Il Politecnico di Zurigo continua a puntare sulla qualità
La prima donna rettrice nei 152 anni di storia del Politecnico federale di Zurigo (ETH), Heidi Wunderli-Allenspach, è determinata a spingere verso l'alto gli standard.
Wunderli-Allenspach racconta a swissinfo i suoi progetti per attrarre più donne verso le scienze e ridurre il tasso di abbandono dopo il primo anno di studio senza intaccare i livelli di qualità.
Il prestigioso istituto zurighese ha alle spalle 8 torridi mesi, contraddistinti tra l’altro dalle controverse dimissioni del presidente Ernst Hafen e da polemiche sulla raccolta di fondi.
Tuttavia, la nomina di un nuovo presidente, Ralph Eichler, e l’attribuzione di un nuovo budget di 994 milioni di franchi per il 2008 (1.2 miliardi nel 2007) sembrano aver calmato le acque.
swissinfo: Lei è la prima donna rettrice dell’ETH. Qual è l’importanza dell’evento?
Heidi Wunderli-Allenspach: Non penso si tratti di qualcosa di davvero importante. È bello che sia accaduto ma il fatto di avere una donna direttrice non è mai stato un obiettivo. E ciò mi permette di apprezzare ancor più il nuovo incarico.
swissinfo: Spera di riuscire ad attrarre più donne verso gli studi accademici all’ETH?
H.W.-A.: In questo senso, stiamo producendo degli sforzi ormai da tempo ma non è così facile ottenere dei risultati. Occorre sensibilizzare molto presto le giovani sull’interesse della ricerca scientifica.
In occasione delle celebrazioni per il nostro 150esimo anniversario, abbiamo dedicato una giornata alle scuole primarie. In quell’occasione ci siamo resi conto che le giovani ragazze, di età compresa tra i 10 e i 12 anni, erano le più entusiaste ed erano affascinate dai laboratori.
Siamo da tempo consapevoli della carenza di studentesse in ambito scientifico ed abbiamo provato ad agire almeno negli ultimi 15 anni. Le donne devono disporre di possibilità reali, ma, perché il tutto si tramuti in successo, occorre sensibilizzarle il più presto possibile.
swissinfo: È preoccupata dal tasso di abbandoni del 30% tra gli studenti del primo anno?
H. W.-A.: Non pratichiamo alcun esame d’ammissione: chi dispone di una maturità [riconosciuta a livello federale, ndr.] in qualsiasi ambito può accedere all’ETH. Non bisogna dunque essere troppo sorpresi dal fatto che chi ha in mano un diploma in musica non riesce a superare il primo ostacolo.
Abbiamo un progetto pilota per meglio informare i giovani che arrivano da noi. Il primo passo è quello di offrire dei consigli ai ragazzi che intendono frequentare l’ETH ed informarli sulle reali possibilità di cui dispongono per superare gli esami del primo anno. Secondariamente, i professori e gli studenti più avanzati devono offrire la loro consulenza ai nuovi arrivati. Infine dobbiamo informare i giovani riguardo alle loro prospettive di carriera.
La questione c’infastidisce, un tasso d’abbandono del 30% non ci piace. Ma d’altra parte, se l’obiettivo è quello di mantenere elevato il livello non si possono garantire troppi favori a tutti.
swissinfo: Le turbolenze del recente passato possono ormai considerarsi superate?
H. W.-A.: Abbiamo un nuovo presidente capace che ben conosce l’ETH e sono felice di poterci ri-concentrare sulle nostre attività principali. Internamente, l’ETH è oggi in un’ottima situazione. Sono dunque molto fiduciosa riguardo al futuro.
Intendiamo mantenere l’ETH molto in alto nelle graduatorie internazionali, ma per realizzare dei cambiamenti occorre innanzitutto analizzare cosa non funziona. Non abbiamo tempo per delle riforme fini a se stesse.
swissinfo: Quale sarà il suo primo compito nella nuova posizione?
H. W.-A.: Essendo responsabile degli affari accademici, il mio compito è quello di garantire un livello educativo e d’insegnamento eccellente. Dobbiamo fare il punto della situazione per quel che riguarda gli standard di qualità e gli strumenti di controllo e decidere cosa va mantenuto e cosa invece è semplicemente aria fritta. Non vogliamo essere burocratici ma necessitiamo di feedback sulla qualità.
swissinfo: Cercherà di attirare un maggior numero di studenti provenienti dall’estero?
H. W.-A.: L’ETH ha una lunga tradizione riguardante gli studenti stranieri nelle proprie facoltà. Ha iniziato quale università tecnica federale ai tempi delle costruzioni dei tunnel alpini e delle ferrovie quando la Svizzera non disponeva di esperti in materia. Allora, più della metà degli studenti delle facoltà provenivano dall’estero.
La Svizzera ha un evidente interesse nell’accogliere gente qualificata e nel convincerla a restare. D’altra parte occorre essere prudenti: non è possibile ammettere chiunque, siamo determinati a difendere i nostri standard. Un insegnamento ed una ricerca eccellenti sono i nostri obiettivi. Non siamo dunque disposti ad abbassare la barra soltanto per accogliere più studenti.
swissinfo: Potrete raggiungere tutti i vostri obiettivi sulla base del nuovo budget?
H. W.-A.: Non dobbiamo lamentarci troppo, ma è pur vero che i nuovi programmi sono numerosi. Siamo dunque confrontati ad un aumento dei programmi mentre i fondi disponibili si ridimensionano.
La Svizzera non sta agendo così male, ma negli ultimi anni i capitali destinati alla ricerca e all’educazione scientifica non sono stati sufficienti. Dobbiamo essere prudenti nell’elaborare i budget e trovare delle soluzioni per ciò che vogliamo implementare. Spesso, ciò implica che per lanciare nuovi programmi dobbiamo arrestarne degli altri.
swissinfo, intervista a cura si Matthew Allen, Zurigo
(traduzione: Marzio Pescia)
Heidi Wunderli-Allenspach ha studiato biologia presso il dipartimento delle scienze naturali del Politecnico federale di Zurigo.
Prima di tornare all’ETH, ha lavorato negli Stati Uniti, per il Centro svizzero di ricerca sul cancro e all’Università di Zurigo.
Nel 1986 ha ottenuto un posto di assistente e nel 1992 è stata promossa al ruolo di professoressa associata. Dal 1995 ha una propria cattedra quale professoressa di biofarmacia presso l’Istituto delle scienze farmacologiche.
A partire dal 1. settembre, Wunderli-Allenspach rimpiazza Konrad Osterwalder quale rettrice dell’ETH. Dispone di un mandato di 4 anni.
Nel dicembre 2005, Ernst Hafen ottiene la carica di presidente del Politecnico federale promettendo una serie di riforme, tra le quali dei nuovi metodi d’insegnamento e dei legami più stretti con l’industria.
Tra le sue proposte più dibattute, pure l’abolizione della funzione di rettore e la riduzione del numero di dipartimenti.
I suoi progetti sono combattuti da gran parte dei responsabili di settore, ciò che conduce alle sue dimissioni, inoltrate lo scorso mese di novembre. All’epoca, il ministro dell’interno Pascal Couchepin, il cui dipartimento garantisce gran parte delle risorse finanziarie all’ETH, si era detto rattristato dalla partenza di Hafen.
In seguito, il rettore Konrad Osterwalder aveva temporaneamente ripreso le funzioni di Hafen fino alla nomina di Ralph Eichler nel maggio scorso. Come la nuova rettrice, il nuovo presidente entrerà in funzione il prossimo 1. settembre.
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