A Neuchâtel gli stranieri non potranno essere eletti
Si sarebbe trattato di una prima in Svizzera, ma a Neuchâtel i votanti hanno deciso altrimenti: dalle urne è uscito un ‘no’ alla modifica costituzionale che avrebbe permesso agli stranieri residenti di essere eletti nel governo o nel parlamento cantonale.
Oltre alle tre votazioni federali, questo fine settimana i cittadini erano chiamati alle urne anche per pronunciarsi su diversi oggetti cantonali. Una selezione dei temi più in vista.
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Neuchâtel
La modifica costituzionale sottoposta questo fine settimana agli aventi diritto nel cantone di Neuchâtel prevedeva di introdurre il diritto di eleggibilità per gli stranieri in possesso di un permesso di domicilio C e che abitano nel cantone da almeno cinque anni.
La proposta, approvata dalla maggioranza del parlamento cantonale, è però stata respinta dal 54% dei votanti. Se il decreto costituzionale fosse stato accettato, Neuchâtel sarebbe diventato il primo cantone in Svizzera a prevedere questo diritto per gli stranieri.
È la seconda volta che una simile proposta è respinta dai cittadini del cantone. Nel 2007, avevano accordato agli stranieri l’eleggibilità a livello comunale, ma rifiutato quella a livello cantonale.
«La popolazione ha evidentemente considerato che era prematuro pensare a una nuova estensione dei diritti civici», ha indicato in un comunicato il governo cantonale, favorevole al progetto presentato dalla sinistra.
Malgrado il no di domenica, il cantone rimane comunque tra i più all’avanguardia nella Confederazione, poiché i cittadini senza il passaporto rossocrociato hanno diritto di voto a livello cantonale e, come detto, possono essere eletti a livello comunale.
San Gallo
San Gallo continuerà a far parte del concordato scolastico inter-cantonale Harmos. Questo concordato, in vigore dal 2006 e sottoscritto finora da 15 cantoni, armonizza certi aspetti del sistema scolastico obbligatorio, in particolare in materia di programmi e di insegnamento delle lingue.
La partecipazione del cantone era combattuta con un’iniziativa dell’UDC, che chiedeva che il cantone si ritirasse dall’intesa. Tutti gli altri partiti, nonché governo, parlamento e insegnanti, erano invece contrari. Il testo è stato respinto dal 69,6% dei votanti.
San Gallo era il secondo cantone ad esprimersi su un’iniziativa per ritirarsi da Harmos. Nel 2010, i cittadini di Sciaffusa avevano respinto una proposta simile col 51,7%.
Zugo
Sempre in tema di scuola, nel cantone Zugo si potrà parlare il dialetto svizzero tedesco negli asili, ma senza costrizioni.
I votanti hanno infatti respinto (60,4% di no) un’iniziativa dell’UDC per l’uso esclusivo del dialetto e sostenuto il controprogetto proposto dal parlamento (62,5% di sì).
Il dialetto nella scuola dell’infanzia è diventato nella Svizzera tedesca un cavallo di battaglia dell’UDC, che ha lanciato iniziative in vari cantoni. L’uso esclusivo dello “schwyzerdütsch” all’asilo è già realtà nei cantoni di Zurigo e Argovia.
Svitto
Niente Flat Rate Tax a Svitto. I cittadini hanno infatti bocciato l’introduzione di un tasso unico di imposizione per le persone fisiche, che avrebbe sostituito dal 2017 il tasso progressivo attualmente in vigore nel cantone.
La proposta è stata respinta dal 78,8% dei votanti. Il governo prevedeva che la misura avrebbe portato a un aumento delle entrate fiscali di 130 milioni di franchi l’anno.
Prima del voto, il governo aveva sottolineato che in caso di no per equilibrare le finanze del cantone il parlamento non avrebbe avuto altra scelta che aumentare le imposte.
Lucerna
Di fisco si è parlato pure a Lucerna, dove i cittadini hanno respinto col 57,8% di ‘no’ l’iniziativa del Partito socialista «Per un’imposta equa sulle imprese», che esigeva un aumento del tasso sugli utili delle aziende.
Difficilmente il cantone sfuggirà però a un aumento delle imposte. Per coprire un ‘buco’ di oltre mezzo miliardo di franchi, il governo prospetta infatti un aumento del moltiplicatore, che colpirebbe i singoli contribuenti oltre alle imprese.
Votazione comunale a Chenit, nel cantone Vaud
Il progetto di parco eolico nella Vallée de Joux ha compiuto un passo avanti. I cittadini di Chenit hanno approvato (62,8% di sì) la posa di sette turbine eoliche di un’altezza massima di 210 metri.
Il complesso dovrebbe sorgere negli alpeggi situati in una frazione del villaggio, iscritti nell’Inventario federale dei paesaggi (IFP). Questo elemento ha indotto diverse associazioni ambientaliste a presentare a fine giugno un ricorso congiunto presso il Tribunale cantonale contro il piano di sistemazione approvato dal Consiglio comunale di Chenit e dal Cantone. Il verdetto non è ancora conosciuto.
Per saperne di più su questo progetto e sull’energia eolica in Svizzera:
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