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La Svizzera regina dei Nobel

Keystone

In nessun altro Paese al mondo il premio Nobel è stato assegnato con maggiore frequenza che in Svizzera, perlomeno in rapporto al numero di abitanti. Dal 1901 a oggi, sono ben 24 i cittadini elvetici che sono stati insigniti del massimo riconoscimento. È solo un caso?

Il fenomeno offre spesso e volentieri lo spunto per le allocuzioni del 1° di agosto e l’Osec, l’organo incaricato dalla Confederazione di promuovere le esportazioni del made in Switzerland, se ne avvale per pubblicizzare la piazza elvetica: nessun altro Paese al mondo può vantare un numero pro capite di premi Nobel tanto elevato quanto quello svizzero!

Al riguardo, la società formatrice di quadri losannese IMD ha stilato una statistica dei Nobel per la fisica, la chimica, la medicina e l’economia assegnati tra il 1950 e il 2001.

Il risultato parla chiaro: con i suoi 1,111 Nobel per milione di abitanti, la Svizzera guida la classifica con un buon margine di vantaggio su Paesi come la Gran Bretagna (0,840), gli Stati Uniti (0,713), la Germania (0,341) e la Francia (0,187).

Cosa rende “svizzero” un Nobel?

Naturalmente, quella citata è solo una statistica tra le tante. Il concetto stesso di “Nobel svizzero”, infatti, è assai vago. Quali criteri deve soddisfare un premio Nobel per essere considerato svizzero? Deve vivere e condurre le sue ricerche nel nostro Paese o è sufficiente che abbia la cittadinanza rossocrociata?

E come stanno le cose con i Nobel che hanno sì il passaporto svizzero, ma non hanno mai vissuto né lavorato nella Confederazione? Per non parlare poi delle menti geniali che, soprattutto in tempo di guerra, si sono trasferite in Svizzera non proprio per scelta e che a volte (ma non sempre) hanno ricevuto la cittadinanza elvetica. Insomma, esistono molti modi per calcolare i Nobel svizzeri.

24 casi autentici e 3 casi limite

Della questione si occupa sul suo sito Internet anche lo storico della scienza Roland Müller. A suo modo di vedere, i Nobel autenticamente svizzeri sono i 24 premiati che, al momento del conferimento, erano effettivamente cittadini elvetici.

Tra i casi limite, Müller cita il fisico Paul Dirac che, pur avendo acquisito alla nascita la cittadinanza svizzera del padre, trascorse tutta la sua vita in Inghilterra e negli Stati Uniti. Oppure Wolfgang Pauli, anch’egli fisico, al quale il Comune di Zollikon concesse la cittadinanza solo dopo che era stato insignito del prestigioso riconoscimento nel 1945.

Nella medesima categoria rientra anche il Nobel per la fisica del 1988 Jack Steinberger, naturalizzato nel 2000 dopo trentadue anni trascorsi al CERN di Ginevra. Kofi Annan, infine, il Nobel per la pace del 2001, ha ricevuto in quello stesso anno la cittadinanza onoraria di Ginevra e da allora è considerato anche “svizzero”.

Tra il 1920 e il 1981, inoltre, altri nove Nobel per la pace sono stati assegnati a organizzazioni con sede nella Confederazione.

Oltre 100 Nobel hanno un legame con la Svizzera

Ai Nobel già citati se ne aggiungono altri 18 conferiti a ricercatori stranieri che, prima di ricevere l’importante riconoscimento, hanno studiato in Svizzera o ricoperto una cattedra di professore presso i politecnici federali o le università di Zurigo, Ginevra e Basilea.

Ulteriori 47 hanno trascorso alcuni anni della loro gioventù presso uno dei numerosi istituti di ricerca di Ginevra, Berna, Rüschlikon e Basilea dove si sono messi in evidenza.

Nel complesso, quindi, sono oltre 100 i premi Nobel strettamente legati alla Svizzera. Ma a cosa è dovuto un numero tanto elevato: al semplice caso? Proprio così, risponde l’argoviese Werner Arber, già professore presso gli atenei di Ginevra e Basilea e vincitore del massimo riconoscimento nel 1978 per la sua scoperta degli enzimi di restrizione diventati nel frattempo lo strumento per eccellenza degli ingegneri genetici e dei biotecnologi. L’elevata concentrazione di premi Nobel in Svizzera, spiega a swissinfo, “è con ogni probabilità un mero accidente statistico”.

“In Svizzera il terreno è propizio “

Questa spiegazione, però, non convince del tutto il Nobel per la chimica Richard Ernst di Winterthur, premiato nel 1991 per il suo contributo allo sviluppo della risonanza magnetica (MRI) nella medicina. Secondo l’illustre scienziato, infatti, la Svizzera deve il suo boom di Nobel a due fattori. Innanzitutto, è riuscita a tenersi fuori dai due conflitti mondiali attirando così un gran numero di cervelli da tutta Europa.

In secondo luogo, “negli ultimi cinquant’anni in Svizzera, sia il terreno che l’ambiente sono stati oltremodo propizi. Condizioni simili non si creano dall’oggi al domani, ma necessitano di un lungo periodo di maturazione”, sostiene Ernst.

Gli svizzeri non sono più intelligenti di altri

L’alta concentrazione di premi Nobel non significa affatto che gli svizzeri sono più intelligenti della media. “Dal punto di vista del potenziale umano, anche altri Paesi come ad esempio l’Austria possiedono presupposti altrettanto favorevoli.”

L’Austria però è confrontata con una grave fuga di cervelli che fa delle sue menti creative un prodotto di esportazione. “In Svizzera ciò non è il caso, anzi: le condizioni vantaggiose, anche dal punto di vista finanziario, attirano ricercatori di prim’ordine da tutto il mondo e ultimamente persino dagli USA.”

Un futuro promettente

Per questo motivo Richard Ernst è fiducioso che la Svizzera riuscirà a mantenere la sua posizione di leader della classifica dei Nobel anche in futuro. “L’attrattiva per le menti brillanti rimane alta e sono certo che le cose resteranno così anche in avvenire.”

Il Nobel per la chimica del 1991 ammette però che l’ambito premio non è l’unico marchio che certifica l’eccellenza di un lavoro di ricerca. “Sono molti gli scienziati che, pur meritando il prestigioso riconoscimento, rimangono a bocca asciutta. Spesso, nelle decisioni di assegnazione, anche la politica riveste un certo peso senza dimenticare che occorre una buona dose di fortuna”, conclude poi con buona pace di tutti i ricercatori che non sono (ancora) riusciti ad entrare nell’Olimpo degli eletti.

Ulrich Goetz, swissinfo.ch
(traduzione e adattamento di Sandra Verzasconi Catalano)

1901 Jean Henri Dunant: pace
1902 Elie Ducommun e Charles Albert Gobat: pace
1909 Emil Theodor Kocher: medicina
1913 Alfred Werner (nato a Mülhausen, dal 1894 cittadino di Zurigo): chimica
1919 Carl Friedrich Georg Spitteler: letteratura
1920 Charles-Edouard Guillaume (nel 1883 si trasferisce in Francia): fisica
1921 Albert Einstein (nato a Ulm; dal 1901 al 1955 cittadino di Zurigo): fisica
1937 Paul Karrer: chimica
1939 Leopold Ruzicka (nato a Vukovar, nell’ex Austria-Ungheria, dal 1917 cittadino di Zurigo): chimica
1946 Hermann Hesse (nato a Calw, dal 1883 al 1890 cittadino di Basilea, dal 1923 cittadino di Berna): letteratura
1948 Paul Hermann Müller: medicina
1949 Walter Rudolf Hess: medicina
1950 Tadeus Reichstein (nato a Wloclawek, dal 1916 cittadino di Zurigo): medicina
1951 Max Theiler (nel 1922 si trasferisce negli USA): medicina
1952 Felix Bloch (nel 1934 si trasferisce negli USA): fisica
1957 Daniel Bovet (nel 1947 si trasferisce in Italia): medicina
1975 Vladimir Prelog (nato a Sarajevo; dal 1959 cittadino di Zurigo): chimica
1978 Werner Arber: medicina
1986 Heinrich Rohrer: fisica
1987 Karl Alexander Müller: fisica
1991 Richard Robert Ernst: chimica
1992 Edmond Henri Fischer (nato a Shanghai, dal 1947 cittadino di Ginevra): medicina
1996 Rolf Zinkernagel: medicina
2002 Kurt Wüthrich: chimica
(Fonte: “muellerscience”)

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