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Diritto romano: due volte da Bologna

L'imperatore Giustiniano, a cui si deve la raccolta di leggi romane, in un mosaico di Ravenna (akg-images /Nimatallah) akg-images / Nimatallah

Con la fine del semestre estivo 2006, l'Università di Zurigo ha messo in pensione i corsi obbligatori di diritto romano. Una conseguenza della Riforma di Bologna.

Il diritto romano – base del diritto privato occidentale – non è però destinato a sparire del tutto. Il suo valore storico e propedeutico è indiscusso.

La vita di un ateneo è fatta anche di rituali. Così, per anni, a Zurigo schiere di studenti di legge si sono ritrovati il sabato mattina per le canoniche quattro ore dedicate al diritto romano. Non succederà più.

Non che la distinzione tra «proprietas» (proprietà) e «possessio» (possesso) non abbia più importanza per i paesi occidentali, ma – spiega a swissinfo Marie Theres Fögen, ordinaria di diritto romano, privato e comparato all’Università di Zurigo e direttrice dell’Istituto Max Planck di storia del diritto a Francoforte – «era ora di innovare, di affossare il diritto romano per farlo rivivere».

Innovare significa togliere la polvere che sull’insegnamento del diritto romano si è depositata nel corso del tempo. A fornire lo strofinaccio è Bologna, la città che verso la fine dell’XI secolo strappò all’oblio della storia il diritto romano e ne fece uno dei pilastri della sua università, la prima del mondo occidentale. Oggi, Bologna sta per la riforma del sistema universitario europeo che dovrebbe favorire la mobilità degli studenti e rendere comparabili le lauree rilasciate nei vari paesi.

«Questa riforma è una buona occasione per rivedere il programma di studi», spiega la professoressa Fögen, «per ridistribuire gli accenti, diventare più europei, sviluppare nuovi concetti d’insegnamento». Già, perché una cosa è insegnare diritto romano agli storici, un’altra è insegnarlo ai giuristi. «Per un giurista, oggi non ha più senso studiare il diritto della schiavitù o il diritto matrimoniale romano». Ecco allora che le quattro ore settimanali sono ridotte a due e che il corso cambia nome: pur continuando a illustrare la differenza tra «proprietas» e «possessio» non si chiamerà più «Diritto romano», ma «Diritto privato I».

Lingua franca del diritto

Marie Theres Fögen non teme affatto che questo alleggerimento dell’obbligo significhi la morte del diritto romano. Del resto, a Zurigo, con lei e Wolfgang Ernst insegnano due «romanisti» di spicco. «Chi lo desidera potrà studiare tutto il diritto romano che vuole».

La sfida, per chi insegna diritto romano oggi, è quella di presentarlo in chiave moderna e interessante, di mostrare perché è stato e continua ad essere una specie di lingua franca del diritto. «Oggi ha ancora un’importanza come sapere di base», spiega Marie Theres Fögen. «Se si è capito il diritto romano, è più semplice capire il diritto privato della Svizzera, dell’Italia, della Francia, di tutto il mondo occidentale. È come con il latino: chi l’ha studiato ha un accesso più semplice alle lingue romanze».

Pascal Pichonnaz, professore a Friburgo, sottolinea che si tratta di dare agli studenti «la grammatica dei diritti privati in Europa». Partendo da problemi moderni – per esempio le modalità di un passaggio di proprietà – si esaminano le diverse proposte degli autori romani e poi si cerca di capire come e perché le regole, nei codici moderni, sono cambiate.

«Questo modo di vedere il diritto romano è condiviso dai miei colleghi europei. Solo i professori italiani – con qualche eccezione – hanno un approccio più tradizionale che consiste nel presentare il diritto così com’era nel II secolo d.C. Questa analisi, per quanto legittima, non serve per rispondere alla sfida che attende la prossima generazione di giuristi: l’armonizzazione del diritto privato in Europa».

Per non rimanere provinciali

Aldilà del suo indiscusso valore storico, il diritto romano permette agli studenti di legge di ampliare gli orizzonti. «Un giurista che conosce solo un sistema giuridico, oggi non ha la possibilità di affermarsi», afferma Marie Theres Fögen. «Magari farà l’avvocato in provincia, ma non potrà muoversi in Europa. Il mondo dell’economia, i grandi uffici d’avvocatura, danno molta importanza al fatto che i giovani conoscano qualcosa di più e di diverso del solo insieme di leggi svizzere».

Certo, l’Europa moderna è confrontata a cose che i romani non conoscevano: le società per azioni, la protezione dei consumatori, le norme ambientali… Ma per chi vuole andare alla radice di molte delle distinzioni ancora presenti nelle legislature europee, per chi vuole capire perché nei testi di legge odierni si è arrivati a determinate formulazioni, il diritto romano resta uno strumento utile.

«Si può anche pensare d’insegnare il diritto senza la storia del diritto, e qualche università lo fa», conclude la professoressa Fögen. «Ma se si rinuncia al diritto romano bisogna dare un’occhiata al Codice civile italiano, al Code civile francese, o a qualche altro testo. Chi conosce solo il diritto nazionale, non sarà un giurista particolarmente abile».

swissinfo, Doris Lucini

I corsi di diritto romano sono obbligatori in tutte le Università della Svizzera francese (Friburgo, Neuchâtel, Losanna e Ginevra); con un altro nome (Diritto privato 1) e in forma più snella, il diritto romano continuerà a far parte del curriculum obbligatorio anche all’Università di Zurigo.
Per ottenere il bachelor all’Università di Berna, gli studenti devono scegliere una materia tra Diritto romano, Storia del diritto o Teoria del diritto.
Alle università di Lucerna, San Gallo e Basilea vengono offerti dei corsi di diritto romano, ma non sono obbligatori.

L’Università di Zurigo apre i battenti nel 1833. Il diritto romano rappresenta il pilastro principale del piano di studi della facoltà di legge. I vari codici locali presenti sul territorio svizzero non sono ritenuti sufficientemente elaborati per uno studio universitario.

Nel 1855 viene pubblicato il Codice zurighese di diritto privato. Nel 1881 segue il Codice svizzero delle obbligazioni e nel 1907 il Codice civile federale. Ma l’arrivo dei testi moderni non affossa lo studio del diritto romano che rappresenta una specie di lingua internazionale del diritto.

Dal semestre invernale 2006/2007, l’Università di Zurigo non prevede più corsi obbligatori di diritto romano. Gli aspetti importanti di questa disciplina sono stati integrati nel primo corso di diritto privato.

Il diritto romano è alla base delle varie legislazioni europee (Gran Bretagna esclusa). Fiorisce nel periodo repubblicano (II-I secolo a.C.). Intorno al 530, i testi vengono raccolti ed elaborati per ordine dell’imperatore Giustiniano. Nasce così il Corpus iuris civilis (o Iustinianeum).

Dopo essere caduta nel dimenticatoio, la raccolta è riscoperta dalla scuola bolognese nel XII secolo. Fino all’elaborazione dei moderni codici di legge (XIX secolo) costituisce il nucleo degli studi di diritto.

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