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“Le due iniziative contro i pesticidi sono controproducenti per l’ambiente”

Plakate Nein für den 13. Juni
Anthony Anex/Keystone

Il direttore dell'Unione svizzera dei contadini Martin Rufer è piuttosto preoccupato. Nell’intervista spiega perché è contrario alle iniziative sull'acqua potabile e sui pesticidi. E cosa significherebbero per l'agricoltura.

Il 13 giugno andranno al voto due iniziative che riguardano l’agricoltura e che stanno provocando accesi dibattiti. L’iniziativa per l’acqua potabile chiede che gli agricoltori non ricevano pagamenti diretti se usano pesticidi o se somministrano antibiotici in modo profilattico. I contadini che vogliono ottenere gli aiuti statali devono inoltre possedere un effettivo di bestiame che può essere nutrito con il foraggio prodotto dall’azienda. L’iniziativa sui pesticidi, da parte sua, richiede la messa al bando totale dei pesticidi sintetici e il divieto di importazione di beni alimentari prodotti con l’aiuto di tali pesticidi o che ne contengono.

Coloro che si oppongono alle iniziative le descrivono come estreme, poiché non rifletterebbero la realtà della vita agricola in Svizzera e causerebbero un danno enorme agli agricoltori. Inoltre, non raggiungerebbero gli obiettivi che si sono prefissate, poiché la produzione di generi alimentari verrebbe semplicemente esternalizzata.

Martin Rufer è un parlamentare cantonale di Soletta e da un anno è direttore dell’Unione svizzera dei contadini, per la quale ha ricoperto in precedenza altri incarichi. Il nuovo direttore ha assunto il nuovo ruolo nel bel mezzo della pandemia del coronavirus. Tuttavia, le preoccupazioni socio-politiche, espresse in varie iniziative, probabilmente lo occuperanno di più.

SWI swissinfo.ch: Il 13 giugno le fa venire gli incubi?

Martin Rufer: Ho fiducia nel buon senso degli elettori. Spero che riconoscano che l’agricoltura svizzera è in costante miglioramento. Questo processo sarà accelerato ulteriormente dalla nuova legge sui pesticidi. Una cosa però è chiara: con queste iniziative agricole estreme la posta in gioco per l’agricoltura svizzera e l’intera industria alimentare è molto alta.

Martin Rufer
Martin Rufer, direttore dell’Unione svizzera dei contadini zVg

A che punto si troverebbe la Svizzera se dovessero passare queste proposte?

L’effetto sarebbe che la produzione alimentare svizzera diminuirebbe bruscamente. Noi calcoliamo dal 20% al 30%. Di conseguenza, dovremmo importare molto di più. E, naturalmente, da regioni del mondo che hanno standard di produzione molto più bassi dei nostri. Per questo l’iniziativa sull’acqua potabile porterebbe a un aumento globale dell’impatto ambientale causato dal consumo di noi svizzeri. Le due iniziative sono quindi controproducenti per l’ambiente.

Le attuali proposte incontrano una forte opposizione da parte dell’Unione dei contadini. Iniziative simili sono in cantiere e l’agricoltura è sempre più sotto pressione. Come si spiega questo?

L’agricoltura si svolge all’aperto e il cibo è un argomento che parla alla pancia delle persone. Ecco perché c’è una certa  Inoltre, i contadini ricevono pagamenti diretti per i servizi resi al pubblico.

In Svizzera, produciamo in modo sostenibile e prendiamo sul serio le inquietudini della società. Per esempio, per quanto concerne l’uso di pesticidi e l’importazione di alimenti per animali. Stiamo affrontando seriamente queste sfide e finora le risposte che abbiamo dato sono state buone. Tuttavia, le iniziative sono troppo estreme e metterebbero a soqquadro l’intero settore agricolo e alimentare in Svizzera.

Non è forse dovuto a un malessere generale per il fatto che in Svizzera si fa troppo poco in termini di protezione dell’ambiente? Dopo tutto, le proposte godono di simpatia oltre lo spettro politico rosso-verde.

Le preoccupazioni ambientali sono di grande importanza per tutti, compresi noi. Gli agricoltori dipendono da un ambiente intatto e da terreni sani in modo che anche le generazioni future possano produrre cibo. Sono state approvate molte nuove leggi che ridurranno gli impatti ambientali negativi. Questa è la strada giusta da percorrere, e non attraverso iniziative estreme.

Per esempio?

Mi riferisco al Piano d’azione dei prodotti fitosanitari nazionali, che stabilisce obiettivi vincolanti di riduzione dell’uso di pesticidi. Ciò è stato tradotto in pratica con la nuova legge sui pesticidi approvata dal Parlamento. 

“Una vittoria del “sì” sarebbe uno shock per tutta l’industria agricola e alimentare e probabilmente anche per i consumatori, che si troverebbero di fronte a prezzi più alti.”

Anche il Consiglio federale ha messo in atto delle strategie per rafforzare la biodiversità e ridurre l’uso di antibiotici in agricoltura. Sono tutte misure concrete e mirate a ottenere una produzione alimentare ancora più sostenibile.

L’iniziativa parlamentare adottata nell’ultima sessione potrebbe sgonfiare le due iniziative popolari?

Sì. Questa è probabilmente la legge sui pesticidi più severa del mondo. È una risposta efficace e credibile alle iniziative estreme. La legge stabilisce ora che l’uso dei pesticidi deve diminuire in modo massiccio. I limiti devono essere ridotti del 50% entro il 2027. Ciò ridurrà anche i residui nell’acqua. Un percorso di cambiamento basato su una legislazione rigorosa sui pesticidi non è solo più promettente, ma anche significativamente più veloce di quello delle iniziative.

Supponendo che le due iniziative passino, prevede che si creeranno problemi nell’ambito degli accordi internazionali che la Svizzera ha sottoscritto in caso di obblighi d’importazione – o divieti d’importazione, come previsto dall’iniziativa sui pesticidi?

Il Consiglio federale ritiene che le restrizioni all’importazione proposte non sarebbero applicabili perché violerebbero i nostri obblighi verso l’Organizzazione mondiale del commercio. Ci sarebbe anche un problema con l’accordo di libero scambio con l’UE. Si può dire quindi che l’implementazione causerebbe controversie per anni e metterebbe in discussione i nostri trattati internazionali.

Quale sarà la reazione dell’Unione dei contadini se le proposte dovessero uscire vincenti dalle votazioni?

Una vittoria del “sì” sarebbe uno shock per tutta l’industria agricola e alimentare e probabilmente anche per i consumatori, che si troverebbero di fronte a prezzi più alti. Questo avrebbe anche un enorme impatto sui settori a valle come l’industria del cioccolato, la lavorazione del caffè e altri.

Come si sentono i contadini svizzeri?

L’atmosfera è tesa. Ciò che troviamo particolarmente difficile è il fatto che i nostri sforzi e successi siano praticamente ignorati. Al contrario, veniamo dipinti come i responsabili di tutti i problemi ambientali causati dall’uomo.

Allo stesso tempo, le famiglie degli agricoltori sono pronte per produrre più prodotti biologici se la domanda fosse maggiore. La percentuale di prodotti biologici venduti è solo dell’11%. Questo è un vero motivo di preoccupazione: le aspettative sociali sono ben definite, ma il mercato si comporta poi diversamente.

Kilian Baumann sta promuovendo una campagna a favore delle due iniziative. Nell’intervista spiega perché:

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Traduzione dal tedesco: Sara Ibrahim

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