La corsa a ostacoli delle donne in carriera
Gli ambienti padronali svizzeri lanciano una campagna in favore della carriera delle donne, per porre fine a un enorme spreco di capitale umano.
Intanto, nel mondo accademico si è forse trovata una soluzione con il “mentoring”, dove una docente fa da guida – mentore – a una collega più giovane in carriera.
L’unione padronale svizzera vuole un ruolo più attivo per la donna nelle aziende. “Più in alto si sale nella gerarchia di una ditta, meno donne si trovano”, ha ammesso Rudolf Stämpfli, presidente dell’associazione.
Per cambiare questa situazione, che costituisce un’assurdità economica, l’unione padronale intende collaborare intensamente con “Alliance F”, la Federazione delle organizzazioni femminili svizzere.
Un rapporto ordinato dall’unione padronale ha individuato vari ostacoli che una donna incontra lungo il suo percorso professionale: doppio ruolo nella ditta e in famiglia, mancanza di determinazione, tendenza a scegliere soltanto professioni “tipicamente” femminili. Anche a livello politico e sociale l’identità professionale della donna deve essere rafforzata.
L’esempio delle università
La destituzione di una donna in Consiglio federale lo ha ribadito: far carriera fino ai massimi livelli (e restarci) per una donna è ancora duro. Nel mondo accademico, una delle “armi” che le donne cominciano ad usare è il “mentoring”.
Nel 2000 nelle università svizzere le donne al livello superiore di docenza erano il 19%, ma solo il 7% erano professoresse: la percentuale più bassa in Europa.
Per raddoppiare il numero di professoresse entro il 2006, la Confederazione ha intrapreso dunque il programma “Pari opportunità nelle università”, che sta dando i suoi frutti. Il mentoring è uno dei punti forti del programma.
Pari opportunità negli atenei svizzeri
Il programma di sostegno per le carriere accademiche femminili, arrivato alla fine del primo ciclo di quattro anni alla fine del 2003, ha messo a disposizione delle donne incentivi finanziari diretti, posti di asilo nido e di doposcuola e il programma di mentoring.
Gli aiuti finanziari diretti per il mentoring ammontavano a 4,8 milioni di franchi, che hanno dato la possibilità a diverse università di iniziare alcuni progetti interessanti.
La maggior parte dei fondi sono stati usati per creare dei posti di docente e, in quelle università dove ancora mancavano – Ticino, a Ginevra e Lucerna – per creare anche i primi uffici di contatto per le pari opportunità.
L’università di Berna ha impiegato i fondi per attirare le donne verso quelle facoltà in cui sono meno rappresentate (meno del 30%), come la matematica, l’informatica, la fisica e la chimica.
Un bilancio nel complesso positivo
Ruth Bachmann, dell’Istituto di studi politici Interface, su incarico della Confederazione ha fornito una valutazione indipendente sui primi 4 anni del programma di incentivazione.
“Il tema della parità ha fatto progressi nelle università, soprattutto per ciò che concerne i vivai, le nuove leve di ricercatrici”, spiega a swissinfo. “Ma i cantoni dovranno costringere le università in modo più vincolante a promuovere le carriere femminili”.
Lo scopo del programma di pari opportunità nelle università era di arrivare al 14% di professoresse entro il 2006. Esso verrà probabilmente raggiunto, ma nei livelli inferiori, di assistente ad esempio, i posti cominciano a diminuire in assoluto, per uomini e donne in generale. Dunque la competizione si fa sempre più accesa.
Mamma: non necessariamente un ostacolo alla carriera
Alla valutazione del programma di pari opportunità hanno partecipato anche molte madri, che non risultano più ostacolate nella loro carriera universitaria delle donne senza figli.
“Dalla valutazione è emerso che le donne, in generale, ci mettono molto più tempo degli uomini a raggiungere alti livelli di qualificazione”, precisa Ruth Bachmann. Questo sembra proprio essere dovuto al fatto che le donne dispongono di minori reti di contatto, di informazioni “informali”, di segreti del mestiere, che gli uomini sono abituati a trasmettersi da generazioni.
swissinfo, Raffaella Rossello
Le professoresse universitarie sono il 7%: la percentuale più bassa in Europa.
Negli indirizzi tecnici e della costruzione, le donne rappresentano l’8%.
Sono il 30% negli studi di carattere umanistico e artistico.
Per l’intero programma di pari opportunità nelle università la Confederazione ha investito, tra il 2000 e il 2003, 16 milioni di franchi, stanziamenti rinnovati anche per i prossimi 4 anni.
Il mentoring, uno dei moduli su cui si basa il programma di incentivazione delle carriere accademiche femminile, è uno strumento che si è mostrato valido per aiutare le nuove leve di dottorande.
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