsa con più di 250 dipendenti. In base a tale proposta, ogni sesso dovrebbe essere rappresentato con una quota di almeno il 30% nei Cda e di almeno il 20% nella direzione generale. Anche in questo caso, le aziende dovrebbero giustificarsi se non hanno raggiunto questi valori e adottare misure per promuovere le donne. Non sono previste sanzioni.
Secondo Silvan Felder, questi valori orientativi sono auspicabili. Ma se fossero ancorati nel diritto delle società per azioni – come si sta attualmente discutendo in Parlamento – sarebbe “un altro punto nella mania normativa della politica”.
Una visione non condivisa da Actares, per la quale occorre una “politica più radicale”. L’associazione degli azionisti accoglie con favore la proposta del governo di promuovere le donne nei piani dirigenziali. Il presidente onorario Meyer si stupisce che l’opposizione a questa “soluzione flessibile” sia così forte in parlamento. A suo avviso, non si tratta di una grave violazione della libertà delle imprese, come affermano i suoi oppositori.
La proposta del governo è stata accolta in giugno dalla Camera del popolo. Questa settimana, la Camera dei Cantoni ha però rinviato l’intero pacchetto sulla revisione della legge sulle società per azioni – non solo a causa della quota femminile – alla sua commissione competente. La promozione delle donne a livello politico rimane quindi in sospeso.
Traduzione di Armando Mombelli
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