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La scuola ticinese si prende le misure

La scuola ticinese si dota di strumenti scientifici per migliorare e guardare al futuro swissinfo.ch

La prima fotografia del sistema scolastico e dello stato dell'istruzione a sud delle Alpi è racchiusa in una nuovissima pubblicazione: "Scuola a tutto campo".

Il volume rappresenta la prima tappa di un importante percorso di monitoraggio. Dopo Ginevra, il Ticino è il secondo cantone ad essersi dotato di un tale strumento.

Dal momento che la pubblicazione è in assoluto la prima raccolta di indicatori e di parametri che concorrono a determinare la qualità della scuola, rappresenta appunto uno strumento di conoscenza e di lavoro che consentirà a coloro che si occupano di scuola di rispondere meglio alle nuove sfide.

Un documento sicuramente atteso, quello presentato lunedì a Bellinzona, dopo che l’indagine internazionale PISA (coordinata dall’Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo in Europa) aveva evidenziato delle lacune nelle competenze degli allievi ticinesi alla fine della scuola dell’obbligo.

“Questa pubblicazione – precisa Diego Erba, responsabile della Divisione scuola del Dipartimento dell’educazione – non è comunque una risposta allo studio PISA, anche se in parte si nutre di alcuni elementi emersi. La genesi di “Scuola a tutto campo” è infatti precedente e risponde ad esigenze di approfondimento individuate e pianificate prima”.

Punti forti e punti deboli

“La scuola ticinese – commenta il ministro dell’educazione Gabriele Gendotti – si è presa il lusso di farsi un “check-up”. Non perché la scuola sta male, tutt’altro. Ma perché come tutti gli altri sistemi scolastici ha dei punti forti e dei punti deboli”.

“Ci sono delle conquiste democratiche – aggiunge Gendotti – che rappresentano la forza della nostra scuola come, per esempio, l’integrazione degli allievi scolasticamente più deboli e le pari opportunità”.

“Queste conquiste vanno salvaguardate. Perché permettere a tutti di raggiungere un livello minimo di competenze, deve rimanere il primo obiettivo della scuola pubblica dell’obbligo”.

E il Ticino fa indubbiamente la sua parte: solo il 2% degli allievi che seguono la scolarità obbligatoria frequenta scuole speciali, contro una media svizzera del 6%.

E ancora: il divario tra i migliori allievi e quelli che ottengono i peggiori risultati nelle prove internazionali è significativamente inferiore sia rispetto alla media internazionale che nazionale.

Ticino al di sopra della media svizzera anche per quanto riguarda la proporzione di studenti che conseguono la maturità alla fine degli studi liceali.

Nuovi criteri di gestione

Curata dall’Ufficio studi e ricerche della Divisione scuola, la pubblicazione fornisce nuovi elementi conoscitivi per meglio gestire la scuola e per fornire le migliori risposte possibili in un momento in cui è in corso una vera metamorfosi.

Le nuove esigenze sociali, il prolungamento dell’istruzione e l’ evoluzione tecnologica sono tutti fattori che contribuiscono, per esempio, a trasformare il sistema educativo. La raccolta puntuale di parametri di valutazione permetterà dunque di avviare le riforme sulla base di dati scientifici.

Benché apparentemente inaccessibili e “burocratici”, gli indicatori rappresentano le chiavi per aprire le porte al miglioramento della qualità della scuola, anticipandone i cambiamenti.

“La principale ricchezza di un Paese – sottolinea il consigliere di Stato Gendotti – va cercata nel capitale umano. E il sistema educativo di un Paese rappresenta un mezzo importante per il suo sviluppo”.

Sistema educativo che, del resto, la Svizzera intende armonizzare – attraverso per esempio il progetto “Harmos” – per meglio rispondere alle nuove sfide.

A tutto campo verso il futuro

“Lo stato di salute della scuola ticinese – dice a swissinfo Diego Erba – è fondamentalmente buono. Il confronto con altri cantoni lo dimostra. Sappiamo, naturalmente, che ci sono ulteriori spazi di miglioramento che devono essere presi in considerazione nell’ottica di rafforzare il sistema educativo”.

“Questa pubblicazione rappresenta indubbiamente un buon punto di partenza. Ma per dare un senso al monitoraggio – aggiunge Erba – occorre prevedere, ogni tre o quattro anni, un aggiornamento”.

Al di là dei confronti nazionali ed internazionali, c’è un altro aspetto che conta e che deve rimanere vivo: il dialogo all’interno stesso della scuola ticinese. In cui al centro deve restare l’allievo.

Il progetto di introdurre la “carta dell’allievo”, sul modello della carta sanitaria, rappresenta un altro mezzo per seguire, comprendere e valutare il percorso di ogni singolo giovane cittadino nel paese della scuola.

swissinfo, Françoise Gehring, Bellinzona

Tra il 1997 e il 1999 è stata registrata una riduzione, ma dal 1988 al 2000 la spesa per la scuola è complessivamente aumentata
Nel 2001 in Ticino la percentuale della spesa totale per l’educazione in rapporto alla spesa pubblica totale risultava inferiore alla media svizzera: 20,5% contro il 23%
Nel 2001 il costo teorico per una formazione completa per allievo in Ticino era di poco inferiore alla media svizzera: 164 mila 437 franchi contro 168 mila 310

Il sistema scolastico ticinese interessa direttamente circa 55 mila bambini, alunni e studenti, 5 mila insegnanti e 500 persone non insegnanti. Il tutto rappresenta pressoché un quinto della popolazione cantonale.

Se però vengono prese in considerazione anche le famiglie, la cerchia si allarga perché ci sono perlomeno 90 mila genitori che quotidianamente hanno a che fare con le attività scolastiche.

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